Novyj Vavilon

Enciclopedia del Cinema (2004)

Novyj Vavilon

Natalia Noussinova

(URSS 1928, 1929, La nuova Babilonia, bianco e nero, 80m a 24 fps nella versione del Gosfil′mofond); regia: Grigorij Kozincev, Leonid Trauberg; produzione: Sovkino; soggetto: ispirato ai romanzi Au bonheur des dames, La débacle, Nana di Émile Zola; sceneggiatura: Grigorij Kozincev, Leonid Trauberg; fotografia: Andrej Moskvin; scenografia: Evgenij Enej; musica: Dmitrij Šostakovič.

Parigi, 1870, nei mesi della Comune. Un treno coperto di bandiere francesi conduce i soldati al fronte. La borghesia parigina in preda all'estasi patriottica li applaude gridando slogan sciovinisti: "Fategli versare il sangue a Berlino!". Un susseguirsi serrato di vestiti di seta e di mani che agitano fazzoletti. I grandi magazzini La Nuova Babilonia. Tessuti chic in abbondanza. Un'enorme bambola campeggia in vetrina. Le clienti affollano il negozio, prese dalla foga dei saldi. Un elegante commerciante con un monocolo pubblicizza la sua merce attirando la clientela. Al gran ballo c'è il pienone. Borghesi, ubriachi, prostitute siedono ai tavoli illuminati da lampade rotonde. Una donna dal pesante maquillage e dall'aspetto volgare esegue un numero comico e canta una canzonetta frivola. Segue un cancan appassionato eseguito da ballerine seminude. Un baccano generale: "Tutto in vendita!". Cambio di scena. Persone di tutt'altro genere popolano una stradina buia. Alcune donne indigenti fanno la coda in silenzio. Dopo aver scoperto che gli ufficiali ritireranno da Parigi l'artiglieria della Guardia Nazionale, le donne vanno incontro ai cannoni e si precipitano verso gli ufficiali per offrire loro del latte. Questo simbolo di maternità lascia il posto all'odio delle donne: "Ritirate i vostri cannoni!", gridano ai nuovi soldati in arrivo. Una ragazza si getta sulla strada per ostacolare l'avanzata del cannone, è pronta a morire. Sarà poi la volta delle barricate, delle pietre scagliate, del combattimento aperto tra due mondi rappresentati dalle due diverse folle. È evidente che la Comune è agli sgoccioli. Louise, una commessa, rimane sotto la pioggia di fronte ai suoi nemici, ha l'aria sfinita. Un ufficiale di Versailles la tratta come una prostituta, lei lo schiaffeggia. Per vendicarsi, l'ufficiale la fa fucilare, mentre l'amante traditore della donna, il contadino Jean, le scava la fossa. I comunardi vengono uccisi uno a uno e la baionetta sollevata in aria dall'ultimo di loro, morente, provoca la gioia degli ufficiali. Prima di morire un comunardo scrive sul muro: "Viva la Comune!".

Novyj Vavilon rappresenta il culmine dell'avanguardia sovietica, il film più audace e l'ultimo muto della FEKS, la Fabbrica dell'attore eccentrico, punto di contatto tra la libertà linguistica e teorica degli anni Venti e la 'coscienza totalitaria' del realismo socialista anni Trenta. Il film deve il suo titolo all'appellativo con cui veniva allora definita in URSS la città di Parigi, 'Babilonia contemporanea'; al romanzo di Georges Eekhoud La nouvelle Carthage; e soprattutto alla rappresentazione di Babilonia in Intolerance di David W. Griffith. Il secondo titolo con cui il film è conosciuto, Sturm Neba (Assalto al cielo), deriva invece dal nome che Karl Marx aveva dato alla Comune di Parigi: tra le intenzioni di Grigorij Kozincev e Leonid Trauberg c'era anche quella di dar vita a un melodramma, e questo secondo titolo appariva loro molto promettente dal punto di vista commerciale. I cineasti si ispirarono inoltre ad alcuni romanzi di Zola e in particolare a Au bonheur des dames, o più in generale allo spirito e ai temi della letteratura naturalista. Sergej Ejzenštejn, che per i suoi film aveva tratto ispirazione soprattutto dagli ambienti popolari creati del grande romanziere francese, pur apprezzando molto Novyj Vavilon rimproverò i suoi colleghi di avervi in qualche misura "ripulito la Storia". L'intenzione degli autori di realizzare un film commerciale fu poi corretta in due diversi momenti: prima in fase di scrittura, dopo la visione di Konec Sankt-Peterburga del collega Vsevolod Pudovkin, che li colpì per il suo nuovo linguaggio tanto da spingerli a riscrivere la sceneggiatura, e poi in fase di montaggio grazie all'incontro con Adrian Piotrovskij, che lavorava per la Lenfil′m e fece loro conoscere il saggio di Ejzenštejn La quarta dimen-sione del cinema, in cui veniva sviluppata la teoria del 'montaggio intellettuale' in grado di spezzare la narrazione cinematografica tradizionale. Il risultato fu che Novyj Vavilon ottenne incondizionato apprezzamento dagli addetti ai lavori, ma fu bandito e accusato di formalismo dal comitato per la censura ministeriale del Sovkino.

