Palificazione

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L’insieme dei pali di fondazione di un edificio, di un ponte, di un muro di sostegno ecc., collegati tra loro mediante idonee strutture, atto a trasmettere al terreno il peso complessivo delle strutture sovrastanti; vi si ricorre quando il terreno resistente si trova a notevole profondità.

fig. 1
fig. 2

I pali impiegati nelle p. possono essere di legno, di calcestruzzo o di cemento armato. Le p. con pali di legno, largamente usate nel passato (fig. 1), oggi sono impiegate soltanto per limitate opere di costipamento. Nella p. con pali di calcestruzzo, semplice o armato, i pali vengono collegati con zatteroni di calcestruzzo di cemento debolmente armato, annegandovi i tondini sporgenti dai pali precedentemente posti in opera. In presenza di soli carichi verticali, le p. sono costituite da pali verticali; il baricentro dell’area relativa alle sezioni trasversali dei pali sul piano di appoggio dello zatterone deve essere quanto più prossimo possibile al punto di intersezione sul piano medesimo del risultante dei carichi sovrastanti: in particolare, le p. degli edifici con ossatura in cemento armato sono composte da gruppi di pali verticali, disposti sotto i pilastri (fig. 2) e collegati a questi da una struttura in cemento armato di forma tronco-piramidale (plinto).

Talora si usa il termine palizzazione per indicare l’escavazione e preparazione del terreno e la successiva infissione di pali, soprattutto quelli in cemento armato (per es., per la costituzione di recinzioni, armature di vigneti e frutteti ecc.).

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