ORATORIO

Enciclopedia Italiana (1935)

ORATORIO

Agostino TESTO
Guido ZUCCHINI

. È un luogo sacro destinato al culto divino pubblico. A differenza della chiesa, che è per tutti i fedeli, i quali vi hanno libero accesso, l'oratorio è principalmente eretto per determinate persone fisiche o morali, con limitazioni per l'ingresso di altri fedeli. Nell'attuale legislazione canonica si hanno tre classi di oratorî. Pubblico è l'oratorio eretto per una confraternita, comunità e collegio, o anche per persone private, ma con diritto d'accesso agli altri fedeli almeno nel tempo delle sacre funzioni; semipubblico, è quello eretto in favore d'una comunità o d'un determinato ceto di fedeli, senza che sia libero l'accesso ad altri; privato o domestico è quello eretto nelle case private a favore soltanto d'una famiglia o persona privata.

L'oratorio pubblico e semipubblico possono essere consacrati o benedetti solennemente come le chiese; quello privato invece può ricevere soltanto la benedizione comune, ciò nonostante deve essere riservato al culto divino e libero da ogni altro uso domestico. L'oratorio pubblico è retto dallo stesso diritto delle chiese quanto all'erezione, consacrazione o benedizione solenne, violazione e riconciliazione, e altre proprietà; e in esso, se almeno benedetto solennemente, si possono fare tutte le funzioni, concesse dalla liturgia, eccettuate quelle strettamente parrocchiali. L'oratorio semipubblico può essere eretto soltanto con il consenso dell'Ordinario, il che si richiede pure per la sua soppressione; in esso, così legittimamente eretto, si possono celebrare tutte le funzioni sacre, eccettuate quelle escluse dalle leggi liturgiche o dall'Ordinario. L'oratorio privato può essere eretto anche per privata autorità, ma perehé in esso si possa celebrare abitualmente la messa, si richiede l'indulto della S. Sede, che suole concederlo soggetto a molte limitazioni, cioè una sola messa bassa, escluse certe feste più solenni (Natale, Pasqua, ecc.), alla presenza dell'indultario, e valevole a soddisfare al precetto festivo soltanto per le persone determinate nel rescritto. Quest'ultima limitazione non vale per gli oratorî pubblici e semipubblici, né per le edicole o cappelle, anche delle famiglie private, erette nei cimiteri (nelle quali, sebbene siano oratorî privati, pure si possono celebrare abitualmente anche più messe con il permesso del vescovo diocesano), nei quali luoghi chiunque assista alla messa soddisfa al precetto festivo.

Storia e arte. - Cappelle isolate, per lo più di piccole dimensioni, furono usate fin dai primi tempi del cristianesimo; ma senza particolari forme architettoniche. Oratorî erano nei bassi tempi piccoli edifici posti in luoghi isolati dove gli eremiti si ritiravano a vita contemplativa. I castelli feudali medievali avevano oratorî privati dentro le mure del fortilizio: anche i grandí monasteri usavano oratorî per le funzioni del capo della comunità. Nel secolo XVI, dopo la Controriforma, gli oratorî ebbero un grande sviluppo. Spesso furono costruiti nella parte superiore delle chiese o sopra una delle grandi sale del pianterreno dei conventi; tribune per oratori, palchi e cantorie arricchirono le pareti.

Tra i più antichi vanno citati alcuni oratorî di Roma, come quello dei Quaranta Martiri con affreschi del sec. VIII. A Ravenna è ricco di musaici l'oratorio di S. Maria in Cosmedin detto Battistero degli ariani. Pareti affrescate nel sec. XIV costituiscono il pregio dell'Oratorio di S. Giorgio a Padova: gioiello di scultura del Rinascimento è l'Oratorio di S. Bernardino a Perugia di Agostino di Duccio. Magnifici e ricchissimi di sculture e stucchi sono quelli dovuti all'arte barocca (oratorio dei Filippini del Borromini a Roma; di S. Domenico e S. Zita e di S. Lorenzo a Palermo, capolavori del Serpotta; di S. Filippo Neri a Bologna disegnato dal Torreggiani). (V. tavv. LXI e LXII).

© Istituto della Enciclopedia Italiana - Riproduzione riservata