Orribile

Enciclopedia Dantesca (1970)

orribile

Alessandro Niccoli

Nell'accezione più frequente è riferito a tutto ciò che provoca nell'animo dell'osservatore un'impressione violenta di repulsione e di spavento per il fatto di essere crudele o ripugnante; è perciò aggettivo tipico del linguaggio dell'Inferno: If XXV 59 Ellera abbarbicata mai non fue / ad alber sì, come l'orribil fiera / per l'altrui membra avviticchiò le sue (la fonte è Virg. Georg. IV 442 " omnia transformat sese in... / ignem... horribilemque feram "); III 25, IX 92, XI 4, XIII 19, XIV 6, XVII 119, XXXI 44.

Con la stessa accezione l'aggettivo comparirebbe anche in If VIII 51 Quanti si tegnon or là sù gran regi / che qui staranno come porci in brago, / di sé lasciando orribili dispregi, secondo l'interpretazione data alla terzina dal Pagliaro (" quanti... grandi personaggi... qui staranno come porci nel fango... consentendo che sulle loro anime si esercitino atti del più tremendo disprezzo "; cfr. Ulisse 620-622); l'esegesi corrente, invece, spiega orribili dispregi come " memoria infame " (Mattalia).

Altre volte, più che a realtà spaventose o raccapriccianti, è riferito a cose o ad avvenimenti capaci di suscitare un'angoscia particolarmente intensa (Vn XXIII 4 m'apparvero certi visi diversi e orribili a vedere, li quali mi diceano: " Tu se' morto "; altro esempio in XXXVII 3) o anche sgomento e pietà (Pg XIII 83 le divote / ombre degl'invidiosi, con le palpebre cucite da un fil di ferro, per l'orribile costura / premevan sì, che bagnavan le gote).

In altri esempi è attribuito a cose terrene, opinioni, condizioni spirituali poste in rapporto a una particolare reazione psicologica del parlante di fronte a esse; in questi casi sottolinea lo sdegno violento, l'intensa protesta morale provocati nello scrittore o nel protagonista dell'episodio dalla realtà di cui hanno preso coscienza: If XXXIII 47 io senti' chiavar l'uscio di sotto / a l'orribile torre; Pg III 121 Orribil furon li peccati miei; Cv II VIII 10 se tutti fossero ingannati, seguiterebbe una impossibilitade, che pure a ritraere sarebbe orribile; e così pure in IV VII 5, XV 12, Pg XIV 27.