ORANGE

Enciclopedia Italiana (1935)

ORANGE (Stato Libero dell'Orange; Orange Free State; ora ufficialmente Province of the Orange Free State; A. T., 120)

Umberto TOSCHI
Gennaro MONDAINI
Giuseppe MOLTENI

Una delle quattro provincie costituenti l'Unione Sudafricana (v.), terza per estensione superficiale (128.580 kmq.), ma ultima per entità di popolazione. Nel paesaggio uniforme dell'Africa australe interna il territorio dello Stato Libero si presenta abbastanza nettamente individuato anche sotto l'aspetto naturale. Da una parte, verso NE., esso è limitato per breve tratto dall'orlo della Grande Scarpata (M. dei Draghi); per quasi tutto il rimanente giro dei confini è chiuso e come abbracciato dai due grandi corsi d'acqua, l'Orange a S. e il Vaal a O. e a N. Dal massiccio dei Basuto lo Stato Libero viene anche separato per maggior tratto dal fiume Caledon, affluente al Vaal. La forma che ne risulta è abbastanza unita e regolare, una specie di sacco disposto da NE. a SO. Politicamente confina col Transvaal a N., col Natal e col Protettorato dei Basuto a E., con la Colonia del Capo a S. e a O.

A eccezione soltanto dell'incluso granitico di Vredefort, di età più antica, affiorano nell'intero territorio dello Stato Libero i depositi orizzontali o suborizzontali della nota formazione continentale detta del Karru con tutti i suoi aspetti tipici, dai conglomerati di base (Dwyka) alle arenarie della serie degli Storm Bergen. Dall'orlo orientale, levato sin oltre i 3000 m. s. m. (M. dei Draghi, Massiccio Basuto) e scolpito da vere valli fluviali, il suolo scende gradualmente verso E. e SE. sin circa i 1000-1200 m. s. m. con grandi piani ondulati ed erbosi, il tipico veld boero, variati soltanto, per la diversa resistenza dei materiali alla degradazione meteorica, dall'emergere di lunghe soglie doleritiche o di tavole arenacee e scistose e dall'incisione dei maggiori fiumi, che vi corrono generalmente incassati a profondità da 10 a 20 m. sotto il livello circostante. Il reticolo idrografico appare dunque robustamente inciso e sviluppato in forma di ventagli confluenti al Vaal e all'Orange, uniti infine pur questi due, ma a SO., fuori dello Stato. Tranne il Vaal, l'Orange e il Caledon, i corsi d'acqua sono quasi asciutti per 3-4 mesi dell'anno, mentre in altre stagioni corrono come gonfî e precipiti torrenti. Nei piani occidentali si adagiano numerosi acquitrini e stagni salati, ridotti nella stagione calda a grandi aree di fanghi salini. Il clima è relativamente temperato, per l'altimetria. Le correnti calde e umide dell'Oceano Indiano sono arrestate dal margine orientale dei M. dei Draghi: il paese resta quindi prevalentemente sotto l'influsso di correnti occidentali aride e saltuariamente di quelle settentrionali più calde. Contribuisce a rinfrescare l'ambiente il giuoco delle brezze fra l'occidente desertico e l'oriente montuoso. L'atmosfera si mantiene quindi generalmente assai limpida e pura; le piane occidentali tuttavia rimangono talora esposte a uragani di sabbia. La temperatura media nella stagione fredda (maggio-agosto) è fra 16° e 18°, nella calda (dicembre-febbraio) fra 24° e 26°. Notevole è l'escursione diurna (da 12° a 18°). La piovosità non è molto abbondante e si concentra in 60-70 giorni, per solito in forma di violenti e rapidi acquazzoni, con prevalenza nei mesi da dicembre ad aprile, in cui l'Orange viene a trovarsi sul margine della depressione barica che segue lo spostarsi dell'Equatore termico. La quantità annua va diminuendo rapidamente da NE. a SO. variando all'incirca fra i 900 e i 500 mm., o anche molto meno nei piani predesertici. La formazione spontanea del veld erboso, con arbusti sparsi (mimosa), prevale ancora sulla massima estensione: formazioni arboree (acacia) si annidano nelle incisioni fluviali e nelle valli alte, e qui pure si è soffermata principalmente la trasformazione operata dai coltivatori. Al censimento del 1921 la popolazione dello Stato Libero è risultata di 188.556 Bianchi e 440.271 uomini di colore. Successivamente sono stati eseguiti altri due censimenti, ma per i soli Bianchi, i quali nel 1931 risultavano 205.374. La densità media nel 1921 era quindi di 5 ab. per kmq.; la proporzione fra Bianchi e uomini di colore di 1 : 2,3.

