OTTONE DI BRUNSWICK, DETTO IL FANCIULLO

Federiciana (2005)

Ottone di Brunswick, detto Il fanciullo

Bernd Schneidmüller

Nel 1235 l'imperatore Federico II e Ottone il Fanciullo liquidarono definitivamente le contese che avevano a lungo contrapposto le loro famiglie. La rivalità fra Svevi e Guelfi era stata originata dai diritti che entrambi rivendicavano sulla dignità regia e imperiale nell'Imperium medievale. Tra il 1125 e 1235, attraversando fasi di cooperazione e di conflitto, la struttura costituzionale dell'Impero si trasformò. Nel 1180 l'imperatore Federico Barbarossa e i principi imperiali deposero Enrico il Leone, duca di Baviera e di Sassonia, ed espulsero i Guelfi dalla cerchia dei principi imperiali. Nel 1198 Filippo di Svevia e il guelfo Ottone IV furono entrambi eletti sovrani; in seguito all'assassinio del primo nel 1208, Ottone IV ottenne a Roma l'anno successivo la corona imperiale. La lotta per il trono (1198-1208) rese manifeste le categorie del diritto e anche gli arbìtri che presiedevano all'elezione dei sovrani tedeschi: mancavano i criteri sia per giudicare l'idoneità del candidato, sia per stabilire il gruppo degli elettori e il diritto del papa a essere consultato (v. Elezione imperiale). Quindi la di-sputa per la corona tedesca poté essere risolta soltanto dal confronto politico-militare su scala europea. Lo svevo Filippo si procurò l'alleanza della maggioranza dei principi imperiali e del re di Francia, mentre il guelfo Ottone IV, pur appoggiandosi a una cerchia più ristretta di sostenitori nell'Impero, poté contare sull'aiuto dei sovrani inglesi e dal 1201-1202 ottenne anche il riconoscimento di papa Innocenzo III. Nel 1202 Ottone IV si divise con i fratelli Enrico, conte palatino del Reno, e Guglielmo l'eredità guelfa nella Germania settentrionale. A Enrico fu assegnata la parte occidentale con il titolo di duca di Sassonia; il nucleo principale dei possedimenti, che spettò a Guglielmo, comprendeva la Sassonia settentrionale intorno a Luneburgo. Sebbene Guglielmo fosse il meno importante dei tre figli di Enrico il Leone sul piano politico, alla fine suo figlio Ottone, detto il Fanciullo, rimase l'unico erede maschio dei Guelfi, "il solo sopravvissuto di quella nobilissima stirpe che è chiamata di Altdorf e Ravensburg" ("solus superstes illius nobilissimi generationis, que de Althorp et Ravenesburg nominatur"; Chronicon sancti Michaelis, 1874, p. 397).

O. ‒ il soprannome di 'Fanciullo' doveva distinguerlo dall'omonimo zio imperatore ‒ nacque nel 1204 in un periodo di aspri conflitti. Nel 1202 suo padre Guglielmo aveva sposato Elena, figlia del re di Danimarca: la parentela con l'imperatore dei Romani e la nascita reale della madre e della nonna, figlia del re d'Inghilterra, furono avvertite con forza da O. e ne segnarono profondamente la coscienza. La perdita del padre nel 1212-1213 coincise con una fase di svolta dell'Impero guelfo. Ottone IV, dopo il tracollo nella lotta contro Federico II nel 1214, si ritirò nei suoi possedimenti sassoni e nel 1218 affidò la guida della casata al fratello maggiore Enrico. O. crebbe nella cerchia dello zio, che nel 1223, con un solenne atto cerimoniale, decise di escludere dall'eredità guelfa entrambe le figlie, Agnese ed Ermengarda, sposate rispettivamente con il duca Ottone II di Baviera e il margravio Ermanno V di Baden. Nel palazzo imperiale di Brunswick Enrico cedette al nipote O. il titolo ducale e lo designò suo "erede e successore legittimo" ("heres noster et legitimus successor"; Urkundenbuch der Stadt Braun-schweig, 1900, nr. 60). Nello stesso periodo, intorno al 1222, O. sposò Mechthild, figlia del margravio Alberto II di Brandeburgo, della famiglia degli Ascani. Con queste nozze si ricompose il conflitto dei Guelfi con gli Ascani, ai quali nel 1180 era stato assegnato il ducato guelfo di Sassonia. Il pontefice Onorio III favorì l'importante matrimonio concedendo una dispensa papale (1219) per la parentela troppo stretta che univa i due sposi.

