MORIGIA, Paolo

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 76 (2012)

MORIGIA, Paolo

Isabella Gagliardi

MORIGIA (Morigi, Moriggi), Paolo. – Nacque a Milano il 1° gennaio 1525 da Damiano e da Angela Migliavacca.

La famiglia era proprietaria di un’antica casa torre menzionata nella Cronaca di Galvano Fiamma, che la indica addirittura come la prigione in cui fu rinchiuso l’aristocratico Lanzone da Corte a seguito degli scontri avvenuti in città tra il 1041 e il 1044. La notizia è infondata ma testimonia il prestigio goduto dai Morigia nella Milano medievale. Probabilmente provenivano da Monza, dove, nel periodo precedente al dominio visconteo, si erano segnalati in quanto ghibellini. Ancora nel XVIII secolo un ramo della famiglia risiedeva nel castello di Trino e manteneva diritti feudali in loco oltre che in Valdeganea, su Costa, sul lago Maggiore, su 35 villaggi sparsi nei cantoni svizzeri e su vari altri castelli. Tra i Morigia vissuti nel Medioevo e nell’Età moderna incontriamo uomini di governo (Carlo Cesare, vicario di Provvisione a Milano, XVI sec.; Giovann’Angelo, vicario pretorio, 1467-1525), uomini di Chiesa (Giacomo Antonio, 1497-1546, fondatore dei barnabiti; Giovanni Ippolito, 1633-1708, vescovo e cardinale) e santi (la beata Caterina da Pallanza, 1437-1478; la venerabile Angela, XV sec.; il beato Alberto, XV sec.).

La vita di Morigia è attestata da varie fonti librarie e documentarie, ma soprattutto è stata descritta da Cesare Morigi, suo parente e suo primo biografo, che ne compose il ritratto encomiastico mentre egli era ancora in vita (Discorso nel quale sommariamente si descrive il nascimento e l’entrata in religione de’ Giesuati, del r.p. Paolo Morigi, Milano 1594, con dedica al conte Giorgio Trivulzio). Prese i voti nel 1542, dopo la morte del padre, nel convento gesuato di S. Girolamo a Milano. La Congregazione dei chierici apostolici di S. Girolamo, comunemente detta dei gesuati, aveva ottenuto tale insediamento nel 1458 anche grazie agli uffici della famiglia Morigia, che si era prodigata affinché il gesuato Antonio Bettini ricevesse un luogo in cui far stabilire il primitivo nucleo di confratelli giunti a Milano. In S. Girolamo Morigia ricoprì numerosi incarichi: a 28 anni fu eletto maestro dei novizi, a 29 divenne vicario del convento e a 30 priore.

Grazie al suo impegno la chiesa conventuale fu ampliata e abbellita. La ristrutturazione fu affidata all’architetto Fabio Mangone e finanziata grazie alle elemosine provenienti dalla Compagnia del Nome di Gesù, fondata da Morigia medesimo, e da benefattori. I lavori iniziarono nel marzo 1584 e terminarono nel 1589. Per espressa volontà di Morigia il tempio fu abbellito acquistando e sistemandovi tele di Panfilo Nuvolone, di Simone Barabino e di altri importanti pittori dell’epoca. Non pago, Morigia si procurò numerose reliquie di santi e una porzione della croce di Cristo che donò alla chiesa «e la maggior parte di esse egli l’ha procurate in Roma, come appare per due bolle di Papa Sisto Quinto, et esso medesimo le portò da Roma a Milano, oltre che anco molte altre n’ha havuto da altri luoghi et ancora di Colonia e da Vienna» (Morigi, 1594, p. 9).

