OXFORD

Enciclopedia Italiana (1935)

OXFORD (A. T., 47-48)

John N. SUMMERSON
Arthur POHAM
Cesare FOLIGNO
Alberto PINCHERLE
Wallace E. WHITEHOUSE
L. Vi.

Città dell'Inghilterra, sede di vescovato e capoluogo dell'Oxfordshire, con una popolazione di 80.540 ab. Oxford è situata all'estremità meridionale d'una bassa terrazza di ghiaia incuneata fra il Tamigi (designato in questa regione anche col nome locale di Isis) e il Cherwell, suo affluente di sinistra.

La città si è estesa su una superficie considerevole occupando gran parte dei vasti prati irrigui in immediata prossimità della confluenza del Cherwell col Tamigi. Questi prati fanno parte della pianura argillosa d'Oxford che forma una fascia di territorio basso orientata da NE. a SO. ed è situata tra un rilievo giurassico a NO. e una scarpata cretacica a SE. I fiumi Windrush e Evenlode, che sboccano nel Tamigi a pochi chilometri da Oxford, si sono aperti la via nel rilievo giurassico, facilitando così le comunicazioni con la città, alla quale convergono parecchie importanti strade e ferrovie. A valle di Oxford il Tamigi è navigabile e la sua valle costituisce un'adatta via di sbocco verso il SE. e quindi verso Londra. La città contiene circa il 40% della popolazione totale della contea ed è centro commerciale non solo per l'Oxfordshire, ma anche per una parte considerevole del Berkshire. L'università ha influito notevolmente sulla vita della città fino dal sec. XIII. High Street è una delle più interessanti vie cittadine dell'Inghilterra e in tutta la sua lunghezza si trovano chiese, colleges e altri edifici d'interesse scolastico e di molta bellezza artistica. Entro la città vera e propria si trovano poche industrie, importanti, ma l'attività editoriale dell'università (Clarendon Press) dà lavoro a un gran numero d'operai. La presenza dell'università ha dato origine anche alle industrie del vestiario e della sartoria e il continuo afflusso di turisti fa largamente prosperare il commercio.

In epoca recente, l'impianto a Cowley, vicino alla città, delle vastissime officine Morris per automobili, segna indubbiamente l'inizio d'una fase industriale del tutto nuova che potrà in seguito modificare profondamente la vita della città.

Arte. - Dopo Londra, Oxford è la città inglese di maggiore interesse architettonico. Tra gli edifici dell'università si trovano molti esempî di costruzioni medievali particolarmente caratteristici della scuola inglese. Vi sono inoltre opere notevoli di architetti del sec. XVIII e del sec. XIX (la città fu uno dei principali centri del movimento romantico).

I colleges presentano piante tipicamente medievali: consistono di uno o più cortili, con una cappella e un hall. Ne ricordiamo soltanto i principali.

Lo University College, sebbene sia il più antico, ha edifici di minore interesse, dei secoli XVII e XIX. Al Balliol College, oltre una biblioteca del secolo XV, sono particolarmente notevoli la cappella costruita dal Butterfield (1856-57) e varî edifici del Waterhouse, tra cui il hall (1877). La cappella del Merton College, una delle più eleganti opere di Oxford in stile medievale, fu fondata nel 1264; la biblioteca è del sec. XIV inoltrato; il Queen's College ha alcune ottime opere classicheggianti di Nicholas Hawksmoor, e il hall è di Ch. Wren. L' Oriel College risale in massima parte al sec. XVII ed esemplifica l'attardata sopravvivenza delle tradizioni gotiche nell'architettura di Oxford. Il New College conserva molti degli edifici che vennero costruiti all'epoca della sua fondazione nel 1379: la cappella, il hall e i chiostri sono ottimi esempî dell'architettura del loro tempo. Nel Lincoln College la cappella è un interessante saggio del gotico d'Oxford nel sec. XVII; il hall è del sec. XV. Nell'All Souls College la cappella è notevole per la sua pala d'altare (sec. XV). Nel Magdalen College la torre della cappella (sec. XV) è una delle più notevoli opere del tardo gotico inglese; gotico è anche il chiostro. Il Corpus Christi College conserva edifici del sec. XVI e il Christ Church, il più grande dei colleges, ha l'ingresso formato da una bella porta del sec. XVI, completata dal Wren, il quale aggiunse, circa nel 1682, il campanile gotico. La Christ Church Cathedral, che serve anche come cappella del College, è di epoca molto anteriore e possiede un bel coro romanico coperto nel sec. XV con una complicata vòlta. Il hall (1568) del Christ Church College, in un angolo del cortile principale, è tra i più belli della sua epoca. Il cortile Peckwater e la biblioteca furono disegnati agl'inizî del sec. XVIII dal decano Aldrich. Il Trinity College ha un cortile del Wren (1667-1682); del secolo XVII sono anche il hall e la cappella. Tra i colleges di costruzione più tarda, il più notevole è il Keble College, terminato nel 1876 da W. Butterfield. Costruito in mattoni rossi e neri, esso è uno dei principali monumenti dell'architettura inglese del secolo XIX.