Dopo la morte di Enrico, il 28 aprile 1227, l'assunzione da parte di O. della sovranità nei possedimenti guelfi si rivelò difficile. Le figlie di Enrico non rinunciarono ai loro diritti di successione: Ermengarda trasferì i suoi diritti su Brunswick all'imperatore Federico II, il cui figlio re Enrico (VII) strinse un'alleanza con lei e il duca di Baviera. Nelle terre sassoni dei Guelfi situate intorno a Brunswick, Hannover e Gottinga, i diritti di successione delle femmine ostacolavano la volontà di affermazione della linea maschile e anche i potenti ministeriali guelfi di Brunswick e Gottinga rifiutarono la successione di Ottone. L'ultimo discendente maschio dei Guelfi riuscì a imporsi solo a fatica: all'origine dei suoi successi bellici contro gli Svevi e i Wittelsbach vi furono le alleanze strette da O. con lo zio Valdemaro II di Danimarca (1202-1241) e con i cognati, i margravi Giovanni I e Ottone III di Brandeburgo.

Ma il 22 luglio del 1227 O. subì una rovinosa sconfitta presso Bornhöved (Schleswig-Holstein) insieme a re Valdemaro contro una coalizione di principi e signori tedeschi settentrionali e fino al gennaio 1229 fu tenuto prigioniero. Re Enrico (VII) penetrò senza indugio in territorio sassone e conquistò Gottinga nell'estate del 1227, tuttavia il suo attacco contro Brunswick fallì per la resistenza opposta dai cittadini e dai margravi di Brandeburgo. I gruppi di spicco dei sostenitori guelfi ‒ signori, ministeriali e cittadini ‒ ottennero infine la liberazione di Ottone. La sua corte non annoverava più vescovi, principi e conti, come al tempo dei suoi antenati, infatti il Guelfo da allora in poi si appoggiò a nuovi ceti sociali: dall'élite dei suoi ministeriali andò formandosi gradualmente una piccola nobiltà che si sbarazzò dei vincoli basati sul diritto individuale. Dopo aver riconquistato Gottinga e Hannover, O. garantì alle città e agli abitanti delle sue terre una serie di diritti concedendo numerosi privilegi (Brunswick 1227, Gottinga 1232, Osterode 1238, Hannover 1241, Luneburgo, Münden e probabilmente Duderstadt 1247). A fatica riuscì anche a riappropriarsi dei feudi ecclesiastici dei suoi avi e, malgrado non si fosse ancora costituito un territorio principesco compatto, erano già visibili gli esordi di una sovranità fondata su una fitta rete di città e castelli.

La presa della croce da parte di O. contro i contadini di Stedingen (1234), contro i borussi (1239-1240) e contro i mongoli (1241) obbedì agli ideali principeschi del suo tempo. Poco dopo la liberazione dalla prigionia, nel 1230, O. si recò in Inghilterra per rinnovare l'alleanza con i suoi parenti inglesi e circolarono voci secondo le quali Enrico III voleva vederlo re in contrapposizione a Federico II scomunicato; ma O., a differenza dei suoi antenati, non aspirò mai alla corona. Quando Federico II, nell'estate del 1235, sposò la principessa inglese Isabella e celebrò la sua vittoria sul figlio ribelle Enrico (VII), giunse anche il tempo della riconciliazione con Ottone il Fanciullo. Il documento imperiale rilasciato nell'agosto del 1235 dava notizia del complesso negozio giuridico fra l'imperatore, l'Impero e i parenti Guelfi, del consenso dell'imperatore e dei principi, delle vie intraprese per la soluzione del conflitto, della fondazione del nuovo ducato di Brunswick, dell'infeudamento di O. e del suo innalzamento al rango di principe (dux et princeps) dell'Impero (Constitutiones, 1896, nrr. 197-198). Questo diploma solenne è uno dei documenti più importanti per la costituzione imperiale nel sec. XIII. Per la prima volta fu registrata dalla cancelleria imperiale la fondazione, con esito propizio, di un nuovo principato dell'Impero e la particolare sinergia fra imperatore, Impero e principi.

