TARGIONI TOZZETTI, Ottaviano

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 95 (2019)

TARGIONI TOZZETTI, Ottaviano

Daniele Vergari

– Nacque a Firenze il 10 febbraio 1755, primo figlio di Giovanni (v. la voce in questo Dizionario), medico e scienziato, e di Maria Brigida Dandini.

Dopo aver frequentato il liceo Cicognini a Prato, seguì le orme paterne laureandosi a Pisa in medicina e fisica nel 1776. Tornato a Firenze, prese servizio all’ospedale di S. Maria Nuova e fu allievo di Giovanni Lapi, lettore di botanica presso lo Studio fiorentino o presso la scuola di farmacia annessa al nosocomio fiorentino.

Gli interessi di Targioni Tozzetti si orientarono rapidamente verso la botanica occupandosi della cura dell’orto di S. Maria Nuova. Alla morte del padre, nel 1783, si trovò a gestire il grande archivio familiare, con le carte e l’erbario di Pier Antonio Micheli, gli appunti e le carte del padre, e la vasta raccolta di minerali, fossili e altri oggetti di storia naturale che componevano il Museo targioniano – oggi in gran parte raccolti e conservati nelle varie sezioni del Museo di storia naturale dell’Università di Firenze. Le difficoltà economiche che il giovane Targioni Tozzetti doveva affrontare per mantenere l’enorme patrimonio paterno lo spinsero, come suggerito dal tutore dei figli del granduca, Sigismondo di Hochenwart, a richiedere di subentrare a tutti gli uffici del padre tranne quello di bibliotecario della Magliabechiana e l’incarico ufficiale di soprintendente di Lapi al giardino di S. Maria Nuova.

Vana fu la sua speranza di avere un incarico all’orto agrario, l’attuale Giardino dei Semplici, passato all’Accademia dei Georgofili nel 1783 e affidato dal 1784, nella direzione, all’abate cortonese Andrea Zucchini. In questi anni Targioni Tozzetti venne pienamente introdotto nel panorama scientifico fiorentino entrando a far parte nel 1783 dell’Accademia dei Georgofili, dove lesse e pubblicò alcune delle sue prime opere di carattere medico-botanico.

Iniziò a dedicarsi all’insegnamento di botanica (in sostituzione del suo maestro Lapi) presso lo Studio fiorentino con l’obbligo di leggere anche materia medica presso l’orto sperimentale, ovvero quella porzione di giardino annesso alla Specola e confinante con il giardino di Boboli. Un insegnamento che Targioni Tozzetti non limitò al solo sistema botanico, ma estese anche agli aspetti agricoli e sperimentali contribuendo così, nel corso degli anni, a formare due generazioni di scienziati toscani da Gaetano Savi, suo allievo prediletto insieme a Giuseppe Raddi, Carlo Passerini, Antonio Piccioli, fino a Cosimo Ridolfi, che seguì le sue lezioni nel liceo fiorentino.

In questi anni la produzione libraria di Targioni Tozzetti conferma lo stretto legame fra lo studio della botanica e la sua stretta applicazione in tutti i campi connessi alla farmacia, all’agricoltura, alla chimica, allo sviluppo delle arti e dei mestieri. Nel 1794 uscirono a Firenze, per Luigi Carlieri, le Istituzioni botaniche destinate a un discreto successo tanto da avere, nel corso del tempo, due successive edizioni (1802 presso la stamperia Reale e nel 1813 presso l’editore Piatti).

Dedicatosi intensamente all’insegnamento, Targioni Tozzetti fu una figura centrale nella gestione degli orti botanici fiorentini in una fase di grandi trasformazioni. Quando nel 1793 fu soppresso il giardino annesso al nosocomio di S. Maria Nuova, egli fu attivo per gestire e conservare il patrimonio di piante officinali e non, distribuendolo presso gli altri orti fiorentini.

Il suo ruolo nella direzione degli orti botanici e agrari fiorentini fu tuttavia ostacolato dalla presenza dell’abate Zucchini, che dal 1784 dirigeva l’orto agrario di via del Maglio. Con l’invasione francese nel 1800 Zucchini si rifugiò nel Regno di Napoli, lasciando tutti i suoi incarichi e abbandonando l’orto alle cure di Targioni Tozzetti. Questi ne diventò prima direttore ad interim e successivamente, nel 1806, ne assunse la direzione ufficiale.