Tra le chiese di Oxford si possono rammentare: la chiesa di S. Maria, e quella di Ognissanti, opera classicheggiante del decano Aldrich (1708). La Divinity School, scuola di teologia, è un edificio gotico a vòlta del secolo XV. Le schools, che contengono la parte più importante della biblioteca Bodleiana, furono ricostruite nel secolo XVII. L'Old Ashmolean Museum (1683) e lo Sheldonian Theatre (1649) sono opere minori del Wren. La biblioteca Radcliffe, opera di James Gibbs, costruita nel 1737-1749, è un ampio edificio circolare di stile palladiano, sormontato da cupola. Il bel gruppo di edifici dell'Ashmolean Museum e del Taylorian Institute, costruiti da C. R. Cockerell nel 1841-1849, rappresenta l'ultima fase importante della tradizione classica in Inghilterra.

Nella seconda metà del sec. XIX si costruì molto a Oxford, in parte secondo un raffinato e accurato adattamento al gotico inglese (come nell'opera del Bodley al Magdalen e allo University College), in parte a imitazione del primo Rinascimento (p. es., le Examination Schools, di T. Jackson). Recentemente, lo sviluppo industriale ha seriamente minacciato la bellezza di Oxford e si sono formati ampî sobborghi. Le aggiunte architettoniche più recenti fatte all'università sono prive di carattere.

Collezioni artistiche. - Le collezioni artistiche appartenenti all'università di Oxford sono attualmente sistemate in un edificio, detto Ashmolean Museum, costruito nel 1845 su disegni di C. R. Cockerell. Il nucleo delle collezioni è costituito dalla donazione di Elias Ashmole (1677), consistente, soprattutto, in esemplari scientifici. Per ospitare tale raccolta fu costruito e aperto nel 1683 un edificio oggi detto Old Ashmolean. Il museo di Oxford è quindi il più antico dell'Inghilterra. L'edificio attuale nella Broad Street, con la raccolta di archeologia e d'arte, venne aperto nel 1855. Oltre a importanti collezioni di statue, tra cui i famosi marmi della raccolta del conte di Arundel, il museo contiene una piccola ma preziosa serie di quadri, tra cui dipinti di Paolo Uccello e di Filippo Lippi. Molti dei quadri furono donati da lord Ilchester. Ma il pregio principale del museo sono gl'impareggiabili disegni di Michelangelo e di Raffaello, provenienti dalla collezione di sir Thomas Lawrence, acquistati per sottoscrizione e donati al museo nel 1846. Altri disegni di primaria importanza furono donati da Chambers Hall nel 1855; nel 1863 furono trasferite nel museo le importanti collezioni di stampe e disegni antichi lasciate da Francis Douce alla Bodleian Library.

Questa biblioteca, fondata da Humphrey duca di Gloucester nel sec. XV, dev'essere considerata non solo una delle maggiori biblioteche del regno dopo quella di Londra, ma anche una raccolta d'opere d'arte costituite da manoscritti miniati di straordinaria ricchezza.

Anche la biblioteca del Christ Church College contiene un certo numero di pitture interessanti e un'ampia e importante collezione di disegni; pitture e disegni che provengono da un lascito del generale Guise nel 1765. (V. tavv. CXXXI e CXXXII).

