MODIGLIANI, Olga

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 75 (2011)

MODIGLIANI, Olga |(Anna Amina Olga)

Francesca Lombardi

– Nacque a Roma l’11 genn. 1873, secondogenita di Moise, commerciante, e della cugina di questo, Silvia Modigliani.

Sebbene i genitori appartenessero alla borghesia ebraica, la M. crebbe in un ambiente essenzialmente laico, insieme con i fratelli Corinna e Carlo; alla sorella maggiore, in particolare, la M. rimase sempre molto legata, condividendo con lei, oltre agli affetti familiari, amicizie, esperienze artistiche, abitazioni e vita quotidiana. Inizialmente la M., di carattere mite e remissivo, si orientò verso la pittura seguendo l’esempio della sorella, con cui condivise l’apprendistato presso l’artista viterbese P. Vanni. Ben presto, tuttavia, forse spinta proprio da quest’ultimo, la M. iniziò a dedicarsi alla decorazione su ceramica, specialità che proprio in quegli anni iniziava a godere di una particolare fortuna nell’ambiente artistico romano, anche sull’onda del rinnovato interesse per le arti applicate promosso dal modernismo. Degli anni di formazione della M., scarsamente documentati, rimangono fra le sue carte d’archivio numerosi studi a matita e ad acquerello, copie o rielaborazioni di modelli di ceramica antica; poche anche le testimonianze note della sua prima produzione, destinata forse all’ambiente familiare, senza ambizioni di consensi esterni. Già nelle prime occasioni espositive, tuttavia, le sue opere iniziarono a suscitare un vivo interesse, incentivandola verso la strada del professionismo; nel 1904, sua prima partecipazione documentata a una mostra, la M. vinse una medaglia d’oro all’Esposizione internazionale di St. Louis /Missouri) mentre, nel 1906, dopo aver partecipato per la prima volta alla Esposizione della Società degli amatori e cultori di Roma, presentò alla Mostra di belle arti al parco del Sempione di Milano maioliche a gran fuoco, piatti e tavolette decorati con volti di donne fra tralci di fiori e verzure, aggiudicandosi la medaglia d’argento.

Nel corso del primo decennio del secolo, difatti, i temi prediletti dalla M. furono figure femminili e ornati floreali, delineati con contorni nitidi, pennellate sottili e minuziose, segni sinuosi, che evidenziano una progressiva ed esplicita adesione al gusto art nouveau, come testimoniato da opere quali la tazzina con teoria di ballerine (1905 circa: Roma, collezione Di Veroli, ripr. in Artisti e fornaci, p. 27), il piattino decorato con ireos (1906 circa: Ibid., collezione C. Schaerf, ibid., p. 51), Dolce contemplazione, formella presentata nel 1907 all’Esposizione degli amatori e cultori (1906 circa: Roma, collezione C. Schaerf; Pancotto, p. 39) e infine il grande Vaso liberty in terracotta dipinta e invetriata (1908 circa: Roma, collezione A. Modigliani, ripr. in Artisti e fornaci, p. 52). Nel contempo la M. continuò a studiare e a cercare nuove suggestioni per ampliare il proprio repertorio decorativo, come evidenziato dalla ricca raccolta di fotografie di fregi, motivi ornamentali e maioliche ritrovata fra le sue carte, che testimonia un’ampia gamma di interessi e riferimenti, dai modelli classici e rinascimentali fino a quelli della ceramica orientale e islamica; a questi ultimi, in particolare, la M. si ispirò spesso nella scelta cromatica delle sue decorazioni, privilegiando le tonalità del blu, del turchese e del verde.

Nel corso degli anni le creazioni della M. – che generalmente si limitava a decorare, affidandone l’esecuzione a vasai o servendosi di oggetti in biscotto già in commercio – iniziarono a incontrare un favore sempre più ampio, suscitando l’interesse di esperti quali G. Ballardini, primo direttore del Museo internazionale delle ceramiche di Faenza; questi, nel 1910, le richiese un’opera per le collezioni del Museo, poi perduta nel corso dei bombardamenti che interessarono la sede museale durante la seconda guerra mondiale. Nel 1911 la partecipazione all’Esposizione internazionale di Valle Giulia, a Roma, in cui la M. presentò, nella sezione delle Industrie femminili, un nutrito campionario di sue opere, costituì l’occasione di un’importante affermazione, ulteriormente confermata l’anno successivo, quando la M. espose per la prima volta alla Biennale di Venezia.

Oltre a una produzione di gusto più convenzionale, ispirata nel decoro a modelli medievali, rinascimentali e orientaleggianti, in questi anni la M. iniziò a elaborare nuovi motivi decorativi, legati al mondo animale, come testimoniato da opere quali Vaso dei cervi e Ciotola dei cervi (ambedue 1910 circa: Wolfsoniana, Fondazione regionale per la cultura e lo spettacolo di Genova), o da quelle presentate nel 1911 a Roma e nel 1912 a Venezia (fra cui Vaso con giraffe, Vaso con felini, Cachepot con anatre in volo; ripr. in Venezia e la Biennale …, p. 380). Tale repertorio, in cui compaiono gazzelle, giraffe, cervi, fenicotteri, pavoni, conigli e altri animali comuni o esotici, dipinti con pennellate sottili tra fogliami e arabeschi, incorniciati da fasce a tortiglioni o a volute, resi con una gamma cromatica limitata a uno o due colori (per lo più verde bluastro, bruno, giallo, rosa, dai toni tenui, che contrastano con il senape dell’argilla, tipico della ceramica romana), continuò a caratterizzare la produzione della M. anche negli anni successivi.

