Onde

Enciclopedia Dantesca (1970)

onde

Riccardo Ambrosini

1. Quale congiunzione coordinativa, o., usata spesso, soprattutto nelle opere in prosa, per collegare tra loro proposizioni e frasi, ha vari significati contestuali, che vanno dalla connotazione di causalità (" pertanto ", " e per questo motivo ") a quella di conseguenza (" cosicché ") e di semplice raccordo tra le parti di una trattazione o narrazione, con un uso fondamentale analogo a quello di ‛ e ', con cui o. è commutabile in certi contesti (cfr. C. Segre, La sintassi del periodo nei primi prosatori italiani, in " Rend. Accad. Lincei " VIII, IV [1952] 41-193, rist. in Lingua stile e società, Milano 1963, 81-270; e v. 5.2.).

Quale pronome e avverbio relativo o. ricorre soprattutto in poesia; rarissimo ne è l'uso quale congiunzione subordinante e quale avverbio interrogativo di moto da luogo, con deciso distacco dalle condizioni etimologiche della forma.

1.1. Complessivamente le attestazioni ne sono una settantina nella Vita Nuova, 40 nelle Rime, 170 nel Convivio, e 261 nella Commedia. La maggiore frequenza di o. in prosa è da attribuirsi sia al fatto che le fasi del ragionamento - dalla proposizione del tema alle deduzioni - ivi sono per lo più concatenate in modo formalmente più esplicito che in poesia, sia al ritornare di alcuni sintagmi che, in inizio di periodo, conferiscono a questo un particolare tono retorico. In poesia l'uso di o., più scarso ma più duttile, lo rivela uno strumento grammaticale specialmente utile in inizio di verso e dopo cesura. Tuttavia, il necessario rapporto tra contenuto espressivo e distribuzione formale fa sì che nelle Rime di sicura attribuzione dantesca o., tranne in 4 attestazioni, ricorra sempre in canzoni (4 volte nelle canzoni C e CII, 3 volte nella XCI), notoriamente più didascaliche.

2. Nella Vita Nuova o., che vi ha prevalentemente funzione di avverbio di collegamento tra proposizioni, è raro in poesia (VII 5 15 ho perduta tutta mia baldanza / che si movea d'amoroso tesoro; / ond'io pover dimoro; XIV 12 12 Amor... fere tra' miei spiriti paurosi / ... ond'io mi cangio in figura d'altrui, / ma non sì ch'io non senta... / li guai de li scacciati; XXXIII 6 10 Ond'io chiamo la Morte, / come... mio riposo), mentre è frequente nelle parti in prosa. Anche se è possibile individuarne varie connotazioni - tra cui quella di derivazione (XXVI 1 quando passava per via, le persone correano per vedere lei; onde mirabile letizia me ne giungea; XXXVIII 6 onde appare che l'uno detto non è contrario a l'altro; XXXIX 5 Onde appare che de la loro vanitade furono degnamente guiderdonati: o. può qui significare " e da questo "), di conseguenza (III 7 essa mi parea che si ne gisse verso lo cielo; onde io sostenea si grande angoscia), forse di argomento (XII 9 dette queste parole, si disparve, e lo mio sonno fue rotto. Onde io ricordandomi, trovai che...) -, non sempre l'identificazione della funzione semantica è chiara (così in XXXIV 3 mentre io... disegnava, vidi... uomini a li quali si convenia di fare onore.... Quando li vidi, mi levai, e dissi... Onde partiti costoro, ritornaimi a la mia opera).

Al punto di raccordo tra narrazione del fatto e rievocazione lirica del medesimo, presentano struttura analoga i luoghi seguenti, aperti da o.: XXII 7 Onde io poi, pensando, propuosi di dire parole; XXIII 16 Onde poi, sanato di questa infermitade, propuosi...; XXVI 9 Ond'io, veggendo ciò... propuosi...; XXXII 3 Onde poi... propuosi di fare uno sonetto.