Istituti di cultura. - A documentare la maggiore antichità di Oxford su Cambridge fu falsamente asserito che re Alfredo riformasse e promovesse gl'istituti oxoniensi; è tuttavia certo che già alquanto prima del 1214, anno in cui un privilegio del vescovo di Lincoln, nella cui diocesi era Oxford, riconobbe che gl'istituti di Oxford formavano uno Studium generale e nominò a proprio rappresentante il Cancelliere, vi erano insegnanti a Oxford a cui da varie parti affluivano gli studenti, attratti dalla posizione centrale della città e della presenza di ricchi istituti ecclesiastici, quali la chiesa di S. Maria, il convento di S. Fridesvida, passato da monache ai canonici regolari, e la grande abbazia di Oseney. Enrico II, che spesso sostò nel palazzo di Beaumont, alle porte della città, amava. gli studî e favorì l'insegnamento. Gl'indizî che gli storici hanno raccolti sono significanti; tra essi, particolarmente importanti, la dichiarazione di Tebaldo d'Étampes di essere non solo Doctor Cadumensis (di Caen), ma anche Magister Oxenafordie (1110 ca.); la tradizione che Roberto Pullen (o Pullens), che più tardi insegnò a Parigi ed ebbe tra i proprî scolari Giovanni da Salisbury, tenesse scuola a Oxford intorno al 1133; il fatto che l'arcivescovo Tebaldo di Canterbury chiamò in Inghilterra il lombardo Vacario (1150) perché insegnasse diritto romano e civile e la probabilità ch'egli, oltre che a Lambeth, professasse a Oxford; la venuta di Geraldo Cambrense (1185) il quale ai dotti locali volle leggere la descrizione dei suoi viaggi nel Galles; la memoria di una viuzza dove abitavano librai, e d'un'altra (Vicus schediasticorum) frequentata da tachigrafi. Poiché, durante la controversia con Tommaso Becket, Enrico II ebbe a proibire l'afflusso di chierici a Parigi, si è supposta una vera migrazione da quella università, che avrebbe determinato la formazione di uno studio generale a Oxford intorno al 1175. Certo è che, avendo un chierico ucciso una donna, furono giustiziati dalle auturità cittadine tre chierici innocenti: al che seguirono la partenza degli studenti verso altre sedi, tra cui Cambridge che vide perciò sorgere la sua università, e l'interdetto pronunziato dal legato Niccolò da Tuscolo. Tale danno ne ebbero i cittadini che, alla fine, si sottomisero e accettarono le dure condizioni loro imposte nel 1214, condizioni che costituiscono storicamente il documento di fondazione dello Studio generale di Oxford.

Da allora, parecchi ordini religiosi stabilirono, presso lo studio, le loro case, a cui fecero affluire i giovani: vennero i domenicani (1221), i francescani (1224), i carmelitani (1254), gli agostiniani, i cisterciensi (1280). Nel 1214 anche i cittadini accettarono di mantenere a loro spese un certo numero di studenti e di prestar giuramento di pace al Cancelliere, rappresentante del vescovo di Lincoln. Prevalse poi (dal see. XV) l'uso di affidare il cancellierato a vita a un uomo politico e di eleggere un vicecancelliere che fu, ed è ancora, il vero rettore dell'università. Anticamente, gli studenti alloggiavano presso privati o in case collettivamente locate (dette ostelli, hostels), in ciascuna delle quali uno studente, e più tardi un graduato, era garante al proprietario dell'atto, e al Cancelliere della buona condotta di tutti. Originariamente, la maggior parte dei collegi furono fondazioni pie destinate ad ospitare laureati insegnanti e studiosi; alcuni soli accolsero fin dall'inizio anche studenti poveri. Le aulae (halls) sono ormai quasi tutte scomparse per assorbimento dei collegi; e rimangono soltanto St Edmund Hall, equiparabile a un collegio, e tre recenti fondazioni religiose di cui due sono cattoliche. Anche parecchi collegi scomparvero o furono assorbiti da altri. Ne rimangono 21, ciascuno dei quali deriva le proprie rendite da beni fondiarî o mobiliarî e da tasse scolastiche. La proprietà è investita nel capo (variamente detto: Dean, Warden, Master, Provost, Rector, President e Principal) e nei socii (fellows). I più antichi collegi sono Merton College (1264), University College (1280), Balliol College (1282); i maggiori sono, oltre a Balliol, New College (1379), Magdalen College (1458) e Christ Church College (1525). Ai quali si debbono aggiungere quattro collegi femminili fondati tra il 1878 e il 1893. Tra i collegi sono caratteristici: Christ Church che, fondato dal cardinale Wolsey e rifondato da Enrico VIII, è un istituto sui generis, comprendente la cattedrale, come cappella del collegio, il decano di Oxford e sei canonici, oltre ai fellosws, che sono detti students; quello di All Souls (1438), che ha un certo numero di fellows senza alcun obbligo d'insegnamento e di residenza, scelti tra gli uomini insigni; lo University College, che fu fondato dall'università per mantenere quattro maestri poveri; il Merton College, che fino dalle origini ebbe borse di studio per laureati bisognosi detti portionistae (postmasters); il Magdalen College, dove tali laureati sono detti semi socii (demies).