L’attività di Targioni Tozzetti trasformò l’orto agrario in un luogo di elevato valore sperimentale, destinato allo studio e all’esposizione delle piante utili all’agricoltura che venivano acclimatate, su alcune delle quali venivano svolte prove sperimentali, come riportato nei numerosi rapporti pubblicati negli Atti dell’Accademia dei Georgofili. I quadrati del giardino fiorentino furono ridisegnati, le stufe per le piante esotiche riparate e le piante disposte secondo il metodo linneiano. La sua attività si concentrò anche nell’implementare le collezioni attraverso lo scambio di semi e piante e la ricca corrispondenza con i principali botanici e agronomi italiani ed europei come Prospero Balbo, Antonio Bertoloni, Giovanni de’ Brignoli, Augustin Pyramus De Candolle, Giovanni Gussone, Camillo Ranzani, Filippo Re, Michele Tenore, Vincenzo Tineo, André Thouin, Fulgenzio Vitman, Johann Römer o Joseph Jacquin, solo per citarne alcuni. Le cure di Targioni Tozzetti furono indirizzate anche verso il piccolo orto sperimentale annesso al Museo di storia naturale, diretto prima da Attilio Zuccagni fino al 1806 e poi da lui stesso, che fu incaricato di tenere lezioni di botanica presso i locali del Museo, trasformati in liceo.

L’orto agrario e l’orto sperimentale ebbero, per lo studioso un fondamentale scopo di supporto alla didattica: l’insegnamento della botanica e dell’agricoltura non poteva essere pienamente espresso se, parallelamente alle lezioni teoriche, non vi era modo di osservare, studiare e comprendere le piante, i fiori e frutti in uno spazio a loro dedicato. La sua attività di insegnamento venne raccolta nei sei volumi delle Lezioni di agricoltura specialmente toscana, editi a Firenze fra il 1802 e il 1804, e favorevolmente accolte in Italia.

Dopo il motuproprio reale del 1806, con cui fu nominato direttore dei due orti fiorentini e lettore di botanica al Museo di fisica e storia naturale, confermato anche nella successiva amministrazione francese, Targioni Tozzetti divenne un personaggio centrale dell’ambiente scientifico toscano, anche se in questi anni si consumò la rottura dei rapporti con Giovanni Fabbroni. Quest’ultimo fu escluso dalla direzione del Museo di fisica e storia naturale a favore di Girolamo de’ Bardi, scienziato dilettante ma sostenuto dalla corte napoleonica e da una parte del mondo accademico fiorentino, fra cui lo stesso Targioni Tozzetti.

Durante il periodo francese lo scienziato fiorentino consolidò la sua posizione nel panorama scientifico aderendo alle numerose istanze dell’amministrazione napoleonica, in particolare ai vari tentativi di introdurre piante che potessero sostituire la scarsità di generi coloniali dovuta al blocco continentale, come nel caso dell’indaco, del guado o del cotone. I suoi esperimenti servirono per stendere la memoria Istruzione dell’Accademia dei Georgofili sulla maniera di coltivare il cotone in Toscana (Firenze 1808). L’appoggio al governo napoleonico è confermato anche dall’economicamente oneroso arruolamento del figlio Antonio (v. la voce in questo Dizionario) nelle guardie d’onore della granduchessa Elisa Bonaparte.

Nel frattempo la produzione scientifica di Targioni Tozzetti non conosceva soste: fra il 1808 e il 1809 uscirono i primi sei fascicoli delle Observationum botanicorum decades (Firenze 1808), il Prospetto della flora economica fiorentina – prodromo di una sorta di Pomona che non vide mai la luce – e, infine, il Dizionario botanico italiano col corrispondente latino linneano.

Il Dizionario fu l’opera forse destinata ad avere maggiore successo nel tempo. Rispondeva all’esigenza di definire una precisa corrispondenza dei nomi locali delle piante, superando le difficoltà che anche Giorgio Gallesio stesso aveva manifestato nel fare la sua Pomona, ovvero «un’infinita diversità di nomi che la nostra divisa Italia presenta in questa materia» (Lettera di G. Gallesio a Ottaviano Targioni Tozzetti, Pisa, 28 settembre 1815, in Firenze, Biblioteca nazionale centrale, Mss. Targioni Tozzetti, 75, II, cc. 66-69).

L’opera ebbe una seconda importante edizione nel 1825 e una ristampa postuma nel 1858 e rappresenta ancora oggi un importante strumento per la conoscenza e lo studio della biodiversità agraria del periodo.

Alla caduta del regime napoleonico fu sospeso dall’insegnamento e ristabilito negli incarichi solo dopo l’intervento di Gaetano Savi presso il granduca Ferdinando III nel 1814, a Pisa. L’anno successivo poté riprendere quindi l’insegnamento e la direzione dell’orto assumendo, poco tempo dopo, Carlo Passerini come aiutante.