Morigia svolse le mansioni di priore anche in altri conventi gesuati: in particolare, negli anni Sessanta diresse l’insediamento maschile di S. Girolamo a Lucca e la comunità delle monache stanziate nel monastero di S. Giuseppe ancora a Lucca. Durante il priorato lucchese, come afferma egli stesso, scrisse gran parte della Historia dell’origine di tutte le religioni (Venezia, F. e A. Zoppini, 1581, c. 127r). Fu poi procuratore generale della congregazione per 16 anni consecutivi a cavallo degli anni Ottanta e Novanta e in questa veste si adoperò nel «correggere la Regola, accomodare gli Ordini e l’altre Constitutioni, percioché prima ogni cosa era confuso, senza ordine, e molte altre Constitutioni repugnavano l’una l’altra e molti Monasteri vivevano senza saper che cosa si doveva osservare» (Morigi, 1594, p. 13). La nuova regola redatta da Morigia vide la luce nel 1580 a seguito del capitolo generale dei gesuati celebrato a Milano in quell’anno (Regole e constitutioni della Congregazione de’ Frati Giesuati di S. Girolamo…, Milano, Appresso Michel Toni e Giacomo Piccaia stampatori del Seminario, 1580). In quel periodo e nei secondi anni Novanta, quando espletò la funzione di visitatore apostolico dei gesuati, Morigia dovette impegnarsi strenuamente in seno alla congregazione per difendere la tradizione interna e l’osservanza delle Costituzioni congregazionali antiche (risalenti al 1425). Cercò in ogni modo di rinsaldare nei confratelli la volontà di continuare a rifiutare l’accesso al sacerdozio e di farlo in nome della coerenza con l’eredità spirituale dei fondatori dell’istituto gesuato (Giovanni Colombini e Francesco Vincenti) e al fatto che la scelta non sacerdotale aveva informato i primi secoli di vita della famiglia gesuata. Il compito non fu semplice, poiché la congregazione era percorsa da una potente diatriba interna: molti gesuati si erano convinti della necessità di adire al sacerdozio e avevano trovato un caposaldo interno proprio nel convento milanese di S. Girolamo.

Per combattere efficacemente la battaglia in nome della continuità, Morigia scrisse numerose opere di contenuto storiografico e parenetico e si concentrò nella ricerca di documenti, cronache, leggendari gesuati sparsi nei vari insediamenti italiani, allo scopo di recuperare, memorie alla mano, l’essenza della vocazione e dell’identità gesuata. Fu, in ogni caso, scrittore fecondissimo e incline ad affrontare argomenti di natura prosopografica, di storia della Chiesa e di storia urbana, di agiografia, di edificazione morale. Stando al racconto trasmesso dal primo biografo, alla nutrita lista delle pubblicazioni di Morigia si dovrebbero aggiungere «diversi Sermoni e Prediche, ch’esso ha fatto alle Monache di Lucca, di Pistoia e di Siena del suo Ordine et in altri luoghi, oltre a molti sermoni da esso composti à preghi d’altri, che gli hanno poi recitati secondo che è paruto ad essi da volersene servire» (Morigi, p. 19), ma di questi scritti non resta traccia. Secondo Giorgio Trivulzio, Morigia compose anche poesie e rappresentazioni religiose. È noto inoltre che intrattenne rapporti con molte personalità dell’epoca, tra i quali i pontefici Pio IV, Sisto V e Gregorio XIV, i cardinali Alessandro Crivelli, Giovanni Antonio Serbelloni, Ludovico Simonetta, Francesco Abbondio Castiglioni, Marcantonio Da Mula, Ippolito Rossi, Vincendo Laureo, Gabriele Paleotti, Giulio Sfondrati. Rapporti amichevoli coltivò con Carlo Borromeo.

Morì a Milano nel convento di S. Girolamo nel 1604.

Fu inumato nella chiesa conventuale e sul sepolcro Giorgio Trivulzio appose un epitafio da cui risulta autore di 61 opere. Un suo ritratto, opera di Fede Galizia, risalente al 1596 e oggi conservato a Milano nella Pinacoteca Ambrosiana, lo immortala nell’atto di terminare un componimento poetico dedicato alla medesima Fede, mentre sta seduto dietro a un tavolo sul quale, tra numerosi libri, è anche l’opera che lo rese celebre in patria: la Nobiltà di Milano (Milano, P. Da Ponte, 1595).