Quanto all'insegnamento, esso dapprima venne impartito presso i collegi, le aule e la chiesa di Santa Maria; ma nel 1439, fu costruito un edificio speciale per le lezioni, fino a che, in età recente, nuove scuole vennero erette. La biblioteca dell'università fu allogata dopo il 1320 al piano superiore dell'antica sala di riunioni, a fianco della chiesa di S. Maria, poi, dal 1450, negli attuali locali costruiti dal duca Humphrey di Gloucester per ospitarvi anche la sua ricca collezione di codici. Questa fu dispersa tra il 1550 e il 1556, durante la Riforma, e i locali furono riattati tra il 1598 e il 1610 da sir Thomas Bodley. Vi furono sempre anche insegnanti privati (tutors); tuttavia sia l'insegnamento pubblico sia quello privato ebbero, per le lotte religiose e politiche, periodi di decadenza e di rilassatezza, specie nei secoli XVI e XVIII. L'organizzazione ebbe complesse vicissitudini, finché per decreto della regina Elisabetta tutto venne unificato sotto il nome di Chancellor, Masters and Scholars of the University of Oxford (1571) che ancora conserva. La storia moderna dell'università risale agli statuti dell'arcivescovo Laud (1636), che, per ristabilire la disciplina, mirò ad escludere gl'insegnanti privati dall'università e concentrò i poteri nei capi di collegio. Il Cancelliere, e per lui il vice-cancelliere, ebbero larghi poteri giudiziarî sui cittadini nonché sugli studenti. Ora conservano soltanto il diritto di conoscere i reati minori commessi da studenti. Gli statuti del Laud vennero successivamente riformati con leggi e decreti parlamentari del 1854, 1856, 1877 e 1923. Ma è da osservare che, come quelli trasformarono un originario reggimento democratico in una oligarchia di collegi, così, con l'afforzarsi degl'istituti universitarî e dell'elemento professorale, si andò formando un dualismo che tuttora sussiste. Il Cancelliere è eletto dai laureati; ed il vero rettore dell'università è il vice-cancelliere, scelto per turno d'anzianità tra i capi di collegio; esso dura in carica da uno a quattro anni, e ha al suo fianco, nominati annualmente per turno di collegio, i due proctors (procuratores), che furono originariamente i rappresentanti dell'arte dei maestri, un tempo tratti rispettivamente dalle "nazioni" del nord e del sud d'Inghilterra (Boreales e Australes) spesso in lotta tra loro. Un'assemblea settimanale (Congregation) dei graduati residenti vota e discute in prima lettura ogni proposta, che poi in seconda lettura deve essere votata da un'assemblea di tutti i graduati (Convocation). Le proposte sono formulate dal consiglio superiore (Hebdomadal Council, continuazione del Hebdomadal Board, istituito nel 1631, che si riuniva settimanalmente), che è costituito dal vicecancelliere, dal capo di collegio che per turno gli deve succedere, dai proctors e da diciotto membri elettivi. Ma, a lato di questo consiglio, vi è ora il Consiglio generale delle facoltà, formato dai loro rappresentanti elettivi: essendo le faeoltà costituite dagl'insegnanti universitarî e collegiali delle materie, e avendo ciascuna un Consiglio di facoltà formato per metà da professori e per metà da insegnanti di collegio. Ogni corso deve essere preventivamente approvato dal consiglio di facoltà.

Da quando, nel 1497, fu istituita la prima cattedra (teologia), l'Università ha sviluppato un completo organismo; con musei archeologici e d'arte, laboratorî e biblioteche speciali, tra cui ricchissima quella di lingue moderne (Taylorian Institution).

Ogni cattedra ha uno stipendio garantito da fondazioni speciali o da enti pubblici. Oltre ai professors (professori stabili), vi sono readers (professori straordinarî) eletti a tempo e lecturers (lettori e assistenti), retribuiti con i fondi messi a disposizione dal Consiglio generale delle facoltà e nominati su proposta dei Consigli di facoltà. Anche i collegi provvedono a un sistema di lezioni intercollegiali, in cui l'università non interviene se non autorizzando i varî corsi. Tuttavia, la funzione specifica dei collegi consiste ora nella pratica di affidare ciascuno studente a un ripetitore (tutor), che ne dirige gli studî e gl'impartisce un'ora di insegnamento privato settimanale. Perciò i fellows di ciascun collegio sono per metà circa ripetitori, e per metà professori dell'università e studiosi occupati in lavori di ricerca. Fuori dei collegi, la disciplina è sorvegliata dai proctors e dalla polizia universitaria e regolata da un sistema di multe.

L'ammissione si ottiene per esame; ma i collegi, avendo un numero limitato di posti, sottopongono gli aspiranti a un ulteriore esame. Anche gli studenti non collegiati, ascritti alla società di S. Caterina, come le studentesse ascritte alla parallela Society of Oxford Home Students, non debbono superare un certo numero, determinato di tempo in tempo. Ciascun collegio offre borse di studio. Gli studenti debbono superare una prima prova (First public examination), che non implica la necessità di continuare i corsi nella stessa facoltà dopo uno, due o tre bimestri. Poi, affrontano un esame finale di baccalaureato, o per la via degli HonourS, affrontando una prsva non ripetibile in una delle facoltà, in giorni successivi, entro quattro anni dall'immatricolazione; o per la via della Pass School, senza limiti di tempo e ripetibile.

