GUERRINI, Olindo

Enciclopedia Italiana (1933)

GUERRINI, Olindo

Umberto Bosco

Poeta, nato a Forlì, da famiglia originaria da S. Alberto di Romagna, il 4 ottobre 1845, morto a Bologna, dove aveva passato quasi tutta la sua vita come impiegato e poi direttore della Biblioteca universitaria, il 21 ottobre 1916. Nel 1877 un volume di versi, Postuma, che il G. nella prefazione dichiarava opera di un Lorenzo Stecchetti, morto di tisi, e che parvero dal punto di vista morale arditissimi, suscitò una folla di ammiratori, d'imitatori, di detrattori. Scopertasi presto la vera identità del poeta, il G. pubblicò i versi di Polemica e di Nova polemica (1878), in cui confermò ed esagerò il suo atteggiamento "veristico". Il De Musset, il Béranger, il Baudelaire avevano offerto al G. più d'uno spunto; e del resto la sua poesia, che passò per innovatrice, seguiva in realtà la tendenza realistica di quegli anni, che già aveva trovato in Vittorio Betteloni il suo poeta. C'era in più un acceso anticlericalismo, naturale in un romagnolo, e qualche crudezza originata dal gusto matto che il G. ebbe sempre, di burlare e di scandalizzare. Facile ad assumere personalità diverse, cantò in persona di Stecchetti la malinconia di chi si sente prossimo a morte, in versi che parvero strazianti; versificò salacemente, in veste di Argia Sbolenfi, l'isterismo femminile; trovò perfino qualche nota persuasiva di nostalgia, dettando in persona del buon papa Sarto quelle Ciacole de Bepi, che andò pubblicaudo sul Travaso dal 1905 sino alla morte di Pio X. Versatile e fecondo, quasi sempre spontaneo e gradevole, il G. non fu tuttavia poeta grande, perché gli mancò l'intima serietà dell'ispirazione.

Opere: Vedi anzitutto la raccolta delle Rime, Bologna 1903, e delle prose: Brandelli, Roma 1883 e Brani di vita, Bologna 1908. Inoltre: Rime di A. Sbolenfi, ivi 1897; Opera nova, chiamata Ciacole de Bepi, Roma 1908; Sonetti romagnoli, Bologna 1920. Delle sue molte opere erudite, ricordiamo La vita e le opere di G. C. Croce, Bologna 1879. Famoso è infine il suo Giobbe, in collaborazione con C. Ricci, parodia del Rapisardi: Milano 1882, nuova ed., Roma 1929.

Bibl.: A Sorbelli, Bibliogr. stecchettiana, in La Bibliofilia, XVIII (1916-17), pp. 193-212, 356-365 e XIX (1917-18), pp. 67-84; Lorenzo Stecchetti, pagine critiche ed aneddotiche, a cura di varî, Bologna [1917]; B. Croce, in Lett. d. nuova Italia, 3ª ed., Bari 1929, II, pp. 127-144.

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