ALBONI, Paolo

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 2 (1960)

ALBONI, Paolo (Paolo Antonio)

Adriana Arfelli

Pittore, nato a Bologna nel 1665. Paesista, lodato da L. Crespi, suo primo biografo, che lo dice scolaro di un Fiammingo e studiosissimo dei paesisti nordici, che sempre cercò di imitare. "Bizzarro di natura, vivace di spirito e facile all'ira", per vicende a noi ignote fu costretto a lasciare Bologna; si recò, prima, a Roma, poi a Napoli, dove lavorò molto. Tornato, dopo diversi anni, in patria, si sposò ed ebbe tre figli. Nel 1710 si recò a Vienna e vi rimase, operosissimo, per circa 14 anni; nel 1722, colpito da apoplessia, continuò a dipingere con la mano sinistra e così continuò, ma sempre più debolmente, fino alla morte. Nel 1725 era definitivamente ritornato a Bologna, ove morì il 5 ott. 1734. Le fonti ricordano molte sue opere: a Faenza, diverse stanze affrescate nella villa "I Camerini" dei conti Naldi; a Bologna, moltissimi quadri di paesaggio in case private (Grassi, Gini, Landi, Rossi, Ariosti Greppi, Torregiani, Bassani, Fibbia); soprattutto sono lodati i grandi paesaggi dipinti in casa del conte Pepoli .e quelli in casa del marchese Fabbri. Oggi gli è attribuito un quadretto di paesaggio nelle Gallerie di Venezia; un suo disegno è all'Albertina di Vienna, un altro a Bologna nella coll. Certani. Sua allieva fu la figlia Luigia Maria Rosa (sposata a L. Nobili, morta l'8 marzo 1759), della quale sono due grandi paesaggi ora nello scalone del Collegio del Baraccano a Bologna.

Fonti e Bibl.: Bologna, chiesa di S. Procolo, Arch. parrocchiale: Liber mortuorum Eccl. Par. S. Proculi Bonomiae ab a. 1726 ad a. 1739, c. 50; Bologna, Bibl. Com. dell'Archiainnasio, ms. B. 131: M. Oretti, Notizie dei Professori del Disegno, IX, p. 293; L. Crespi, Vite de' Pittori Bolognesi, Roma 1769, pp.274-275; Catal. delle Gallerie dell'Accademia di Venezia, Bologna 1933, p.77; ER. Longhi G. Zucchini], Mostra del Settecento bolognese (Catal.), Bologna 1935, p.89; U. Thieme-F. Becker, Allgem. Lex. der bildenden Kilnstler, I, pp.229-230.

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