Ortopedia

Dizionario di Medicina (2010)

ortopedia


Ramo della medicina che studia il modo di prevenire e di curare le alterazioni anatomiche e funzionali, congenite o acquisite, dell’apparato locomotore.

Storia

L’o., intesa specialmente come cura delle deformità traumatiche, ha origini antichissime; meno antichi sono i tentativi di curare le deformità congenite. Ippocrate si occupava delle fratture e delle deformità e di argomenti analoghi si occuparono anche Celso e Galeno; quest’ultimo introduce i termini di scoliosi, cifosi, lordosi e pseudoartrosi. Le origini della o. possono essere fatte risalire al Rinascimento, insieme a quelle della chirurgia moderna, della quale l’o. rappresentava una branca: tra i primi esponenti dell’o. vanno perciò ricordati i maggiori chirurghi del Rinascimento, come A. Paré, e tra gli italiani Guido Guidi (1508-1559), Giovanni Andrea della Croce (1509 ca.-1575), Girolamo Fabrici d’Acquapendente e in seguito A. Scarpa e D. Cotugno. Come la chirurgia, così anche l’o. ha realizzato enormi progressi dopo la seconda metà del sec. 19°, con l’introduzione prima dell’antisepsi, poi dell’asepsi, delle varie forme di anestesia, e degli antibiotici. Parallelamente il continuo progredire delle discipline mediche ha permesso di chiarire l’origine di molte malattie congenite e acquisite a carico dell’apparato locomotore, rendendo l’o. capace di occuparsi, oltre che delle cure, anche della prevenzione delle deformità. Tra i maggiori esponenti dell’o. in Italia in questo periodo bisogna ricordare Giovanni Battista Fabbri (1806-1875), Francesco Rizzoli (1809-1880), il quale fondò a Bologna un grande istituto ortopedico, e A. Codivilla.

Tecniche ortopediche

I progressi della tecnica hanno permesso di costruire apparecchiature protesiche delle articolazioni sempre più perfezionate (➔ artroprotesi); nel campo delle protesi degli arti si sono realizzate, soprattutto dal 1960 in poi, notevoli innovazioni basate sulla possibilità di sfruttare ora macchinari robotici, ora le deboli correnti bioelettriche legate all’attività nervosa (protesi). La chirurgia ortopedica traumatologica si occupa della sintesi di ossa che hanno subito fratture e dislocazioni particolarmente importanti (➔ distorsione). L’o. fa ricorso sempre più raramente all’immobilizzazione in apparecchi gessati, e sempre più della chirurgia: oltre alle viti assorbibili (per piccole fratture o distacchi ossei), è stata prodotta anche una colla iniettabile detta SRS (Skeleton Repair System), a base di una miscela di sali di calcio e fosforo, che nei focolai di frattura cristallizza in 12 ore e che viene poi rimpiazzata da osso neoformato. L’o. si occupa anche di correggere con mezzi non chirurgici le anomalie e le patologie scheletriche, facendo ricorso alla fisiochinesiterapia, a farmaci che possiedono particolare tropismo verso il tessuto osseo, a presidi vari di correzione articolare (tutori, plantari, ecc.).