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fig. A

Nella terminologia architettonica classica, termine, specificato dagli aggettivi, usato per indicare i particolari sistemi di struttura muraria e i paramenti in uso presso i Romani: o. quadratum (fig. A), blocchi di tufo disposti a strati alternati, uno per lungo e uno per largo a formare una struttura regolare; o. caementicium, tecnica muraria costituita da un unico impasto di malta a base di scaglie di pietra e calce; o. incertum (fig. B), tessitura composta da piccole pietre o da blocchetti di tufo piramidale squadrati alla meglio, o. reticulatum (fig. C), tessitura regolare di blocchetti di tufo cuneiformi a base quadrata, tendenti a creare una trama a forma di rete; o. latericium o testaceum (fig. D), tessitura caratterizzata dall’uso di mattoni d’argilla cotti al sole e legati con malta; o. listatum o vittatum (fig. E), paramento costituito da corsi di mattoni alternati con parallelepipedi di tufo, disposti in fasce orizzontali ecc.

Nelle tecniche musive, o. alexandrinum, tipo di litostrato ottenuto con frammenti regolari a disegno geometrico di marmi colorati (sul genere dei pavimenti eseguiti dai Cosmati nel 12° e 13° sec.); o. tessellatum, o. vermiculatum, altre varietà della tecnica del mosaico.

In oreficeria, in particolare nella filigrana, o. veneticum ad filum, metodo, originato a Venezia nel 14° sec., di unire lo smalto alla filigrana (detto in seguito anche o. hungaricum per la diffusione che ebbe in Ungheria).

In calcografia, o. mallei («opera di martello»), incisione del metallo con ferri di varie fogge battuti a martello sul metallo, per ottenere un effetto granoso; per affinità di lavorazione nel Rinascimento è stato così definito anche lo sbalzo.

Con significato generico di opera, lavoro, il termine è usato anche per definire alcuni tipi di ricamo medievale: o. anglicanum (o anglicum), originario dell’Inghilterra, usato specie nel 13°-14° sec., di carattere particolarmente sontuoso (piviale di Sionne, Londra, Victoria and Albert Museum, 13° sec., e quelli delle cattedrali di Pienza, Bologna, Toledo ecc.); o. theutonicum, variante dell’anglicano; o. cyprense, a fili d’oro; o. romanum ecc. Più che una tecnica esclusiva, tali definizioni sembrano segnalare uno stile nazionale. Altre volte o. è usato per definire la tecnica di un tessuto: per es., o. diaperatum, di tessuti in cui il disegno si differenzia per l’andamento della trama e non per un colore diverso da quello del fondo.

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