2.1. A parte il nesso di o. con ‛ io ', che ritorna ben 29 volte su 70, in ovvia relazione con la finzione autobiografica della narrazione (soltanto in XVI 11 Onde dico, e XXIII 3 Onde, sospirando forte, dicea, manca il pronome ‛ io ', tra o. e il verbo alla I pers. singol.), le strutture sintattiche più frequenti sono: o. seguito da una proposizione incidentale con il verbo al gerundio (15 volte: XII 4 e 9, XIV 2, XXVI 9, XIII 15, XXII 3, XXX 1, XXXVIII 4, XXXIX 6, XXXV 2; Ond'io, pensando, in XL 2, XVIII 8, XX 2, XXVI 4 e XLI 1); onde, con ciò sia cosa che, 7 volte; onde poi, 5 volte; onde molte volte (XXXVII 1, con le forme sinonimiche del § 2 Onde più volte, X 1 e XXXVI 1 onde molte fiate).

3. Come nella Vita Nuova, anche nelle Rime, ove la funzione di collegamento di o. prevale, sia pur di poco, su quella relativa (v. 6.1.), la combinazione più frequente di o. è quella con ‛ io ' che, indipendentemente dalle funzioni sintattiche, ritorna 15 volte su 40 complessive.

O. significa " e pertanto ", " e in seguito a ciò ", ad es., in XLVII 9, L 48 'l sì e 'l no di me in vostra mano / ha posto Amore; ond'io grande mi tegno, e 62; LI 11, LVII 9, XCI 73 Io non la vidi... / ch'io non trovasse in lei nova bellezza; / onde Amor cresce in me la sua grandezza; C 56, CIII 47 fuggendo corre verso / lo cor, che 'l chiama; ond'io rimango bianco; CIV 88, Rime dubbie XX 13, XXIV 9.

La connotazione semantica sembra insistere sul valore di origine, in Rime XC 20 Feremi ne lo cor sempre tua luce / ... poi che l'anima mia fu fatta ancella / de la tua podestà... / onde ha vita un disio; XCI 75 Ond'elli avven che tanto fo dimora / in uno stato. Non si esclude che in LXVII 24 la lor vittoriosa vista / ... non si vide pur una fiata: / ond'è rimasa trista / l'anima mia che n'attendea conforto, o. si riferisca al predicato ‛ trista ', e valga " e di ciò ", con funzione di causa.

4. Nel Convivio la funzione connettiva di o. ha una prevalenza assoluta su quella relativa (v. 6.2.). I nessi più frequenti, costituiti dall'avverbio o., seguito da una congiunzione subordinante, sono: Onde con ciò sia cosa che, 19 volte; Onde, se, 5 volte; Onde, quando, 5 volte; Onde, acciò che, 5 volte; Onde, sì come, 5 volte; Onde, avvegna che, 3 volte.

4.1. Anche nell'ambito semantico che, egualmente in inizio di periodo, accompagna l'uso di o., si può scorgere una chiara continuità formale. Tra i sintagmi più frequenti si ricordi: Onde è da sapere (II XV 10, e altre 11 volte); Onde sapemo (IV VIII 7); Onde vedemo (I V 8, e altre 7 volte); Onde si puote omai vedere (III II 19); Onde si può vedere (III XI 6 e 17); Onde pare (" è chiaro ", I V 13); Onde è manifesto (I VI 8, e v. § 4); Onde non è maraviglia (II XV 9); Onde... si puote credere (III VI 10); Onde ponemo (" supponiamo ", II XIV 16); Onde si può comprendere (IV XXIII 11); Onde dicemo (I V 11, III XIII 8; v. IV XIV 9); Onde si dice (IV XXIX 9); Onde in alcuno modo si può dicere (III XI 6, e cfr. XIII 6); Onde non diciamo (III XI 7); Onde non si dee dicere (III XI 9); Onde dice alcuno (III V 3). Contengono egualmente ‛ dire ' altri sintagmi iniziali di periodo, tra i quali cfr. IV XVI 7 onde allora lo circulo si può dicere perfetto; IV X 8 Onde dice Aristotile (v. XXVIII 4), IV VIII 2 Onde Tullio... dice; e così XXVII 16, II XIII 25, IV I 1, II 10, XII 11, XXIV 17; I VIII 13 Onde suole dire Martino; IV XIII 14 Onde Boezio... dice (cfr. I XI 8 Onde Boezio giudica).