Gli ultimi anni di vita di Ottaviano lo videro impegnato nella cura della sua creatura più amata – l’orto agrario – aiutato, dopo il 1821, dal figlio Antonio; anche la sua produzione scientifica si limitò alla cura del museo familiare, con la stampa parziale di un’opera del padre, il Catalogus vegetabilium marinorum musei suii (Firenze 1826), e alle Lezioni di materia medica (Firenze 1821).

In questi anni, oltre alla continua attività all’interno dell’Accademia dei Georgofili, collaborò con l’Accademia della Crusca, alla quale fu ascritto dal 1819, per definire alcune voci scientifiche del Vocabolario. Grazie anche al figlio Antonio, entrò in contatto con il mondo dell’Antologia e attento al nuovo metodo del reciproco insegnamento lo diffuse fra i suoi corrispondenti.

Nonostante l’inclinazione personale per lo studio della botanica, gli interessi di Targioni Tozzetti abbracciarono in questi anni tutto il campo delle scienze naturali. L’interesse naturalistico del padre Giovanni influenzò sicuramente il figlio nello studio della storia naturale, soprattutto della mineralogia, come testimoniano le numerose missive con studiosi come Ambrogio Soldani, Giuseppe Giuli, Scipione Breislack e William Thomson, Eduardo Romeo de Vargas de Bedemar, e, negli anni successivi alla parentesi napoleonica, gli scambi di informazioni su fossili e minerali con Luigi Canali, il prelato bolognese Camillo Ranzani, Ernest Odeleben e gli americani William Cooper e James Macie, il cui lascito darà origine allo Smithsonian Institution. Accanto alla passione per la mineralogia, Ottaviano si interessò di chimica e fu uno dei divulgatori delle nuove scoperte di Antoine-Laurent de Lavoisier fin dal 1793 quando, dopo la soppressione di alcune cattedre presso lo studio di S. Maria Nuova, tenne a casa sua un corso privato di chimica. Non è infine da trascurare l’attività come medico fiscale, svolta per tutto il corso della vita, e il suo contributo alle numerose commissioni mediche che fra il 1795 e il 1802 si occuparono delle varie epidemie bovine che colpirono, con gravi danni, l’agricoltura non solo toscana ma italiana.

Sposatosi con Vittoria Campana, sorella del botanico ferrarese Antonio Campana, ebbe due figli: Antonio (v. la voce in questo Dizionario) e Giovanni (1791-1863), che svolse l’attività di avvocato. Fu membro di varie accademie fra cui quella dei Fisiocritici, la Colombaria e l’Accademia dei XL.

La morte lo colse, dopo una breve malattia, il 6 maggio 1829.

Opere. Istituzioni botaniche, Firenze 1794 (seconda ed. Firenze 1802, terza ed. Firenze 1813); Lezioni di agricoltura specialmente toscana, I-II, Firenze 1802-1804; Prospetto della flora economica fiorentina, in Memorie della Società italiana delle scienze, 1808, vol. 14, pp. 185-213; Dizionario botanico italiano col corrispondente latino linneiano, Firenze 1809 (seconda ed. Firenze 1825); Lezioni di materia medica, Firenze 1821.

Fonti e Bibl.: Firenze, Biblioteca nazionale centrale, Targioni, mss. 242-363; Sistema museale d’Ateneo Università di Firenze, Sez. Mineralogia, Mss. Catalogo della collezione mineralogica; Università di Firenze, Biblioteca di scienze, Targioni Tozzetti (sono presenti molte carte familiari e, in biblioteca, le miscellanee di Ottaviano). Altri manoscritti sono conservati preso l’Archivio storico dell’Accademia dei Georgofili di Firenze.

A. Bertoloni, Elogio del Prof. O. T. T., in Memorie della Società italiana delle scienze, 1837, vol. 21, pp. I-VIII; Bibliographia botanica Targioniana, Florentiae 1874, pp. 11-15; C. Cipriani - C. Nepi - L. Poggi, Opuscoli e schede mineralogiche. Manoscritti e lettere di O. T. T. Conoscenze naturalistiche a Firenze tra Sette e Ottocento, Firenze 2000; D. Vergari, La corrispondenza di O. T. T., in Nuncius, XVII (2002), 1, pp. 91-174; I Targioni Tozzetti fra ’700 e ’900 (catal.), Firenze 2006, pp. 20-29; L. Fantoni - L. Poggi, O. T. T.: interessi mineralogici di un naturalista visti attraverso i suoi corrispondenti, in Atti e memorie dell’Accademia toscana di scienze e lettere «La Colombaria», 2013, vol. 78, pp. 217-255; D. Vergari, I Targioni Tozzetti e gli orti fiorentini: tre generazioni a confronto, in Il giardino dei semplici tra passato e futuro. Atti del Convegno..., Firenze... 2015, in Notiziario della Società botanica italiana, 2017, vol. 1, pp. 21-27.

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