Bin Laden, Osama

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Altro nome dello sceicco di origine saudita Usāma ibn Lādin (Riyad 1957 - Abbottabad, Pakistan, 2011). Nato da madre siriana, diciassettesimo di cinquantadue fratelli e figlio di un facoltoso imprenditore originario dello Yemen del Sud, Muhammad ibn Awād ibn Lādin (operoso nel settore delle costruzioni sotto il beneplacito della famiglia reale saudita), alla morte di quest'ultimo ne ereditò un notevole patrimonio. Conseguito il diploma in ingegneria civile all'univ. di Gedda (1979), ha abbracciato la causa dei Mujaheddin nella resistenza contro l'invasione sovietica in Afghānistān (1979-89), creando il Maktab al-Khidmat (MAK), un organismo che provvede, grazie anche all'appoggio finanziario e logistico della CIA, al reperimento di fondi, armi e combattenti per la guerra afgana. Alla fine degli anni Ottanta, lasciato il MAK, B. L. ha fondato l'organizzazione terroristica al-Qā'ida (nella quale confluirono molti dei militanti del MAK): l'obiettivo di partenza era il finanziamento, l'addestramento e la promozione della guerriglia islamica contro il governo afgano sostenuto dalle forze sovietiche. Dopo il ritiro dell'URSS dal territorio afgano (1989) e la guerra del Golfo (1990-91), al-Qā'ida, costituita da militanti prevalentemente di origine araba, ha rivolto la propria iniziativa contro gli Stati Uniti, contando su una rete internazionale di sostegno: oltre al patrimonio personale di B. L., si ritiene che le principali fonti di finanziamento siano provenute dalle organizzazioni islamiche occidentali, da fondi americani e sauditi originariamente destinati alla guerriglia afgana, da contributi di ricchi uomini d'affari. Dopo il ritorno di B. L. in Afghānistān nel 1996 (aveva lasciato il paese nel 1989), al-Qā'ida ha accentuato il suo legame con il regime dei Taliban. L'organizzazione è ritenuta responsabile di numerosi atti terroristici, tra i quali gli attentati alle ambasciate statunitensi in Tanzania e Kenya nell'ag. 1998 (per i quali B. L., che è sopravvissuto al successivo attacco missilistico contro alcuni campi di addestramento in Afghānistān, ha smentito il proprio coinvolgimento) e di New York e Washington dell'11 settembre 2001. Considerato il mandante morale e materiale della strage, B. L. è diventato il nemico principale degli USA benché attraverso le sue fatwe abbia inizialmente negato un suo diretto coinvolgimento (che ammise solo il 29 ottobre 2004, tre giorni prima delle elezioni americane). Il 1° maggio 2011, dopo un decennio di ricerche e grazie alle precedenti operazioni di intelligence, le forze militari statunitensi hanno individuato il rifugio di B. L. nei pressi di Islamabad e ucciso il leader di al-Qā'ida; la notizia è stata data dallo stesso presidente Barack Obama in una conferenza stampa.

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