4.2. In due luoghi dalla struttura sintattica analoga (Vn XXVIII 3 però che... lo numero del nove ha preso luogo tra le parole dinanzi, onde pare che sia non sanza ragione... convenesi di dire quindi alcuna cosa, e Cv IV XXIV 2 però che... l'anima nostra intende a lo crescere e a lo abbellire del corpo, onde molte e grandi trasmutazioni sono ne la persona, non puote perfettamente la razionale parte discernere) a una proposizione dipendente o., con probabile significato di " cosicché ", ne collega un'altra (che può intendersi anche parentetica rispetto alla precedente), seguita a sua volta dalla proposizione principale. In questi passi si potrebbe riconoscere in o. la funzione di congiunzione subordinante che alcuni hanno proposto di ravvisare in luoghi la cui determinazione sintattica è, però, assai discutibile; tra i passi in cui o. può valere quale congiunzione subordinante si ricordi tuttavia Vn XXI 3 11 Ogne dolcezza... / nasce nel core a chi parlar la sente, / ond'è laudato chi prima la vide cfr. P. Boyde, Dante's Style in his Lyric Poetry, Cambridge 1971, 181 n. 1).

5. Nella Commedia o., la cui frequenza è maggiore nel Paradiso (106 casi) rispetto al Purgatorio (94) e all'Inferno (61), ricorre in inizio di verso 126 volte su 261 complessive. In un altro centinaio di passi con o. inizia la seconda parte del verso, dopo la cesura, sia che o. abbia funzione di collegamento (If XXXII 71 Poscia vid'io mille visi cagnazzi / fatti per freddo; onde mi vien riprezzo / ... de' gelati guazzi) sia relativa (If XXVI 5 Tra li ladron trovai cinque cotali / tuoi cittadini onde mi ven vergogna), come mostrano i due luoghi citati, le cui strutture superficiali, a differenza da quelle profonde, sono, eguali, specialmente dal punto di vista del ritmo (v. 6.4.).

5.1. In rima o. ricorre 2 volte nel sintagma ‛ aver ben o. ' (" avere giustificati motivi per fare qualcosa "), in Pg VI 136 Or ti fa lieta, ché tu hai ben onde, e Pd VIII 55 Assai m'amasti, e avesti ben onde; inoltre, nel nesso ‛ da o. ', in Pd II 86 esser conviene un termine da onde / lo suo contrario più passar non lassi (insieme con Pd VI 70 da onde scese folgorando a Iuba [così nella '21; il Petrocchi legge da indi], una delle due attestazioni di questo nesso); e in Pg XXII 142 Più pensava Maria onde [" al modo in cui ", " come "] / fosser le nozze orrevoli e intere. Si ricordi che l'omofono sostantivo plurale di ‛ onda ' ricorre in rima 6 volte su 9 attestazioni.

5.2. Tra i casi in cui o. collega tra loro due proposizioni si ricordino anzitutto le frasi nominali, analoghe a quelle inizianti con ‛ e ' (v. ‛ e ', 4.4.), ‛ ond'elli, a (a me) ', ‛ ond'io (a lui, lei) ' che introducono un discorso diretto in 23 luoghi della Commedia (ivi compreso Pd VIII 115 Ond'elli ancora: " Or dì ", e XIX 22 Ond'io appresso: " O perpetüi fiori... "). Il verbo che introduce il discorso diretto, invece, è espresso in If XXXI 100 e XXX 109 Ond'ei rispuose; Pg XXXIII 91 Ond'io riipuosi lei; XVI 29 onde 'l maestro mio disse; Pd XXVII 76 Onde la donna... / mi disse.

