Piombo fuso, operazione

Lessico del XXI Secolo (2013)

piombo fuso, operazione


piómbo fuso, operazióne. – Campagna militare israeliana nella Striscia di Gaza (27 dicembre 2008 - 18 gennaio 2009), avviata in seguito al ripetuto lancio di missili contro Israele da parte di Ḥamās. Già negli anni precedenti, tra il 2006 e il 2007, si erano intensificate le operazioni militari israeliane a Gaza con l’obiettivo dichiarato di smantellare le basi di lancio dei missili Qassam che minacciavano ripetutamente Sderot, il deserto del Negev, Ashkelon e la città costiera di Ashod. All’inizio del 2008 l’alleanza tra Ḥamās, il partito libanese Hezbollah (Ḩizb Allāh) e l’Iran del presidente M. Aḥmadīnejād, potenziava la forza militare di Ḥamās, ma non risparmiava alla popolazione della Striscia un’ennesima prova di resistenza: il 18 gennaio Israele chiudeva ancora una volta Gaza in una morsa tagliando tutti i rifornimenti (cibo, combustile, aiuti umanitari) e il 23 gennaio alcune centinaia di migliaia di palestinesi forzavano la barriera israeliana al valico di Rafah, al confine con l’Egitto, in cerca di cibo e assistenza. Pronta ad approfittare della tragedia della popolazione, Ḥamās alzava i toni della sua propaganda anti-israeliana per guadagnare attenzione e appoggi nella comunità internazionale, ma alla fine dell’anno, il 27 dicembre, Israele scatenava una nuova guerra a Gaza: obiettivo dell’attacco era porre fine al lancio di razzi sul territorio israeliano che dal 2000 aveva provocato 28 vittime. Con il cessate il fuoco del 18 gennaio 2009 e il ritiro delle truppe israeliane dopo l’operazione p. f., Gaza appariva un campo di rovine: tra 1166 e 1417 morti il bilancio delle vittime tra i palestinesi, e moltissime le perdite registrate tra i civili; 13 gli israeliani morti, 10 militari e tre civili. L’impressione suscitata nel mondo dalla situazione a Gaza spinse il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite a istituire una Commissione d’indagine i cui risultati furono resi noti nel settembre 2009: nella dichiarazione, successivamente sconfessata dal presidente, ma non dagli altri membri della Commissione, si leggeva che durante l’operazione militare Israele aveva reiteratamente violato i diritti umani della popolazione palestinese.