Per il pubblico il film si rivelò un'esperienza ardua, non solo per la frantumazione del racconto e la ricercatezza figurativa, ma anche a causa della musica estremamente raffinata di Šostakovič, pensata per un'orchestra dalle grandi capacità: i musicisti delle normali sale cinematografiche non riuscivano a interpretarla adeguatamente e non si produceva quasi mai, quindi, una vera armonia con le immagini. L'impegno sociale, tuttavia, non risulta soffocato dalla ricerca estetica. Kozinčev e Trauberg rimasero fedeli alla Storia, mostrando la sconfitta della Comune dovuta in parte alla divisione tra i contadini (la classe più arretrata, che tradì la rivoluzione) e gli operai (la classe più fortemente rivoluzionaria). Il tradimento della commessa Louise da parte del suo amante contadino Jean è l'immagine dei tradimenti indotti dal terrore che si insinua all'interno delle famiglie, tema cruciale nel cinema e nella società sovietica degli anni Trenta. Esistono attualmente tre versioni di Novyj Vavilon, diverse per durata e montaggio: la copia per la distribuzione europea e americana è di 1.900 metri, la versione conservata presso il Gosfil′mofond è di 2.200 metri, mentre quella in possesso della Cinémathèque Suisse è di 2.900 metri.

Interpreti e personaggi: Elena Kuzmina (Louise Poirier, commessa), Pëtr Sobolevskij (Jean, soldato), David Gutman (padrone), Sofia Magarill (attrice), Sergej Gerasimov (Lutro, giornalista), S.S. Goussev (Poirier), Janina Jeimo (Thérèse, modista), A. Gluškova (lavandaia), Evgenij Žerviakov (soldato della Guardia Nazionale), Andrej Kostriškin (primo funzionario), A. Zargickaja (ragazza sulle barricate), Vsevolod Pudovkin (commerciante), Arnold Arnold (deputato), Oleg Jakov, Ljudmila Semjonova.

Bibliografia

Waly., The New Babylon, in "Variety", December 4, 1929.

M. Martin, Les combatants de l'espoir, in "Cinéma 71", n. 160, novembre 1971.

Cinema e avanguardia in Unione Sovietica, a cura di G. Rapisarda, Roma 1975 (con interventi di V. Sklovskij, D. Sostakovic et al.).

E. Schmulevitch, La nouvelle Babylone, in "Positif", n. 194, juin 1977.

J. Leyda, Un cinema fatto a pezzi per la musica di Sostakovic, in "Cinema nuovo", n. 287, febbraio 1984.

N. Noussinova, Costruire una 'Nuova Babilonia'. Conversazione con Leonid Trauberg, in "Cinegrafie", n. 12, 1999.

M. Pytel, New Babylon, London 1999.

Actes du colloque Archimédia "Son au cinéma", a cura di D. Nasta, G. Claes, Bruxelles 2000, in partic. N. Noussinova, Cinéma muet et contrepoint sonore: les partitions originales de Dimitri Shostakovitch pour la 'Nouvelle Babylone', Marek Pytel, The different distribution edit versions of 'New Babylon'.

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