Il grado di Magister Artium (M. A.) si ottiene per anzianità; i gradi di Doctor Divinitatis (D. D.), Doctor Litterarum (D. Litt.), Doctor Scientiarum (D. Sc.), Doctor Iuris civilis (D. C. L.: of civil law), Medicinae (D. M.) si ottengono per titoli; quelli di baccelliere di lettere o scienze (B. Litt. e B. Sc.) e di Doctor Philosophiae (D. Phil.) con una tesi dopo un corso di perfezionamento. Gli studenti furono, nel 1932-33, 3506 uomini e 749 donne.

Storia. - La bassura sabbiosa limitata a O. e a S. dal Tamigi e a E. dal Cherwell non offre resti preistorici e romani, ma nelle vicinanze vi sono tracce notevoli di strade e di ville romane. Il luogo situato nella depressione tra le alture dei Chiltern Hills continuate dai Berkshire a S. e SO., e dei Cotswolds a N., formò una naturale via di comunicazione, con un incrocio di vie presso l'ansa del Tamigi dove era un guado, a cui risale etimologicamente il nome di Oxford (anticamente Oksnaford e meno probabilmente Orsnaford). Protetta per tre lati da corsi d'acqua, Oxford divenne già nei primi secoli del Medioevo abbastanza prospera e popolosa; le prime memorie risalgono al sec. VIII. La città crebbe a importanza assai prima di divenire centro di studî, e il fiorire dell'università ostacolò il naturale sviluppo delle istituzioni cittadine. Re Alfredo forse ebbe qui una zecca; un convento dedicato a Santa Fridesvida sarebbe sorto nel sec. VIII, e alcuni archi sassoni nella cappella di quella santa in Christ Church risalgono forse a quel primo edificio. Nell'English Chronicle, all'anno 912, Oxford è accoppiata con Londra a designare la parte del regno di Mercia ritenuta da re Edoardo il Vecchio. Fu più volte saccheggiata e arsa dai Danesi; gli abati di Abingdon vi ebbero beni ed esigettero un diritto sulle barche in transito; nel sec. X vi si tennero corti e assemblee; essendo sulla frontiera tra i regni di Mercia e di Wessex, fu spesso contesa. Dopo la conquista normanna fu retta dal rivale di re Guglielmo, Roberto d'Oili. Essa aveva molto sofferto per l'invasione normanna: nel Domesday Book si nota che circa la metà delle abitazioni (514 su 1018) era in abbandono. Ma l'Oili vi fondò nuove chiese presso le porte e ne rafforzò le mura (restano lunghi tratti delle mura settentrionali, la cripta di S. Pietro [St Peter' s-in-the-East], ecc.), costruendo il castello presso un poggio artificiale, già fortilizio sassone. Pure Enrico I (morto nel 1135) beneficò Oxford, costruendovi un ospedale con lebbrosario alla porta orientale e il castello di Beaumont, fuori della porta a Nord, dove egli e i suoi successori spesso risiedettero. Un omonimo nipote ed erede di Roberto d'Oili fondò la grande abbazia di Oseney i cui ultimi resti scomparvero al principio del sec. XVIII. Enrico II, fautore degli studî, molto protesse la città, che aveva oramai (specie dopo il 1214) acquistato il suo carattere speciale di subordinazione allo studio generale. Varî parlamenti furono qui tenuti; famoso il cosiddetto Mad Parliament del 1258.

I privilegi concessi da Enrico III nel 1248, precisando la subordinazione dei cittadini all'università, provocarono resistenza; ne seguirono rivalità tra cittadini e studenti (Town and Gown), e spesso violenze, quali la feroce rivolta di S. Scolastica in cui molti studenti furono uccisi. Tale eccidio fu scontato dai cittadini con gli accresciuti privilegi concessi da successivi sovrani all'università, e anche annualmente espiato con una cerimonia che venne abolita soltanto nel 1835. I primi accenni alla Riforma, impersonati dal Wycliffe, furono soffocati dopo la rivolta dei contadini; al principio delle lotte religiose nel sec. XVI, furono giustiziati in Oxford i protestanti Ridley, Latimer (1555) e Cranmer (1556), la cui fine è commemorata da un monumento (Mart?yrs' Memorial). Durante le guerre civili Oxford fu sede del comando di Carlo I, che vi tenne il suo parlamento; fu assediata dal Cromwell e si arrese il 24 giugno 1646. La decadenza dell'università provocata dalle guerre causò una grave crisi nella città; ma non per questo cessarono le lotte tra cittadini e studenti acuite dopo la restaurazione. Carlo II tenne nella città il suo ultimo parlamento nel 1681; sotto Giacomo II, malgrado decise resistenze accademiche ai suoi soprusi, l'università gli fu ligia, avversa la città; vi fu una sommossa durante un'elezione nel 1775 con strascico d'inchieste. Giorgio III fu bene accolto nel 1785 e da allora si può dire che cessi la storia separata di Oxford. Nel sec. XX ebbe un notevole sviluppo industriale (automobili).

