Orientalismo

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Atteggiamento caratterizzato da uno spiccato interesse e da una forte ammirazione per ciò che è orientale, per la civiltà e la cultura dell’Oriente.

L’interesse formale e contenutistico rivolto, dalla letteratura e dalle arti figurative europee, alla cultura e agli usi orientali, rientra in senso generico nell’ambito dell’esotismo. In senso stretto una forte corrente di gusto iniziò nei primi anni del 18° sec. in Francia con la pubblicazione delle Mille e una notte e delle Cent estampes (1715). L’Oriente, oltre che fonte di studi scientifici o meta di viaggi, fu evocato come luogo di suggestive rovine, meraviglie ed esotiche bizzarrie. Ma l’o. assunse importanza di vero movimento artistico e letterario solo in epoca romantica, specie dopo le campagne napoleoniche in Egitto e in Siria (1798-99).

Massimo esponente ne fu E. Delacroix; la sua influenza toccò T. Chassériau e portò alla formazione di un primo gruppo di orientalisti, fra i quali A.-G. Decamps. I pittori romantici opposero il vivo mondo orientale all’antichità greco-romana ma non mancarono adozioni di soggetti orientali da parte di pittori quali J.-A.-D. Ingres. Un secondo gruppo di orientalisti si ebbe con E. Fromentin, A. Dehodencq e, in Italia, A. Pasini.

In campo letterario temi e interessi emergono nell’opera dei maggiori scrittori europei, dal Romanticismo al Decadentismo e oltre: J.W. Goethe (West-östelicher Divan), F.-R.-A. Chateaubriand, G. Byron, A. Lamartine (Souvenirs, impressions, pensées et paysages, pendant un voyage en Orient), S.T. Coleridge (Kubla Khan), V. Hugo, G. de Nerval (Voyage en Orient), G. Flaubert, P. Loti, O. Wilde, A. Gide e numerosi altri.

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