Oppio

Enciclopedia dei ragazzi (2006)

Oppio

Gaetano Di Chiara

Droga tra le più antiche: può curare come uccidere

L’oppio è una droga, appartiene cioè a quell’insieme di sostanze di origine naturale (vegetale o animale) dotate di proprietà aromatiche o medicinali. L’oppio grezzo contiene molti principi attivi, alcuni dei quali sono usati anche in medicina. Di questi il più importante è la morfina che, oltre a combattere il dolore, induce uno stato di tranquillo, piacevole torpore. Per questo motivo l’oppio è spesso usato come sostanza stupefacente

L’oppio: medicina e droga

L’oppio è tra le droghe più antiche. Esso si ottiene dai frutti di Papaver somnifera (Papaveracee), pianta coltivata da secoli in regioni dal clima asciutto quali l’Europa balcanica (Bulgaria, Romania, Grecia), il Medio Oriente (Turchia), l’Asia centro-orientale (Iran, Afghanistan, India, Cina). L’oppio grezzo altro non è che il latice che fuoriesce da tagli orizzontali opportunamente praticati sulla superficie del frutto del papavero. Il latice, a contatto con l’aria, si rapprende e si ossida trasformandosi in una sostanza scura di consistenza gommosa che contiene molti principi attivi, come la morfina, la papaverina, la codeina, utilizzati nella cura delle malattie. Tuttavia, è soprattutto alla morfina che si devono gli effetti dell’oppio sull’organismo umano e animale: le sue proprietà sono narcotico-analgesiche, cioè in grado di indurre uno stato di tranquillo torpore (narcotico) o di lenire i dolori più intensi e profondi (analgesico). Questi effetti dell’oppio sono di per sé piacevoli e ciò ha fatto sì che fin dall’antichità l’oppio sia stato usato non soltanto a scopo terapeutico, ma anche a scopo puramente voluttuario.

È importante la forma di assunzione

L’oppio può venire assunto in varie forme e attraverso varie vie. Come sostanza stupefacente l’oppio è inalato sotto forma di fumo sprigionato dalla sua combustione. In questo modo sono assorbiti solamente i principi attivi che alle alte temperature diventano volatili, com’è appunto il caso della morfina.

La morfina è un alcaloide, vale a dire una sostanza organica a reazione basica (acidi e basi), poco solubile in acqua e più solubile nei grassi (lipidi). Questa proprietà, detta lipofilia, le consente di attraversare le membrane cellulari che contengono un’elevata quantità di fosfolipidi (lipidi contenenti fosforo). Quando è inalata sotto forma di vapore, la morfina attraversa facilmente le membrane degli alveoli del polmone e rapidamente passa nel sangue dal quale è trasportata al cervello dove, superata la barriera che si frappone, con le sue membrane fosfolipidiche, tra il sangue e il cervello (barriera emato-encefalica), raggiunge i siti d’azione centrali (recettori neuronali). Quella polmonare costituisce perciò la via più efficiente per assumere morfina proprio per la rapidità con cui questa raggiunge i recettori cerebrali.

Nell’uso terapeutico, invece, l’oppio è assunto per via orale, come tintura in soluzione di acqua e alcol etilico. La via orale, cioè l’assunzione per bocca, permette un assorbimento dell’oppio più lento che produce gli effetti analgesici ma non crea gli intensi effetti narcotici dell’oppio assunto per via inalatoria.

Si chiama eroina, ma non è eroica

Oggi la maggior parte dell’oppio viene coltivato per produrre una sostanza molto pericolosa per la salute umana, l’eroina, prodotto ottenuto dalla morfina attraverso un processo chimico relativamente semplice.

L’eroina, o diacetilmorfina, ha una maggiore lipofilia della morfina e penetra più rapidamente di questa attraverso la barriera emato-encefalica, ma una volta raggiunto il cervello si modifica chimicamente riconvertendosi in morfina. L’eroina è una molecola che consente perciò di veicolare più velocemente la morfina nel cervello e di aumentarne l’intensità degli effetti a livello di sistema nervoso centrale. È per questo motivo che l’introduzione dell’eroina nel commercio illegale di stupefacenti ha aumentato enormemente la pericolosità della produzione e del commercio d’oppio.

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