In alcuni luoghi con o. inizia un verso che racchiude la conseguenza di un episodio o di una parte di esso (If XVII 123 ond'io tremando tutto mi raccoscio; XXIX 45 ond'io li orecchi con le man copersi), o suggella un canto (Pg XIV 151 onde vi batte chi tutto discerne; Pd VIII 148 onde la traccia vostra è fuor di strada), o, a volte con esplicita tendenza didascalica, raccorda le parti di un'allocuzione o di un'esposizione dottrinaria (If I 112 Ond'io per lo tuo me' penso e discerno; XX 57 onde un poco mi piace che m'ascolte; XI 37 onde omicide e ciascun che mal fiere / ... tutti tormenta / lo giron primo, 57 onde nel cerchio secondo s'annida / ipocresia, lusinghe e chi affattura, e 64 onde nel cerchio minore ... / qualunque trade in etterno è consunto; Pd I 112 onde si muovono a diversi porti / per lo gran mar de l'essere; XIII 103 Onde, se ciò ch'io dissi e questo note, / regal prudenza è quel vedere impari).

6. Con funzione di pronome relativo o. è poco attestato nella Vita Nuova, sia in poesia (XXXIII 5 3 io non debbo già mai / veder la donna ond' [" a causa della quale "] io vo sì dolente, sintatticamente affine a VIII 8 5 hai data matera al cor doglioso / ond'io vado pensoso) sia in prosa, ove significa soltanto " da cui ", " da dove " (II 10 molte cose... si potrebbero trarre de l'essemplo onde nascono queste; XXII 4 io era in luogo onde se ne giano la maggiore parte di quelle donne; XXIV 8 guardando in quella parte onde venia).

Anche la funzione interrogativa di o. vi è appena attestata: XIII 6 come colui... che vuole andare e non sa onde [" da quale parte ", " passando attraverso quale luogo "] se ne vada; XIV 11 2 non pensate, donna, onde si mova [" da dove derivi "] / ch'io vi rassembri sì figura nova; XXII 9 3 onde venite...? (v. 6.1.).

6.1. Nelle Rime o. con funzione di pronome relativo è più frequente che nella Vita Nuova, perché vi ricorre 15 volte su 40. La connotazione di causa (LXI 14, CXVI 25 il foco ond'ella trista incende; XCI 11 quello ond'io prendo cordoglio; C 22, Rime dubbie XXVII 14) si affianca - né la distinzione è sempre chiara - a quella di mezzo (CIII 36 quella spada ond'elli ancise Dido), di moto da luogo (LXXXVII 3 le bellezze del loco ond'io fui; C 17, CIII 74 ne li occhi, ond'escon le faville / che m'infiammano il cor), di derivazione (Rime dubbie VII 2 la tua poca personuzza / onde di' che deriva il desiuzzo; VII 2 que' gentili ond'è nata quella / ch'Amor ne la memoria ti suggella), di argomento (Rime dubbie XX 1 Tre pensier aggio onde [" intorno ai quali " o " dai quali "?] mi vien pensare) e all'espressione di un generico concetto di referenza, da rendersi con un attuale " di cui ", altrettanto approssimativo sintatticamente (C 11 non disgombra / un sol penser d'amore, ond'io son carco, / la mente mia; CIII 81 quello ond'io ho più gola; Rime dubbie III 5 5 un lume de' belli occhi ond'io son vago).

La funzione interrogativa è attestata soltanto in LXX 1 Onde venite voi così pensose? (v. 6.).

