WILDE, Oscar

Enciclopedia Italiana (1937)

WILDE, Oscar (il nome di battesimo è: Oscar Fingal O' Flaherty Wills Wilde)

Mario Praz

Scrittore, nato a Dublino il 16 ottobre 1854, morto a Parigi il 30 novembre 1900. Il padre, sir William W., eminente oculista, rivelò qualità letterarie e compose, in collaborazione con la moglie, una notevole biografia di uno scienziato irlandese, Memoir of Gabriel Beranger (1880); la madre, Jane Francesca Elgee, autrice di versi rivoluzionarî, e traduttrice di Dumas e di Lamartine, s'incaricò dell'istruzione di W. fino all'entrata di questo nel collegio di Portora, nel 1864; durante le vacanze lo conduceva in Francia, e ad Avignone il W. compose una delle sue prime poesie in morte della sorellina Isola. Nell'ottobre 1871 il W. entrò a Trinity College di Dublino, nel 1874 conseguì la medaglia d'oro Berkeley, e si segnalò tanto negli studî classici, da ottenere una borsa di studio che gli facilitò l'accesso a Oxford, dove s'immatricolò a Magdalen College. Come a Dublino si era atteggiato, anche nel costume, ad artista bohémien, a Oxford si fece apostolo delle idee estetiche di Ruskin e di Pater, e al tempo stesso si addestrava ad imitare il preziosismo di Th. Gautier; frequenti erano le sue visite a Parigi, dove studiò anche pittura. Avendo come bagaglio un poema che aveva vinto il premio Newdigate, Ravenna (Oxford 1878), e il manoscritto dei Poems, W. mosse alla conquista di Londra nel 1879 sulla falsariga degli eroi di Balzac da lui ammirati, Lucien de Rubempré e Rastignac: riuscito ad attirare su di sé l'attenzione con pose stravaganti (il suo passeggiare per Piccadilly con un giglio o un girasole in mano fornì a Gilbert e Sullivan lo spunto più popolare della loro famosa operetta Patience, 1881; anche il Punch iniziò allora la sua lunga serie di caricature del W.), vide gli editori fare a gara per stampare i suoi Poems (Londra 1881), e partì per l'America dove, in una serie di conferenze sui preraffaelliti e sull'estetismo, si offrì all'ammirazione del pubblico come caposcuola egli stesso. Di ritorno in Europa nel 1882, si stabilì a Parigi, e al travestimento da esteta sostituì quello alla Balzac, imitando il grande romanziere nelle più tipiche affettazioni; a Parigi terminò i suoi due drammi romantici, Vera (modellato in parte sulla Fédora di Sardou, e rappresentato a New York alla presenza di W. nel 1883), e The Ditchess of Padua (modellato su Lucrèce Borgia e Angelo di V. Hugo, anche per i nomi dei personaggi), e lavorò al suo poemetto The Sphinx, composto a varie riprese tra il 1874 e il 1894 (pubblicato a Londra in questo ultimo anno). A Parigi il W. conobbe le personalità più in vista nel mondo letterario, come Paul Bourget, A. Daudet, Marcel Schwob, Rollinat, Verlaine, Edmond de Goncourt, Jean Lorrain; la sua brillante conversazione, ricca di aneddoti faceti e macabri (alla posa del macabro, tipica del Rollinat e del decadentismo francese sulle orme di Baudelaire, il W. indulse sovente), la sua aria di gran signore e il suo tratto umano e cortese, ne fecero una figura popolare nei salotti come nei bassifondi che egli si compiaceva di frequentare. A Parigi condusse anche sua moglie (nata Constance Mary Lloyd) il giorno stesso delle nozze (1884); del matrimonio doveva presto disgustarsi con la prima gravidanza della moglie, onde con più fervore si dedicò all'arte, scrivendo, tra il 1885 e il 1891, fiabe, raccolte nei due volumi The Happy Prince and Other Tales (Londra 1888) e A House of Pomegranates (ivi 1891), sotto l'influsso del Flaubert, e alla maniera dei decadenti (Jean Lorrain, Catulle Mendès, Marcel Schwob); racconti (Lord Arthur Savile's Crime and Other Stories, Londra 1891, tra cui The Portrait of Mr. W. H., leggiadra favola intessuta sui Sonnets di Shakespeare) d'un genere molto affine alla fumisterie macabra di Villiers de l'Isle-Adam; il romanzo The Picture of Dorian Gray (pubblicato nel Lippincott's Monthly Magazine del 1890 e poi in volume, Londra 1891), ove il protagonista professa i principî dell'edonismo pagano di Mademoiselle de Maupin del Gautier, raffinandoli con le più recenti ricette di J.-K. Huysmans (À rebours; l'idea del talismano cui è legata la vita del protagonista, più che al Poe e ad altre fonti secondarie, risale alla Peau de Chagrin del Balzac); alcune poesie, e gl'importanti saggi raccolti poi in Intentions (Londra 1891). A Londra, esauritasi la curiosità del pubblico per le sue conferenze, si era dedicato al giornalismo come redattore capo di un giornale femminile, Woman's World (1887); a Parigi fece un lungo soggiorno nel 1891, durante il quale scrisse in francese (assistito per alcune correzioni da Stuart Merrill, Adolphe Retté e Pierre Louys) il dramma Salomé per Sarah Bernhardt: dramma che non poté rappresentarsi in Inghilterra per il veto del lord ciambellano. Dal 1891 al 1893 il W. fu festeggiato a Parigi, anche negli ambienti più aristocratici; la sola eccentricità nel vestire che il dandy W. mostrasse in questo periodo era il garofano verde all'occhiello del suo abito di società. Ma, accortosi che i suoi successi di esteta di moda non gli procuravano che troppi inviti a pranzo e troppo pochi incassi effettivi, il W., abituato a spendere senza riguardo, si decise a scrivere commedie. A Lady Windermere's Fan (1892) fecero seguito A Woman of No Intportance (1893), An Ideal Husband (gennaio 1895) e The Importance of Bemg Earnest (febbraio 1895). Come in Salomé il W. aveva sfruttato la tecnica teatrale del Maeterlinck, nelle commedie prese spunti, battute, situazioni da A. Dumas figlio soprattutto (e anche da A. de Musset e da E. Augier), trasportando con grande successo sulle scene inglesi un genere di dialogo e di spirito di pura marca parigina. Ma dal 1893 la vita privata del W. cominciò ad alienargli i favori della buona società; ammonito, non volle, per quanto potesse, fermarsi sulla china che doveva menarlo allo scandalo; andò incontro allo scandalo sia per il fascino dell'abisso, sia per amore della perfezione tragica che la rovina avrebbe conferito alla sua figura. Nel 1895 il W. intentò una causa per diffamazione contro il marchese di Queensberry; perdutala, prese a sua volta il posto sul banco degli accusati, e fu condannato per omosessualità a due anni di lavori forzati. Durante la prigionia nel carcere di Reading, l'immagine di Verlaine, anch'egli imprigionato per simile motivo, e della sua conversione, non cessò di presentarglisi allo spirito. Già a Roma, nel 1877, il W. aveva avuto velleità di conversione religiosa per motivi estetici; ora, accompagnandosi alla dolorosa esperienza personale l'influsso della Vie de Jésus di Renan, il W. cercò di bandire una nuova teoria estetica basata sulla sofferenza e contrappose a The Critic as Artist il De Profundis (pubblicato a Londra nel 1905 solo in parte; due terzi, contenenti allusioni dirette soprattutto a lord Alfred Douglas, sono ancora in manoscritto al British Museum, il divieto di pubblicazione integrale estendendosi fino al 1960). Uscito di prigione nel maggio 1897, il W., sotto lo pseudonimo di Sebastian Melmoth, pensò di ricostruirsi una vita nuova, riempita dalle gioie dell'amicizia e della creazione letteraria, in Francia; dapprima a Berneval ebbe un breve periodo di rinascita di vigore e di speranze, cominciò a scrivere The Ballad of Reading Gaol, che terminò durante un soggiorno a Napoli con A. Douglas (pubblicata col suo nome di carcerato, C. 3.3., a Londra nel 1898); progettò anche due drammi biblici; nel dicembre 1897 si venne a stabilire a Parigi, scoraggiato, senza più energia di lavorare per altro che per commissioni da mestierante, o di resistere alla discesa di rango sociale, figura di vizioso descrittaci dai contemporanei con un misto d'orrore e di pietà; la morte, per un attacco di meningite, lo liberò dal sopravvivere a sé stesso; la sua richiesta, in extremis, di ricevere i sacramenti della chiesa cattolica, pare debba interpretarsi non in un senso ortodosso, anzi, come una pratica del satanismo di cui il W. sarebbe divenuto un adepto negli ultimi anni.