Opere: tra i testi di sicura paternità di Morigia, numerosi dei quali stampati o ristampati postumi con accrescimenti, si ricordano quelli dedicati alla Chiesa milanese: Santuario, della città, e diocesi di Milano..., Milano 1603; Calendario volgare nel quale si contengono nomi de santi... in questa nobilissima città di Milano..., Milano 1620; Il duomo di Milano descritto, Milano 1632; Racolta nobilissima, nella quale si descrivono tutte l’oppere di carità christiana, e limosine, che si fanno nella citta di Milano..., Milano, G. Ferioli, s.d.; Distinto ragguaglio dell’ottava maraviglia del mondo, o sia della gran metropolitana dell’Insubria volgarmente detta il Duomo di Milano, Milano 1739. Le opere storiche e corografiche: Historia dell’antichità et nobiltà di casa Morigia, et più altre casate…, Venezia, D. e G.B. Guerra, 1587; Illustre raccolta nella quale si descrive sommariamente la progenie del Sommo Pontefice Romano Gregorio XIV di casa Sfondrata nobilissimo Milanese, Milano, P. Da Ponte, 1591; Sommario chronologico..., Bergamo, C. Ventura, 1592; Historia brieve dell’augustissima casa d’Austria nella quale si racconta sommariamente l’origine..., Bergamo 1593; Sommario cronologico diviso in sette libri ne’ quali, con ordinata serie de tempi, si ha notitia delli più graui, et importanti avvenimenti da che principio il mondo, sino al presente…, Bergamo 1601; Historia della nobiltà et degne qualità del Lago Maggiore..., Milano 1603. La foltissima produzione teologica, agiografica, devozionale, liturgica: Stato religioso, et via spirituale, Venezia, N. Bevilacqua, 1559; La seconda parte dello stato religioso et via spirituale... nella quale si contengono molte fruttuose ammonitioni..., Venezia, P. da Fino, 1569; Historia dell’origine di tutte le religioni..., Venezia 1569; Prato spirituale, Venezia, Antonio e Antonino degli Antoni, 1584 e ibid., G.B. Somasco, 1584; Conversione, vita essemplare, e beato fine dell’ill. Lodovica Torella contessa di Guastalla, fondatrice del monasterio delle monache di S. Paolo, Bergamo, C. Ventura, 1592; Historia dell’ origine della gloriosa Madonna del Monte, posta sopra Varese... con La miracolosa vita della B. Catherina Morigia…, Milano, P. Da Ponte, 1594; Dichiaratione della santa messa…, Roma, G. Facciotto, 1595; Giardino spirituale ..., Roma 1601; La seconda parte del giardino spirituale..., Roma 1601; Historia della vita, e martirio de’ gloriosi ss. Fermo et Rustico protettori tutelari del nobilissimo castello di Caravaggio…, Bergamo 1601; Historia de gli huomini illustri, che furono religiosi…, Bergamo 1602; Historia, et origine della famosa fontana della Madonna di Carauaggio, con parte de’ grandissimi miracoli operati dalla Madre di Dio per mezo dell’acqua di quella…, Milano 1635. Tra le opere riguardanti la vita della congregazione si segnalano in particolare il Paradiso de Giesuati. Nel quale si racconta l’origine dell’Ordine de’ Giesuati di S. Girolamo et la vita del B. Giovanni Colombini fondatore di esso Ordine, con parte delle sante vite d’alcuni de’ suoi discepoli et imitatori, Venezia, D. e G.B. Guerra, 1582 e le Regole, et paterne ammonitioni del già r.p.f. Paolo Morigi milanese generale visitatore dell’ordine de’ Giesuati di s. Girolamo. Da osservarsi da tutti i frati di detto ordine, nel recitare il divino officio, Bologna 1606.

Fonti e Bibl.: G. Fiamma, Chronica Mediolani seu Manipulus florum, in Rer. Ital. Script., XI, Milano 1727, coll. 621-623; F. Picinelli, Ateneo dei letterati milanesi, Milano 1670, p. 453; F. Argelati, Bibliotheca scriptorum Mediolanensium, II, 1, Milano 1745, col. 966; F. Roversi Monaco, Lanzone da Corte, in Dizionario biografico degli italiani, LXIII, Roma 2004, pp. 683-685; F. Cusani, P. M. e Giuseppe Ripamonti, storici milanesi, in Archivio storico Lombardo, IV (1877), pp. 43-69; C. Morlacchi, Il contributo di P. M. alla storiografia artistica milanese di fine ’500, tesi di laurea, Milano, Università cattolica del Sacro Cuore, a.a. 1995-96; Id., Li Trofei della Croce. L’esperienza gesuata e la società lucchese tra Medio Evo ed Età Moderna, Roma 2005, pp. 118-134, 213-281; Id., La Historia dell’origine di tutte le religioni di P. M. tra memoria e censura, in Nunc alia tempora, alii mores. Storici e storia in età postridentina, Atti del Convegno internazionale Torino, 24-27 settembre 2003, a cura di M. Firpo, Firenze 2005, pp. 93-110; I. Gagliardi, «I Pauperes Yesuati» tra esperienze religiose e conflitti istituzionali, Roma 2004, pp. 284-312 e passim.

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