Ortega y Gasset, José

Enciclopedia on line

Filosofo e saggista spagnolo (Madrid 1883 - ivi 1955). Nella forma allora sempre più in voga del saggio scrisse le sue opere, non molte, ma di molto valore sia filosofico sia letterario. O. è infatti anche uno degli scrittori più pregiati per magistero di lingua e di stile. Fra le sue opere più note sono le Meditaciones del Quijote, in cui investiga il chisciottismo e lo spirito non dell'immortale cavaliere errante bensì del Cervantes, e la España invertebrada, che ha valore di documento. Pensatore acuto, ricercatore delle cause storiche e psicologiche del malessere intellettuale della Spagna, O. ha condotto una severa revisione dei valori intellettuali del passato, della tradizione, di cui ha una visione quanto mai pessimista e in cui la sua critica negativa e demolitrice eccettua ben pochi.

Vita. La sua educazione spirituale si riconnette alla cosiddetta «generazione del '98», al nucleo, cioè, di scrittori modernisti, eredi d'innovatori quali Ganivet, Alas, Unamuno, Costa, ecc. Formò e perfezionò la sua cultura in Germania, dove si educò al neokantismo. Tornato in patria, successe nel 1910 a N. Salmerón nella cattedra di metafisica dell'università di Madrid dal 1910 al

1936. D

eputato nell'assemblea costituente della seconda repubblica spagnola dal 1931, allo scoppio della guerra civile lasciò il paese, ritornando nel 1948 a Madrid dove fondò l'Instituto de Humanidades, nel quale cominciò a insegnare. Ha diretto una delle più importanti riviste europee, la Revista de Occidente, attraverso la quale penetrarono in Spagna i più diversi moti della filosofia tedesca contemporanea.

Opere e pensiero

Acuto interprete di fenomeni artistico-letterari e politico-sociali, nei suoi scritti ha espresso una dottrina metafisica, il «razio-vitalismo», che individua la realtà ultima del mondo non nel pensiero né negli oggetti ma nella vita, concepita non in senso biologico ma come caratteristica dell'individuo singolo; secondo tale dottrina, intesa a superare l'opposizione tra realismo e idealismo, l'io e gli oggetti, lungi dal rappresentare una mera coesistenza, si costituiscono reciprocamente nelle incessanti circostanze di vita («io sono io e le mie circostanze») nel corso delle quali l'individuo, guidato dalla ragione, è chiamato a scegliere liberamente il proprio progetto e i propri valori. Il mondo, così, non è altro che prospettiva, e «prospettivismo» è il nome che O. dà alla propria teoria della conoscenza, alla dottrina secondo cui è solo in base a sistemi concettuali alternativi ma ugualmente veri che il mondo può venir interpretato. Tra le opere si ricordano: Meditaciones del Quijote (1914); El espectador (1916-34); España invertebrada (1921); La deshumanización del arte (1925); La rebelión de las masas (1930); Goethe desde dentro (1932); En torno a Galileo (1933); Meditación de la técnica (1939); Estudios sobre el amor (1941); Teoría de Andalucía y otros ensayos (1942). Tra gli scritti postumi: ¿Qué es filosofía? (1958); Meditación del pueblo joven (1958); Pasado y porvenir para el hombre actual (1962).

CATEGORIE
TAG

Assemblea costituente

Generazione del '98

Neokantismo

Metafisica

Idealismo