ODONTOIATRIA

Enciclopedia Italiana - V Appendice (1993)

ODONTOIATRIA

Giordano Muratori

(XXV, p. 181; App. II, II, p. 440)

Nei decenni recenti si sono registrati ulteriori notevoli progressi nel trattamento radicale delle parodontopatie (o paradenziopatie) nella linea indicata da Neumann e Wildmann nel 1921-22. La parodontologia è passata dalle semplici osservazioni di P. Fauchard (e degli autori che lo hanno seguito: Baume, Hunter, Price, Rigg, Talbot) sulla piorrea alveolare, alle parodontopatie (Häupl, Held, Hruska, Palazzi, Roy), alle loro manifestazioni cliniche, alla loro classificazione, all'istologia, ecc. Così si sono studiati, per limitarci agli esempi più significativi, la formazione delle tasche, il grado di mobilità dei denti paradontosici e la loro migrazione. Importanti sono stati gli studi sull'articolazione dei denti e sugli effetti traumatici della masticazione su denti vacillanti. Oggi la parodontologia ha raggiunto un ottimo livello, non solo medico, ma anche chirurgico, con il notevole sviluppo delle tecniche di gengivectomia parziale o totale e dei lembi gengivali, allo scopo di restitutio ad integrum di gengive molto atrofiche, o ipertrofiche o, comunque, alterate. Di pari passo con la parodontologia si sono sviluppate le cure conservative dei denti.

La tecniche di conservazione, piuttosto rudimentali all'inizio del 20° secolo, si sono sempre più perfezionate. Fino agli anni Quaranta, tuttavia, i denti che presentavano qualche difficoltà venivano in gran parte estratti. Poi, col graduale formarsi di una coscienza conservativa nella classe odontoiatrica, le tecniche di conservazione hanno preso sempre più corpo, favorite, in questo, anche dall'introduzione in campo dentistico di nuovi materiali. Si è sviluppata, così, quella branca dell'o. chiamata endodonzia che oggi è particolarmente sviluppata, e che, spesso, costituisce l'esclusiva specializzazione di qualche odontoiatra. Si formarono scuole di prestigio, come quella di Boston, che portò la tecnica endodontica a un alto grado di perfezionamento con l'uso di allargacanali e lime speciali, l'alesatura seriata e la levigatura della parete di un canale dentario irregolare (ricapitolazione).

Nuovi materiali di otturazione furono introdotti nell'uso corrente. Dalle piombature antiche si passò alle amalgame d'argento, che sono tuttora largamente in uso, ma molto perfezionate, alle otturazioni in materiale composito, con caratteristiche esteticamente valide, a indurimento mediante fotosensibilizzazione (cioè con l'uso di lampada a raggi ultravioletti o a luce bianca per indurire il materiale da otturazione). Questi materiali compositi vengono attualmente usati anche per ricostruire corone dentarie fratturate, senza bisogno di ricorrere all'uso di capsule. Molti progressi sono stati fatti nel campo delle protesi dentarie. Negli anni precedenti e immediatamente successivi alla seconda guerra mondiale le protesi erano in prevalenza mobili, in quanto i materiali adatti a costruire protesi fisse non erano ancora perfezionati e, inoltre, strumenti e metodiche erano piuttosto rudimentali. La costruzione di protesi mobili era inoltre agevolata dal fatto che, specialmente negli anni successivi alla seconda guerra mondiale, le leggere ed estetiche resine acriliche cominciarono a sostituire il pesante e antiestetico caucciù. Inoltre, ancora a quell'epoca, tutta la medicina, e di conseguenza anche l'o., era sotto l'influsso della ''teoria focale'' (Oral sepsis di E. C. Rosenow, 1920) per cui i denti, al minimo sospetto di alterazione patologica, venivano estratti. Ma col progredire delle tecniche di conservazione (endodonzia, parodontologia), con l'introduzione nella pratica di materiali nobili in leghe molto pure, e con l'avvento di leghe specialmente studiate per uso orale (come per es. il cromo-cobalto e il cromo-cobalto-molibdeno), la costruzione di protesi completamente fisse appoggiate sui denti naturali previamente trattati cominciò a prendere sempre più piede. Al contempo si veniva affermando la costruzione di protesi semifisse o amovo-inamovibili, comunemente chiamate ''scheletrate'' (v. anche implantologia, in questa Appendice) perché costituite da una scheletratura in cromo-cobalto (o materiali analoghi) che si appoggia sia sulla mucosa orale, sia su alcuni denti naturali. Di qui derivò il perfezionamento delle tecniche di costruzione delle corone in porcellana cotta su oro, per la ricopertura estetica dei denti naturali.

Con i nuovi materiali da impronte e con le attuali perfezionate tecniche di fusione, la costruzione dei manufatti protesici ha raggiunto oggi un alto grado di equilibrio sull'arcata e di estetica. Anche il campo dell'ortodonzia (od orto-gnatodonzia) ha oggi assunto una grande diffusione: i bambini vengono controllati, spesso anche nelle scuole, e vengono loro applicati apparecchi mobili o fissi per la correzione dei difetti di allineamento dei denti o delle ossa mascellari.

Da ricordare, infine, che l'Italia, allo scopo di uniformarsi ai metodi d'insegnamento degli altri stati, ha istituito, con il d.P.R. 28 febbraio 1980, il corso di laurea in odontoiatria, della durata di cinque anni, presso le facoltà di Medicina e Chirurgia.

Bibl.: S. Palazzi, Trattato di odontologia, Milano 1951; R.F. Sommer, F.D. Ostrander, M.C. Crowley, Clinical endodontics, Filadelfia 1961; J.J. Holst, B.N. Ostby, O. Osvald, A. Benagiano, Trattato di odontostomatologia e protesi, Roma 1965; J. Lejoyeux, Prothèse complète, Maloine 1976; K. Fujita, New orthodontic treatment with lingual bracket mushroom arch wire appliance, in American Journal of Orthodontics, 76 (1979), pp. 657-75; C.H. Tweed, Clinical orthodontics, St. Louis 1979; A. Pecchioni, Endodonzia. Manuale di tecnica operativa, Milano 1981; J. Screinemakers, Le basi razionali della protesi totale, Padova 1982; H. Schilder, Corso avanzato di endodonzia, Firenze 1987.

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