Attore non nel senso professionale, ma nel senso più irreparabile d'una diatesi, indole duttile e mimetica quant'altra mai, il W. richiama in modo irresistibile le sue fonti e le sue reminiscenze. Formatosi uno stile soave e suasivo sui modelli francesi (Gautier, Flaubert), epigono di W. Pater nell'atteggiamento estetico, il W. ha saputo dare l'espressione più accessibile di certi motivi dominanti del decadentismo: in The Sphinx, la più nota delle sue poesie, combina accenti e passi della Tentation di Saint Antoine con la Cleopatra di Swinburne e con spunti di Poe e di Baudelaire; in Salomé volgarizza un tema trattato da Heine, da J. Laforgue, dal Mallarmé, dipinto dal Moreau in squisite, seppur fiacche, pitture su cui si era estasiato Huysmans; e il dramma, dal 1901 quando fu rappresentato a Berlino, è stato tradotto in tutte le lingue e non ha cessato di figurare nei repertorî teatrali europei (in Italia fece parte del repertorio di Lyda Borelli); in The Picture of Dorian Gray, dà il classico del decadentismo inglese, opera ove il punto di viusta decorativo è onnipresente e inficia ogni effetto di tragicità; nei saggi il W. si fa brillantissimo divulgatore di opinioni filosofiche (per es., nelle pagine migliori di Intentions analizza la funzione del critico sulle orme del Paradoxe sur la critique di A. Retté, pubblicato nell'Ermitage del 15 luglio 1892), o sociali (deriva da Renan le idee sull'avvenire dell'individualismo in The Soul of Man under Socialism), o religiose (in De Profundis scrive eleganti variazioni sulla vita di Cristo di Renan, vita idillicamente travisata); e, pur assimilando nella sua maniera speciosamente geniale i più varî apporti, riesce grande artista soprattutto là dove dà un riflesso di quella che fu la sua conversazione viva, nei dialoghi delle commedie, nei personaggi di Cyril e Vivian.