6.2. Nel Convivio, invece, la funzione relativa di o. è attestata appena 8 volte su più di 170 ricorrenze. La connotazione più frequente è quella di moto da luogo o di derivazione, in II II 5 dirizzai la voce mia in quella parte onde procedeva la vittoria del nuovo pensiero; III XI 16 termine onde venia loro la luce; IV VI 5 L'altro principio, onde ‛ autore ' discende; XXVI 7 tornare a lo loco onde fuggire vuole; XXVIII 2. Il significato referenziale, " di cui ", documentato in IV XXIX 9 onde si dice [v. 4.1.] una bianca massa, perché li grani onde è la massa sono bianchi, è più esplicitamente strumentale in III IV 7 la materia, onde esso è fatto, e anche nel pur discutibile I X 2 la esperienza non è mai avuta onde le cose usate e cervate sono, non si è raggiunta l'esperienza " per mezzo della quale " le cose sono usate e conservate.

6.3. Nella Commedia la funzione interrogativa di o., con valore locale e derivativo, pur limitata, è più frequente che nelle altre opere: If IX 93 Ond'esta oltracotanza in voi s'alletta?; XXII 47 domandollo ond'ei fosse; Pg XIV 13 ne ditta / onde vieni e chi se'; XVIII 111 ne dite ond' [" da qual parte "] è presso il pertugio; XXVIII 24 non potea rivedere ond'io mi 'ntrassi; Pd XVIII 120 rimiri / ond'esce il fummo; XXIV 91 Questa cara gioia... / onde ti venne? Il valore è strumentale-modale in Pg XXII 142, citato in 5.1.

6.4. La funzione relativa di o. è molto frequente nella Commedia (in 135 luoghi, più della metà del totale), con vari significati:

a) " da cui ", con valore di complemento di agente e di strumento (If XI 52 La frode, ond'ogne coscïenza è morsa; IX 42 serpentelli e ceraste... / onde le fiere tempie erano avvinte; XIV 54, XXV 85, Pd XII 104 diversi rivi / onde l'orto catolico si riga; XXVIII 45 l'affocato amore ond'elli è punto); di moto da luogo, origine e distacco (If XIII 95 si parte l'anima feroce / dal corpo ond'ella stessa s'è disvelta; XXXII 56 la valle onde Bisenzio si dichina; Pg VII 18 o pregio etterno del loco ond'io fui; XXI 84 le fóra / ond'uscì 'l sangue per Giuda venduto; Pd IV 116 [il] fonte ond'ogne ver deriva; XI 137 la pianta onde si scheggia; in Pd XXXII 22 Da questa parte onde 'l fiore è maturo, o. indica la posizione rispetto a un dato luogo);

b) " di cui ", con valore di riferenza, a volte con sfumatura causale (If XVIII 12 le lusinghe / ond'io non ebbi mai la lingua stanca; Pg Il 127 se cosa appare / ond'elli abbian paura; X 104 novitadi ond'e' son vaghi; XVI 101 quel ben... ond'ella è ghiotta; XI 112 Siena... / ond'era sire; Pd X 27 quella materia ond'io son fatto scriba; XVI 36 s'allevïò di me ond'era grave; III 96 la tela / onde non trasse infino a co la spuola; XVI 87 li... Fiorentini / onde è la fama nel tempo nascosa); strumentale (Pg XXVIII 42 scegliendo fior da fiore / ond'era pinta tutta la sua via; Pd XX 34 i fuochi ond'io figura fommi); o ambedue insieme (Pd XXI 88 l'allegrezza ond'io fiammeggio; XXV 82 L'amore ond'ïo avvampo; XXVI 15 col foco ond'io sempr'ardo, e 90 un disio di parlare ond'ïo ardeva; il valore è causale nei contesti semanticamente affini di XXVII 54 figura di sigillo / a privilegi... mendaci, / ond'io sovente arrosso e disfavillo, e Pg XV 99 la villa [" Atene "] / ... onde ogne scïenza disfavilla; Pd XIV 13 la luce onde s'infiora / vostra sustanza), e di argomento (If XXXII 14 nel loco onde parlare è duro);

