NOTKERO Labeone

Enciclopedia Italiana (1934)

NOTKERO Labeone (detto anche il Teutonico)

Bruno Vignola

È il terzo fra i monaci del monastero di S. Gallo, che portarono questo nome, nato nel 950 in Turgovia, morto a S. Gallo nel 1022. Nipote di Eccheardo I che lo introdusse nel monastero, e capo di quella famosa scuola monastica, ove ebbe fra i suoi discepoli Eccheardo IV (v.), può essere considerato cronologicamente il primo studioso della lingua tedesca e il primo a usarla nella prosa. Uomo assai colto, conoscitore dell'ebraico, del greco e del latino, praticissimo dei classici e della letteratura cristiana del suo tempo, insieme teologo e grammatico, astronomo e cultore della musica, dedicò la sua attività specialmente al volgarizzamento di testi latini, traducendo e chiosando i Salmi, di scritti di Boezio, di Marziano Capella, ecc.

Destinate all'insegnamento scolastico, le versioni del N. non sono letterali, ma ora amplificazioni ora abbreviazioni del testo, e possono definirsi un'interpretazione commentata dei modelli latini in lingua tedesca: res paene inusitata, com'egli disse, in un tempo in cui, a tale scopo, la lingua volgare serviva tutt'al più per glosse soprascritte o interlineari. L'importanza dell'opera di N. è, più che nel suo valore ermeneutico, nel mmpo linguistico, anche per le sue innovazioni ortografiche, fra cui l'accentazione delle vocali toniche (il circonflesso sulle lunghe, l'acuto sulle brevi) e la legge delle consonanti iniziali, detta canone di Notker (p, t, k, in principio di frase o dopo una parola uscente in muta: tes koldes; b, d, g, dopo una parola uscente in vocale o liquida: demo golde). Per la sua predilezione della lingua patria in mezzo al generale predominio del latino, ebbe dopo la sua morte l'epiteto di Teutonico.

Bibl. ed Ediz.: P. Piper, Die Schriften Notkers und seiner Schule, voll. 3, Friburgo e Tubinga 1882-83; J. Kelle, Die S. Galler deutschen Schriften von N. L., Monaco 1888; id., Gesch. der deutschen Lit. von der ältester Zeit bis zur Mitte des XI. Jahrh., I, Berlino 1892, pp. 232-61; inoltre: M. Manitius, Gesch. der lat. Lit. des Mittelalters, II, Monaco 1923, pp. 694-99.