Curiosa è l'analogia tra la carriera del Byron e quella del suo minor fratello W. fiorito alla fine del secolo. In tono minore, la vita di quel romantico fin de siècle che fu il W. offre un interessante parallelo con quella del grande romantico dell'inizio del secolo. Ambedue fanno sconfinare l'arte nella vita pratica, concepiscono la vita come un'opera d'arte, e l'opera d'arte come un atto pratico; ambedue scontano questa contaminazione con uno scandalo clamoroso, ambedue scrivono le cose migliori quando, abbandonata la più ambiziosa musa, riflettono nell'arte l'uno la propria naturale ispirazione di spiritoso epistolografo, nel Don Juan, l'altro il magico dono di spiritoso discorritore in The Importance of Being Earnest; ed è curioso anche notare come tanto quell'epopea burlesca, quanto questa commedia artificiale si riconnettano alla tradiziome letteraria della Restaurazione: ché la commedia del W., basata sul teatro francese, fa immediatamente pensare ai gallicizzanti Congreve e Wycherley. Così il corteo letterario inglese del sec. XIX può immaginarsi aperto da un dandy, il Byron, e chiuso da un altro dandy, il W. Inoltre, la voga delle opere più scadenti del W. nel resto d'Europa, come di certe delle peggiori cose del Byron, rappresenta lo stesso fenomeno, e può giustificarsi pensando che in realtà non è tanto l'opera, quanto l'uomo, anzi il mito, che ha cattivato il pubblico continentale. Sul continente il W. è stato preso sul serio, come in Inghilterra mai.

Opere: The Works of O. W., Londra 1908, voll. 13 (2ª ed., 1909, voll. 12); le principali opere sono ristampate nel volume economico The Works of O. W., Londra 1931. Tradux. it.: Intenzioni, trad. R. Piccoli, 2ª ed., Torino 1920; Il giovane re, trad. G. Celenza, Milano 1929; De Profundis, La ballata del carcere, Lettere dalla prigione, trad. A. Manzotti-Brignone, ivi 1926; Il ritratto di D. Gray, trad. R. Calzini, ivi 1935, ecc.

Bibl.: R. H. Sherard, The Life of O. W., Londra 1906; The real O. W., ivi 1910; F. Harris, O. W., His Life and Confessions, New York 1923; A. Gide, Si le grain ne meurt, Parigi 1924; K. Hartley, O. W., L'influence française dans son oeuvre, ivi 1935; A. Maurois, W., in Quatre études anglaises, ivi 1927; H. pacq, Le procès d'O. W., ivi 1934; A. Zanco, O. W., Genova 1934; V. O' Sullivan, Aspects of W., Londra 1936; R. H. Sherard, Bernard Shaw, Frank Harris and O. W., Londra 1937; B. Fehr, Studien zu O. W.'s Gedichten, Berlino 1918; id., Das Gelbe Buch in O. W.'s Dorian Gray, in Englische Studien, LV (1921); E. J. Bock, Walter Paters Einfluss auf O. W., Bonn 1913; E. Bendz, The Influence of Pater and Matthew Arnold in the Prosevritings of O. W., diss., Lund 1914; M. Praz, La carne, la morte e il diavolo nella letteratura romantica, Milano-Roma 1930.