I conti di Oxford. - Titolo nobiliare portato successivamente da diverse famiglie inglesi. Aubrey de Vere, nato verso il 1120, conte de Guisnes iure uxoris, fu creato gran ciambellano ereditario d'Inghilterra e conte di Oxford fra il 1141 e il 1147. Morì nel 1194. Il 9° conte Robert, nato nel 1362, combatté in Scozia e in Francia, sotto Edoardo III, da cui ricevette terre e onori; fu creato cavaliere della Giarrettiera, marchese di Dublino e duca d'Irlanda. Ma, sconfitto a Radcot nel 1387 durante le lotte civili contro il duca di Gloucester, zio del re, fu dichiarato traditore e costretto a fuggire all'estero; morì a Lovanio nel 1392. John de Vere, 13° conte, nato nel 1443, appoggiò nella guerra delle Rose la fazione di Lancaster; catturato e imprigionato nel 1474, evase nel 1484 e aiutò Henry Tudor a salire sul trono come Enrico VII, onde gli furono restituiti beni e onori e divenne di nuovo gran ciambellano ereditario. Morì il 10 marzo 1512-13. Edward de Vere, 17° conte (1550-1604), ebbe cariche alla corte della regina Elisabetta e fu uno dei commissarî per i processi contro Maria Stuarda (1586), il conte di Arundel (1589), Essex e Southampton (1601). Il 20° conte, Aubrey de Vere, nato nel 1626, nelle guerre civili militò nell'esercito regio e contribuì alla restaurazione. Fu creato cavaliere della Giarrettiera da Carlo II, ma reclamò invano la carica di ciambellano ereditario, tenuta, da ultimo, da Henry, 18° conte (1593-1625). Morto Aubrey de Vere a Londra senza eredi il 22 marzo 1703, il titolo si estinse.

Il titolo fu ripristinato nel 1711 a favore di Robert Harley (v.), ma si estinse di nuovo con la morte del 6° conte Alfred Harley il 19 gennaio 1853. Il 1° e il 2° conte della linea di Harley avevano riunito una preziosa raccolta di libri e manoscitti che Edward, 3° conte, donò al British Museum nel 1753.

Nel 1925 Herbert Henry Asquith (1852-1928), primo ministro dal 1908 al 1916, fu creato conte di Oxford e Asquith. Essendogli premorto in guerra il figlio Raymond, il titolo passò al figlio di questo Julian, nato il 22 aprile 1916, alla morte del nonno.

Bibl.: Ch. Gross, A bibliography of British municipal history, Harvard 1915, pp. 358-60; A. Wood, The ancient and present state of the city of Oxford, Londra 1773; C. W. Boase, Oxford, Londra 1887; J. W. Wells, Oxford and Oxford life, Londra 1892. - Monumenti e opere d'arte: J. C. Robinson, A Critical Account of the Drawings by Raffaello and Michelagnolo, Oxford 1870; A. Vallance, The Old Colleges at Oxford, Londra 1912; C. G. Bell, Drawings in the Library of Christ Church, Oxford, Londra 1914; T. Borenius, Pictures in the Library of Christ Church, Oxford, Oxford 1916; J. Wells, Oxford and its Colleges (Methuen's "Little Guides"), Londra 1930. - Per l'università: Statuta et decreta universitatis Oxoniensis, pubblicati annualmente: Statuta antiqua Universitatis Oxoniensis, a cura di S. Gibson, Oxford 1931; A. Wood, Athenae Oxonienses, Londra 1692; H. E. Salter, Cartulary of Oseney Abbey, Oxford 1929; CH. E. Malet, A history of the university of Oxford, volumi 3, Londra 1924-27. Cfr. pure le storie particolari dei varî collegi, e le pubblicazioni della Oxford Historical Society. - Per il titolo comitale: G. E. C., The Complete Peerage, VI, Londra 1895; Nichols, Descent of the Earldom of Oxford, in Archeological Journal, IX, pp. 17-19; T. B. Macaulay, History of England, Londra 1913-15.

La contea di Oxford.

La contea (Oxfordshire) è situata nella parte sudorientale dei Midlands. Essa è di forma irregolare e confina con le contee di Gloucester a O., di Warwick a NO., di Northampton a NE., di Buckingham a E., di Berkshire a S. Il territorio della contea si estende attraverso affioramenti paralleli di formazioni cretaciche e giurassiche orientati da NE. a SO.; esso presenta quindi una serie di rocce progressivamente più antiche, dai depositi di creta dei monti Chilterns all'argilla di Oxford nella bassura centrale della contea e alle rocce del basso e medio Liassico che formano le alture dei Cotswolds e dell'Edge Hill a NO. I monti Chilterns, che si estendono nel Buckinghamshire dal SE. della contea, formano la zona più elevata (poco più di 270 m.). Le acque della contea si riversano in massima parte verso S. nel Tamigi, il quale forma il lungo confine meridionale che divide l'Oxfordshire dal Berkshire.