c) " per cui ", " con cui ", con valore di causa o di mezzo (If XXX 69 'l male ond'io nel volto mi discarno; Pg VII 11 cosa... vede / ond'e' si maraviglia; XIII 136 la paura ond'è sospesa / l'anima mia del tormento di sotto; Pd XXXIII 82 [la] grazia ond'io presunsi / ficcar lo viso per la luce etterna; If II 25 quest'andata onde li dai tu vanto; XXX 121 la sete onde ti crepa... la lingua; Pg XI 54 [il] sasso... / onde portar convienmi il viso basso; XXIX 78 quei colori / onde fa l'arco il Sole e Delia il cinto; XXXII 102 di quella Roma onde Cristo è romano; Pd XVI 150 non avea cagione onde piangesse; XXVIII 12 [i] belli occhi / onde a pigliarmi fece Amor la corda). Il probabile significato " in cui ", " quando " che o. sembra avere in Pg XXV 1 Ora era onde 'l salir [Laur, Mart e Triv ch'al salir; Mad, ove] non volea storpio, chiaro esempio - suffragato anche dalle varianti che recano che - dell'ampia utilizzabilità sintattica di o. in quanto avverbio relativo, non esclude, però, quelli " a causa di cui ", " tale per cui ", dato l'ovvio rapporto di conseguenza tra le due proposizioni congiunte da o. (cfr. Rohlfs, Grammatica § 767).

7. Il sintagma relativo ‛ là o. ', in cui ‛ là ', che riprende un sostantivo dal quale si sviluppa un determinato movimento, per lo più non ha significato autonomo ma si fonde in un unico valore locale con ‛ onde ', e il cui prevalente uso in poesia può attribuirsi anche a una voluta plasticità espressiva, ricorre una sola volta nella Vita Nuova (XL 7 vanno oltremare, là onde molte volte recano la palma), 2 volte nelle Rime (CII 36 m'esce... per mezzo de la luce / là ond' entrò la dispietata luce; CXVI 82 là ond' io vegno una catena il serra), mai nel Convivio e 10 volte nella Commedia, in inizio di verso in If I 111 l'avrà rimessa ne lo 'nferno, / là onde 'nvidia prima dipartilla (alcuni codici recano là donde, là dove); Pg IX 39 a Schiro... / là onde poi li Greci il dipartiro (Urb, là donde); I 30 l'altro polo, / là onde 'l Carro già era sparito (Po, là dove); Pd IX 29 un colle... / là onde scese giù una facella; XII 125 ma non fia da Casal né d'Acquasparta, / là onde vegnon tali a la scrittura (Mad, là ove); e in altra sede in If XXXIV 45, Pg XIX 96, e 136 si rinacque / subitamente là onde l'avelse; XVIII 55, e 64 Quest'è 'l principio là onde si piglia / ragion di meritare in voi (ma anche là dove).

Il sintagma ‛ là o. ' è preceduto da ‛ di ' con valore di provenienza, comune alla parte dimostrativa e a quella relativa dell'enunciato, in If XXXIV 45 quali / vegnon di là onde 'l Nilo s'avvalla (ma anche ove e dove), e Pg XIX 96 se vuoi ch'io t'impetri / cosa di là ond'io vivendo mossi.

8. Non attestato nel Detto, o. lo è scarsamente anche nel Fiore.. Tra i passi in cui o. ricorre in inizio di verso, cfr. XXII 9 del giardin sì mal guardò l'entrata; / onde vo' siete la miglior guardiana; XXXVI 9, LXXXII 5, CLXI 10 Ond'è ched i figliuo', ched ella avea / di lui, gli mise a morte(unica attestazione del sintagma ‛ o. è che '); CCXXII 9 Ond'io le tolsi il fior ch'ella guardava, nella conclusione del poemetto. In altra sede, XXXIII 14 Non sa che mal si sia chi non assaggia / di quel d'Amor, ond'i' fu' quasi morto (o. relativo); CVIII 6, CLV 12 sì te voglio ricontare / la via ond'io (" per la quale ") dovre' esser andata.