Nel corso del secondo decennio del secolo la M. seguitò a lavorare alacremente nello studio che condivideva con la sorella in via Margutta, proponendo le sue opere in diverse esposizioni, fra cui alcune mostre presso i Lyceum di Firenze (1912) e Roma (1913), la Biennale di Venezia del 1914, la Mostra nazionale d’arte nel palazzo Podestà-Luciardi a Sarzana (1916), alcune edizione della Promotrice di belle arti di Napoli (1915, 1916) e la seconda esposizione Pro Patria Ars al Kursaal Biondo di Palermo (1917). In quegli anni, inoltre, la M. partecipò in modo pressoché costante alle Esposizioni della Società degli amatori e cultori di Roma (1914, 1915, 1916, 1917, 1920), registrando nuovi consensi: nell’edizione del 1916, difatti, tre sue opere – Vaso con ghepardi, Vaso con pesci e crostacei e una Ciotola con gallo, in cui la figura dell’animale è sovrapposta a un cartiglio con un motto popolare, motivo che la M. utilizzò, seppur sporadicamente, in alcuni lavori (1916: Roma, Museo Boncompagni Ludovisi) – entrarono a far parte delle collezioni della Galleria nazionale d’arte moderna, mentre nell’edizione successiva il Comune di Roma dispose l’acquisto, su suggerimento di V. Grassi, di tre altre sue ceramiche: Vaso con pipistrelli, Vaso con pavoni, Vaso a fondo bleu (registrati nei libri inventariali della Galleria comunale d’arte moderna e contemporanea con i numeri 688, 689, 690, oggi dispersi). A partire dal 1917, e fino al 1927, la M. intervallò l’attività romana con lunghi soggiorni a Castelgandolfo, dove aveva fatto costruire una piccola fornace per la cottura dei suoi lavori nel giardino della villetta che condivideva con la sorella.

In quegli anni, sull’onda del crescente favore che le sue creazioni incontravano presso i collezionisti – anche la regina Elena visitò più volte il suo studio romano – la M. continuò ad ampliare la sua produzione realizzando, oltre ai pezzi di maggiore impegno destinati alle esposizioni, numerosi oggetti d’uso quotidiano, quali piatti, servizi da tè e da caffè, bricchi e bomboniere, alternando decorazioni ispirate al mondo animale con motivi floreali e vegetali.

Ormai affermatasi come una delle protagoniste della felice stagione che la produzione ceramica conosceva in quegli anni a Roma, nel 1921 la M. prese parte alla prima Biennale romana, dove espose in una vetrina un’ampia selezione di sue opere; nel 1923 partecipò alla prima Esposizione internazionale delle arti decorative di Monza, invitata da D. Cambellotti, coordinatore della sezione romana, insieme con alcuni dei principali artisti-artigiani del momento (fra cui A. Biagini, G. Rufa, G. Prini, R. Rosati, F. Randone). Nel 1927 G. Marangoni le dedicò una tavola ne L’Enciclopedia delle moderne arti decorative italiane con la riproduzione di cinque sue ceramiche con motivi di animali (Milano-Torino 1927, tav. 73). Tuttavia, proprio a partire da questa data, in coincidenza con il generale declino che in quegli anni interessò la produzione ceramica romana, in crisi per la concorrenza con le grandi manifatture italiane, l’attività della M. conobbe una brusca flessione. Datano, difatti, alla fine del terzo decennio le ultime mostre a cui prese parte: l’Esposizione degli amatori e cultori del 1928, la III Mostra marinara (Roma, 1929), e la IV Esposizione internazionale delle arti decorative e industriali moderne (Monza, 1930). Interrotta la propria attività, forse anche a causa della difficoltà di reperire, una volta lasciato quello di Castelgandolfo, un forno valido per la cottura dei suoi lavori, negli anni successivi la vita della M. si svolse in un clima di riservatezza, scandita da pochi accadimenti di rilievo, sempre condivisi con Corinna: tra l’ottobre 1943 e il giugno 1944, le sorelle Modigliani dovettero lasciare la propria abitazione per sfuggire alle persecuzioni razziali, trovando rifugio prima presso un’amica e poi in un convento vicino Roma. Alla fine del decennio si stabilirono in un nuovo appartamento in via delle Fornaci, recandosi spesso per brevi soggiorni a Grottaferrata, dove avevano acquistato un monolocale.

Dopo la morte di Corinna nel 1959, la M. trascorse gli ultimi anni della sua vita, circondata dall’affetto dei nipoti, in un istituto di religiose a Roma, in via degli Artisti.

La M. morì a Roma il 17 genn. 1968.

Fonti e Bibl.: Roma, Archivio L. Di Veroli; Ibid., Archivio C. Modigliani; A. Labbati, Corinna e O. Modigliani, in La Donna, Torino agosto 1912, pp. 11-13; B. Viallet, Le ceramiche di O. M., in Rassegna d’arte antica e moderna, VII (1920), pp. 141-144; Duilio Cambellotti e la ceramica a Roma dal 1900 al 1935 (catal., Faenza), a cura di M. Quesada, Firenze 1988, pp. 10, 16 s., 140-146, 208 s.; Forme colori miti. Ceramica a Roma 1912-1932 (catal., Roma), a cura di R. Miracco, Venezia 1992, pp. 28 s., 154; Venezia e la Biennale: i percorsi del gusto, Milano 1995, pp. 127, 380; L. S., O. e Corinna Modigliani, in Il Portavoce, XXVI (2000), 4, pp. 12 s.; P.P. Pancotto, Corinna e O. Modigliani, Roma 2001; Dal merletto alla motocicletta. Artigiane/artiste e designer nell’Italia del Novecento (catal., Ferrara), a cura di A. Pansera, Milano 2002, p. 143; Artisti e fornaci (catal.), a cura di I. de Guttry - M.P. Maino, Roma 2003, pp. 51 s., 77, 158 s.

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