Dei Bianchi la grande maggioranza è costituita dall'elemento olandese-boero (80-90%), il quale predomina qui più che in qualunque altra delle provincie sudafricane. Anche la popolazione di colore è nell'Orange la più omogenea, constando quasi esclusivamente di Bantu, diffusi in piccole e grandi "riserve" sparse nel paese. Fra esse le maggiori si trovano intorno a Taba Nchu e a Harrismith (Basuto circa 55%, poi Barolong, Beciuana e Zulu, i Boscimani essendo appena circa 5.000). Quasi trascurabile è il numero degli uomini di colore di stirpe asiatica (sanguemisti del Capo, i più, e pochi Indiani): in tutto forse 15.000. La popolazione è prevalentemente rurale e sparsa. Unico centro urbano è la capitale Bloemfontein (v.), in ottima situazione centrale, con 53.000 ab. (1932), di cui oltre la metà Bianchi. Gli altri principali centri amministrativi ed economici (Kroonstad, Harrismith nel NE., Jagersfontein nel SO.) hanno popolazione fra 5000 e 10.000 ab. Circa il 73% dei Bianchi appartiene alle chiese riformate olandesi, il 12% all'anglicana, il 2,5% alla cattolica. Degl'indigeni circa un quarto appartiene alle chiese cristiane, il rimanente professa ancora le tradizionali credenze primitive (v. bantu; boscimani; ottentotti).

Base dell'economia dell'Orange è l'allevamento estensivo, cui si prestano le vaste distese erbose del veld. La relativa deficienza di altre risorse naturali e la scarsità delle aree facilmente assoggettabili a coltivazione, l'autonomia politica e sociale ostinatamente difesa, hanno contribuito a conservare all'Orange le originarie caratteristiche dell'economia boera più che in ogni altra contrada dell'Unione. E anche più avanzata che in alcun'altra è la ripartizione del territorio fra le fattorie dei coloni (farms), che si stendono su poco meno del 90% della superficie.

Di questa estensione appena un decimo è tuttavia soggetto a coltura. Il rimanente, quasi del tutto, serve al pascolo. Si allevano principalmente ovini (12.000.000), specie nelle più alte terre orientali, e caprini presso gl'indigeni (1.000.000); poi bovini (quasi un milione) ed equini (150.000). Nelle valli occidentali si è però diffusa notevolmente anche la coltivazione dei cereali. Prevale il mais, che nei distretti di NO. trova la zona più produttiva di tutta l'Unione con rendimenti da 18 a 30 q. per ettaro. Molto meno importante il frumento (distretti di SE., lungo il confine con il Basutoland): press'a poco nelle stesse zone si coltivano avena e grano cafro, qua e là orzo e segala, impiegati per l'alimentazione degli animali. Negli ultimi 30 anni si sono sviluppate notevolmente le colture della patata (fra Harrismith e Taba Nchu) e del tabacco (Vredefort). Assorbita dal consumo locale è la produzione di frutta e vino.

Produzione mineraria importante è quella dei diamanti nei pozzi di Jagersfontein e Koffiefontein, oltre che in località di minore importanza. Modesta è la produzione delle miniere di carbone nel nord, presso il Vaal (Vierfontein, Vereeniging). Il valore della produzione dei diamanti fra il 1887 e il 1931 si calcola in 32 milioni di sterline e poco meno di 6 milioni quella del carbone (dal 1902 al 1931). Fra le industrie hanno una certa importanza soltanto la molitoria, la preparazione dei pellami e lo sfruttamento delle sorgenti e degli stagni salini.

Lo sviluppo economico del paese è favorito dall'armonico disegno delle vie di comunicazione, condizionato a sua volta alla plastica: la direttrice fondamentale è costituita dalla strada e dalla ferrovia pedemontane che congiungono Colesberg, cioè la rete del Capo, con Johannesburg (Transvaal), passando per Bloemfontein e Kroonstad. Tre principali linee ferroviarie tagliano questa direttrice completando lo scheletro della rete: la meridionale Koffiefontein-Bethulie-Aliwal North, la mediana Kimberley-Bloemfontein-Maseru (Basuto) con diramazione al sud per Aliwal North; la settentrionale Potchefstroom-Kroonstad-Harrismith-Ladysmith (Natal), con qualche altra congiungente minore. Complessivamente la rete ferroviaria somma a 1633 km.; essa è particolarmente densa nel NE.

Il traffico oltre confine si svolge principalmente con la Colonia del Capo (anche in transito verso la Gran Bretagna) e col Transvaal; in aumento tuttavia quello col Natal per i prodotti tipici di questo (zucchero, frutta tropicale, tè). L'Orange esporta diamanti sul mercato londinese; bestiame vivo, lana, cereali, uova ai paesi contermini. L'importazione per 3/4 viene dalla Gran Bretagna via Capo (Capetown, East London) e, secondariamente, via Durban; il rimanente dai nuovi distretti industriali del Capo e del Transvaal e, per i prodotti tropicali, dal Natal.