Lungo questo confine il fiume riceve da sinistra alcuni importanti tributarî, tra i quali il Windrush, l'Evenlode, il Cherwell e il Thame.

Dalle rocce liassiche e cretaciche si estraggono pregevoli materiali da costruzione; le rocce del medio Liassico, immediatamente a S. di Banbury, nella parte settentrionale della contea, dànno minerale di ferro, mentre l'argilla d'Oxford fornisce materia prima a parecchie grandi fornaci da laterizî vicine alla città di Oxford. La contea è essenzialmente agricola: la varietà del rilievo e della struttura rocciosa ha dato luogo a terreni di diverse specie. Non meno dell'85% del territorio è coltivato. Le rocce giurassiche, particolarmente nella regione di Cornbrash, producono cereali, di cui i più importanti sono frumento, orzo e avena. L'argilla d'Oxford forma buoni pascoli per il bestiame e nei monti Chilterns si allevano pecore. A eccezione delle fabbriche d'automobili e delle presse per acciaio, situate in vicinanza della città capoluogo, le industrie moderne non presentano importanza. La contea ha una superficie di 1939 q e nel 1931 contava una popolazione di 209.599 ab. (109 per kmq.). I centri maggiori sono Oxford (80.540 ab.); Banbury (13.953 ab.), antica città di mercato, che tuttora produce attrezzi agricoli; Henley-on-Thames (6618 ab.), ritrovo prediletto dei Londinesi per le regate sul fiume; Chipping Norton (3489 ab.), luogo di mercato, situata in posizione elevata intorno a un antico castello e posta al centro delle alture oolitiche, in prossimità del confine occidentale, con fabbriche di tessuti di lana leggiera e gualdrappe da cavalli; Witney (3409 ab.), con un'antica industria per la manifattura di coperte di lana.

Storia. - La regione fu invasa dai Sassoni nel sec. VI, e fece parte successivamente dei regni di Mercia e di Wessex; nel sec. XI la invasero i Danesi. Con la conquista normanna l'Oxfordshire fu diviso fra varî vescovi e signori, e il governatore Robert d'Oili eresse un castello nella città di Oxford. Nel sec. XIII furono tenuti varî parlamenti in Oxford, fra cui quello detto "il parlamento pazzesco" (Mad Parliament) che emanò i "provvedimenti di Oxford") per la riforma parlamentare. Nella guerra civile l'Oxfordshire fu base dei realisti; i parlamentaristi vi penetrarono e vi si svolsero varie battaglie. Dopo la sconfitta di Naseby (1645) la causa realista era perduta, ma si continuò a combattere fino alla battaglia di Stow-on-the-Wold (1646), ultima della guerra. Il 24 giugno di quell'anno la città di Oxford si arrese.

Bibl.: Victoria County History, I e II, Londra 1907; H. A. Evans, Highways and Byways in Oxford and the Cotswolds, Londra 1924.

Il "movimento di Oxford".

Si suole designare con questo nome l'attività svolta, nel secondo quarto del sec. XIX, da un gruppo di teologi e scrittori anglicani, che in Oxford e nell'università avevano il loro centro spirituale e editoriale.

Il movimento rappresenta una reazione contro le correnti religiose prevalenti allora in Inghilterra: il metodismo che, pur separatosi dalla comunione anglicana, aveva lasciato in essa, erede del suo spirito primitivo, il cosiddetto evangelismo, il quale esaltava il valore della "conversione" individuale, testimoniata dalla coscienza stessa del credente, e accettava così il principio fondamentale del protestantesimo e molte delle sue conseguenze; il latitudinarismo, la freddezza della cosiddetta Alta Chiesa, il liberalismo, che incominciava ad affermarsi. Della reazione si videro i primi segni allorché Oxford, nel 1829, respinse la candidatura di R. Peel a rappresentante dell'università nel parlamento; ed essa crebbe allorché, col riconoscimento della libertà religiosa, i dissidenti ebbero facoltà di legiferare sulla chiesa di stato in quel parlamento che, nel 1833, soppresse dieci vescovati anglicani in Irlanda.