O., come duca e principe dell'Impero, si mantenne fedele a Federico II; solo dopo la morte dell'imperatore nel 1250 ‒ in seguito alle pressioni del papa e di concerto con gli Ascani ‒ si schierò dalla parte di re Guglielmo d'Olanda. Al nuovo sovrano O. diede in sposa la figlia Elisabetta il 25 gennaio 1252 a Bruns-wick; il 25 marzo dello stesso anno i principi della Germania settentrionale riconobbero re Guglielmo con un'elezione suppletiva a Brunswick. La rottura definitiva con gli Hohenstaufen si era ormai consumata. Poco più tardi, il 9 giugno 1252, O. morì. Il regno di Guglielmo (m. 1256) rimase un fatto episodico; il sovrano si recò a Brunswick per l'ultima volta nel febbraio 1253 e le terre intorno a Brunswick e Luneburgo non videro più nessun re per secoli. Invece il ducato di Brunswick, creato nel 1235, sopravvisse fino al 1918.

O., primo duca di Brunswick, garantì come unico erede maschio il futuro politico della sua dinastia. Dal matrimonio con Mechthild nacquero quattro figli; le nozze delle figlie con esponenti di grandi famiglie principesche della Germania centrale e settentrionale e le carriere dei figli Ottone e Corrado, vescovi di Hildesheim e di Verden, testimoniano il radicamento dei Guelfi nell'area settentrionale dell'Impero. La sovranità ducale fu divisa tra gli altri figli di O., il duca Alberto I (1252-1279) e il duca Giovanni I (1252-1277) e sotto di loro Brunswick e Luneburgo emersero come centri politici. Intorno al 1300 la storiografia dinastico-territoriale di Brunswick e Luneburgo guardò a O. come al fondatore della nuova sovranità territoriale, ma il suo potere fu nettamente più modesto di quello degli Hohenstaufen. I figli e le figlie di O. sopravvissero comunque ai discendenti di Federico II e grazie alla prolificità della loro dinastia hanno assicurato, fino ai nostri giorni alla casa guelfa una presenza costante nell'alta nobiltà europea.

fonti e bibliografia

Chronicon sancti Michaelis Luneburgensis, a cura di L. Weiland, in M.G.H., Scriptores, XXIII, 1874, pp. 391-397.

Constitutiones et acta publica imperatorum et regum, ibid., Leges, Legum sectio IV, II, a cura di L. Weiland, 1896.

Urkundenbuch der Stadt Braunschweig, II, 1031-1320, a cura di L. Haenselmann, Braunschweig 1900.

A. Michels, Leben Ottos des Kindes, ersten Herzogs von Braunschweig und Lüneburg, Göttingen 1891.

F. Busch, Beiträge zum Urkunden- und Kanzleiwesen der Herzöge zu Braunschweig und Lüneburg im 13. Jahrhundert, I, Bis zum Tode Ottos des Kindes (1200-1252), Wolfenbüttel 1921.

B. Diestelkamp, Die Städteprivilegien Herzog Ottos des Kindes, ersten Herzogs von Braunschweig-Lüneburg (1204-1252), Hildesheim 1961.

S. Zillmann, Die welfische Territorialpolitik im 13. Jahrhundert (1218-1267), Braunschweig 1975.

E. Boshof, Die Entstehung des Herzogtums Braunschweig-Lüneburg, in Heinrich der Löwe, a cura di W.-D. Mohrmann, Göttingen 1980, pp. 249-274.

J. Ahlers, Die Welfen und die englischen Könige 1165-1235, Hildesheim 1987.

G. Pischke, Die Landesteilungen der Welfen im Mittelalter, ivi 1987.

B. Schneidmüller, Landesherrschaft, welfische Identität und sächsische Geschichte, in Regionale Identität und soziale Gruppen im deutschen Mittelalter, Berlin 1992, pp. 65-101.

Geschichte Niedersachsens, II, 1, a cura di E. Schubert, Hannover 1997, pp. 518-524.

B. Schneidmüller, Die Welfen. Herrschaft und Erinnerung (819-1252), Stuttgart-Berlin-Köln 2000.

(Traduzione di Maria Paola Arena)

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