Lo Stato Libero è rappresentato nel parlamento federale da 3 senatori e 18 deputati, eletti esclusivamente dalla popolazione bianca. Capo del governo locale è un amministratore designato dal governo federale e assistito da un comitato esecutivo di 4 membri eletti dal consiglio provinciale. Questo è costituito da 25 deputati eletti dai Bianchi e legifera sulle materie di interesse locale (lavori pubblici, istruzione primaria, polizia, ecc.). Il territorio è diviso amministrativamente in 31 distretti. Particolari magistrature amministrative e giudiziarie esistono per la popolazione indigena.

Storia. - La storia dell'Orange si riconnette con la grande emigrazione boera della Colonia del Capo (v. sudafricana, unione), che daia vita nel 1836 a una prima repubblica patriarcale boera di agricoltori-pastori denominata Stato Libero di Orange dal fiume che ne bagnava il territorio. Nel 1848 però l'Inghilterra, preoccupata di una formazione politico-territoriale ostile alla sua espansione nell'Africa meridionale, invadeva una prima volta l'Orange e lo annetteva alla Colonia del Capo, determinando così l'ulteriore emigrazione da esso dei Boeri più intransigenti, i quali con Andrea Pretorius procedevano oltre il Vaal a crearvi una nuova repubblica indipendente (v. transvaal). Sei anni dopo tuttavia, sotto l'influenza da una parte di una politica coloniale più liberale, dall'altra di fronte al pericolo rappresentato dalla ostilità dei Boeri durante le guerre inglesi contro i Cafri, l'Inghilterra stessa riconosceva di nuovo con la convenzione di Bloemfontein (1854) l'indipendenza dell'Orange, alla condizione (fra le altre) di non ristabilire più nello Stato Libero la schiavitù. Paese patriarcale nella sua economia ancora esclusivamente agricolo-pastorale e nella sua forma di governo repubblicano, con un presidente e una sola Camera di rappresentanti, lo Stato Libero d'Orange cominciava a veder minacciata altresì la propria fisionomia etnica, economica e sociale dalle scoperte diamantifere di Kimberley (1867-70), che vi attiravano in copia l'elemento inglese e provocavano ben presto (1876) il distacco del Griqualand occidentale annesso dall'Inghilterra alla Colonia del Capo nel 1877 dietro un compenso all'Orange di 100.000 sterline (la produzione diamantifera di Kimberley a meno d'un trentennio dalla scoperta superava il miliardo e mezzo di lire-oro).

Le ulteriori scoperte minerarie (diamanti, carbone ed oro) attiravano nel paese nuovi emigranti inglesi, olandesi, tedeschi, aumentandone la popolazione (questa nel 1890 superava già i 200.000 ab. di cui 77.716 Bianchi e 129.787 indigeni), slargandone la vita economica e sociale, incrementandone col commercio estero fortemente attivo (nel 1898 le esportazioni salivano già a Lst. 1.923.425 di fronte a sole Lst.1.190.932 d'importazioni) le finanze da un lato, le relazioni coi paesi di transito verso il mare (il Capo in particolare) dall'altro, minandone infine e soprattutto la patriarcale compagine politica. Prima ancora però di cadere sotto l'urto interno delle nuove forze e tendenze etnico-sociali, questa veniva travolta dall'esterno: la guerra inglese contro il Transvaal, col quale l'Orange, mediante il trattato di reciproca difesa del 1897, aveva legato le sue sorti nella comune reazione boera contro le minacce dell'imperialismo britannico. Occupato senza possibilità di efficace resistenza delle armi inglesi fino dal principio della guerra anglo-boera dal 1899-1902, lo Stato Libero d'Orange, col proclama di lord Roberts del 24 maggio 1900, veniva annesso ai dominî britannici col titolo di Colonia del fiume Orange. Sottoposta durante la guerra ad un regime militare e dopo di essa ad uno puramente amministrativo, la nuova colonia, la cui popolazione, grazie anche alla politica di colonizzazione agricola inglese adottatavi, andava rapidamente aumentando (il censimento del 1904 annoverava 387.315 ab. di cui 142.679 Bianchi e 244.636 di colore; quello del 1911 ab. 528.174, di cui 175.189 Bianchi e 352.985 di colore), nel 1907 otteneva, se non l'autonomia coloniale, un governo per lo meno largamente rappresentativo (v. sopra). Creatasi poco dopo l'Unione Sudafricana (1910), l'Orange, che già prima della guerra anglo-boera aveva formato con la Colonia del Capo un'unione doganale e ferroviaria (1888) e dopo la guerra era entrato nella più vasta Unione doganale sudafricana, costituitasi nel 1903 e ingranditasi nel 1906, mentre col Transvaal aveva costituito una specie di unione finanziaria per determinati fini (ferroviarî e di polizia in particolare) attraverso un Consiglio intercoloniale orange-transvaaliano (1903), entrava, come "provincia originaria" e con l'antico nome di Stato Libero d'Orange, nella nuova federazione coloniale autonoma cui dava anzi la capitale giudiziaria (in quanto fatta sede della Corte suprema dell'Unione) col suo capoluogo Bloemfontein, passato dai 3400 ab. del 1890 ai 26.915 del 1911.