Il segnale della riscossa fu dato dal solenne sermone universitario pronunciato da J. Keble il 14 luglio 1833: National Apostasy. Poiché infatti la nazione riteneva lecito di ledere i diritti della Chiesa di Cristo, non si poteva usare altro termine. Poco dopo, si riunirono a Hadleigh, presso H. J. Rose, alcuni amici, W. Palmer, A. P. Perceval e R. H. Froude, discepolo del Keble e amico di J. H. Newman, i quali aderirono poco dopo al movimento. Incominciò così la pubblicazione dei Tracts put forth to meet the exigencies of the times, o Tracts for the times ("Trattatelli per i tempi che corrono"), ai quali dedicò massima attività il Newman. Perché l'argomentazione del Keble fosse valida, occorreva stabilire la premessa che la Chiesa anglicana fosse veramente la Chiesa di Cristo; per protestare contro violazioni del diritto dei vescovi compiute dall'autorità civile, era necessario affermare l'origine divina di questo diritto. E il primo Tract (settembre 1833), dal titolo Thoughts on the ministerial commission ("Riflessioni sulle origini dell'autorità dei ministri"), faceva consistere le basi dell'autorità del clero sull'origine apostolica. Ne seguirono poi molti altri, ad opera del Newman, del Keble e di altri, compresi parecchi nuovi aderenti.

In sostanza, i teologi di Oxford cercavano di combattere il protestantesimo da una parte, e il cattolicismo dall'altra, rifacendosi ai teologi anglicani del tempo di Carlo I e di Carlo II, e cercando di affermare il concetto che la Chiesa anglicana poteva invocare per sé, nel dogma come nel rito, la successione apostolica e la piena continuità con la Chiesa antica: i 39 articoli di religione rappresentando soltanto, per questo punto di vista, una condanna di abusi, non l'accettazione delle novità dei riformatori continentali. Nel 1833 E. B. Pusey diede al movimento, con la collaborazione, anche l'autorità del suo nome (si parlò anche di puseyism) e della sua posizione accademica; inoltre impresse ai Tracts il carattere di studî teologici più serî e approfonditi, e rinnovò tra gli aderenti l'interesse per la patristica, che si esplicò anche in numerose traduzioni. Ma la lotta contro il protestantesimo aveva spinto alcuni, come il Froude, ad accogliere sempre più principî e forme di culto proprî del cattolicismo; per resistere alle pretese di questo e salvare il carattere "cattolico" della Chiesa anglicana, fu elaborata, ad opera soprattutto del Newman, la dottrina della cosiddetta via media, secondo la quale la comunione anglicana rappresenta, con la Chiesa di Roma e quella greca, uno dei tre rami in cui storicamente si è divisa la Chiesa di Cristo, sostanzialmente unica. Lo scisma non consiste nel fatto della coesistenza di queste tre diverse chiese visibili - ciascuna delle quali ha i proprî difetti e le proprie caratteristiche frutto di un'evoluzione storica, quanto nel fatto di erigere, nello stesso luogo, altare contra altare. Questa dottrina inoltre rispondeva ai sentimenti del patriottismo britannico: ribadiva il concetto dell'"insularità" della comunione anglicana, contrapponendola alle chiese del continente europeo; e d'altronde permetteva di contrapporre a un certo ordine possibile di obiezioni il carattere universale della Chiesa anglicana stessa, diffusa non solo in America, ma nelle varie parti del mondo dove s'andava affermando l'imperialismo britannico. Perciò questa dottrina, come altri principî sostenuti dal movimento di Oxford, è sopravvissuta in parte in seno all'anglicanesimo, nonostante la crisi che portò alla condanna del Newman e alla conversione di lui e d'altri al cattolicismo: avvenimenti che non concernono più la storia del movimento oxoniano propriamente detto, giacché altri capi del partito, come il Keble, il Pusey, il Marriott, rimasero nella comunione anglicana. E come al Newman in parte si riattacca il modernismo cattolico, così in parte si ricongiunge al movimento di Oxford il modernismo anglicano. Ma si riconnette a esso anche il "ritualismo" e, in genere, si può riconoscere come suscitata da esso la rinnovata vitalità (nonostante la perdita di energie provocata dalle conversioni) dell'anglicanesimo nella seconda metà del sec. XIX, che si esplicò con un ravvivarsi della pietà non scompagnato da grande fervore di studî, e di cui sono rappresentanti uomini come F. J. A. Hort, B. F. Westrott, J. B. Lightfoot e altri.

Bibl.: R. W. Church, The Oxford movement, Londra 1891; Ragey, Le mouvement cathol. en Anglet. au XIXe siècle, Parigi 1900, voll. 3; P. Thureau-Dangin, La renaissance catholique en Angleterre au XIXe siècle, Parigi 1899-1906, voll. 3; lord Halifax, The agitation against the Oxford movement, Londra 1899; J. Guibert, Le réveil du cathol. en Anglet. au XIXe siècle, Parigi 1907; A. C. Headlam, H. J. Rose and the Oxford mov., in Church quarterly Review, XCIII (1921); S. L. Ollard, The Anglo-catholic movement, Londra 1925; W. L. Knose, The catholic movement in the Church of England, 2ª ed., Londra 1930.

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