OSTRACA

Enciclopedia Italiana (1935)

OSTRACA (ὄστρακα)

Vincenzo ARANGIO-RUIZ

Sono per i Greci anzitutto le conchiglie; ma per estensione tutto ciò che ha forma più o meno tondeggiante, come i gusci di uova e i cocci di vasi e stoviglie di terracotta. Appunto questi cocci hanno nelle scienze antiquarie un'importanza particolare, connessa al fatto che sono stati largamente adoperati come materiale di minimo valore, sulla cui faccia convessa si poteva scrivere sia mediante incisione sia con l'inchiostro. Quantunque la lingua greca non faccia differenza tra i frammenti di vasi iscritti e i cocci adoperati come materiale scrittorio, la scienza moderna riserva il nome di ostraca a questi ultimi. Per la Grecia propriamente detta, è caratteristico l'uso che se ne faceva in quella specie di votazione che si usava per infliggere l'ostracismo (v.); ma Diogene Laerzio riferisce (Vitae philosoph., 7, 174) che lo stoico Cleante, poverissimo, non poteva scrivere le sue opere che su vecchi cocci; e certo lo stesso doveva avvenire di frequente nelle classi umili della popolazione. Comunque, la meraviglia dello storico della filosofia, in connessione con la grande scarsezza dei ritrovamenti, prova che l'uso ne è sempre rimasto saltuario. Sistematicamente, invece, gli ostraca sono stati adoperati in Egitto, dove le classi povere hanno sempre trovato difficoltà ad acquistare il papiro, materiale di grande esportazione e spesso di pubblico monopolio, e dove anche i minori uffici dell'amministrazione locale erano tenuti al più severo risparmio.

Nell'Egitto faraonico erano preferiti i frammenti di pietra calcarea, ai quali il nome di ostraca è esteso dalla scienza moderna un po' abusivamente; ma dall'età tolemaica alla bizantina l'impiego di frammenti di terracotta, specialmente cocci di dogli da vino, fu estesissimo, e gli scavi ne hanno restituite parecchie migliaia, conservate oggi nei varî musei e biblioteche accanto alle collezioni di papiri (v.), e in buona parte già pubblicate unitamente a questi e con gli stessi metodi, in modo da contribuire, in proporzioni alquanto minori, all'indagine di tutti i problemi che si giovano degli studî papirologici. La massa più imponente è qui costituita, oltre che dai conti privati, da quietanze, rilasciate o dagli uffici finanziarî ai contribuenti, o dai sitologi (magazzinieri dei cereali) ai contadini che versavano alla pubblica amministrazione la prescritta quota del raccolto, o dai padroni di terreni agli affittuarî, o dagli operai agl'imprenditori, e simili; ma anche contratti di lieve entità venivano documentati e lettere missive scambiate a questo modo, e perfino dei testi letterarî si trovano elegantemente trascritti su cocci. Non fa quindi meraviglia che fin dal 1899 il Wilcken abbia potuto fare di un'edizione di oltre 1600 ostraca un'opera fondamentale sull'economia e l'amministrazione dell'Egitto greco-romano.

Anche in Tunisia si sono trovati ostraca latini del sec. V d. C.

Bibl.: U. Wilcken, Griechische Ostraca aus Aegypten und Nubien, Lipsia-Berlino 1899; R. Knopf, Eine Thonscherbe mit dem Texte des Vaterunsers, in Mittheil. des deutschen archaeol. Inst. (Athen. Abt.), XXIX (1900), p. 313 segg.; W. E. Crum, Coptic Ostraka from the collections of the Egypt Exploration Fund, the Cairo Museum and others, Londra 1902; P. Jouguet, Ostraka du Fayoum, in Bulletin de l'Inst. franç. d'archéol. orient., II (1902), p. 91 segg.; E. Sachau, Aramäische Papyri and Ostraka einer jüdischen Militärkolonie zu Elephantine, Lipsia 1911; J. G. Milne, Theban Ostraka: Greek texts, Oxford 1913; F. Preisigke e W. Spiegelberg, Die Prina-Joachim-Ostraka, Strasburgo 1914; W. Schubart, Einführung in die Papyruskunde, Berlino 1918.

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