Paratiroide

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fig.

Ciascuna delle quattro (o più) ghiandole a secrezione interna situate di norma accanto alla tiroide, che con il loro secreto (ormone paratiroideo o paratormone) intervengono nella regolazione del metabolismo dei minerali e in particolare del calcio e del fosforo. In relazione alla loro posizione le p. sono divise in superiori e inferiori: le p. superiori sono situate dietro alla tiroide, mentre le p. inferiori si trovano tra i rami dell’arteria tiroidea inferiore (v. fig.). Le p. misurano 0,5-1 cm, sono ricoperte da una capsula fibrosa e istologicamente risultano costituite da cellule disposte a cordone, che in relazione alle loro caratteristiche morfologiche sono divise in cellule principali, piccole e di forma poliedrica, cellule chiare, relativamente grandi e con nucleo intensamente colorabile, e cellule ossifile, che presentano nel citoplasma numerosi granuli acidofili (ossifili).

L’attività funzionale delle p. è regolata da influenze complesse (nervose, umorali). Nell’uomo, la funzione delle p. è quella di stabilizzare la concentrazione dello ione calcio sia nel plasma sia in altri liquidi biologici dell’interstizio. Questo si verifica grazie alla sintesi e secrezione del paratormone.

La chirurgia sperimentale ha permesso di stabilire le conseguenze dell’asportazione di tutte o di alcune delle p., rispettivamente paratiroidectomia totale e paratiroidectomia parziale. La prima ha conseguenze più o meno rapidamente letali (la morte sopravviene per spasmi dei muscoli laringei e toracici); l’asportazione incompleta delle p. provoca la comparsa di quadri più o meno gravi di deficit funzionale (ipoparatiroidismo), clinicamente contrassegnati da spasmofilia. Tale intervento, indicato nei casi di adenoma paratiroideo o di osteite fibrocistica da iperplasia, deve pertanto essere limitato nel primo caso all’ablazione dell’adenoma e nel secondo caso alla resezione delle ghiandole iperplastiche.

Il paratormone è un polipeptide di 84 amminoacidi (p.m. 9500). È sintetizzato dalla p. sotto forma di preproormone, che contiene 31 amminoacidi in più legati all’estremità N-terminale del paratormone. Entro un minuto dalla sua sintesi il preproormone è idrolizzato trasformandosi, grazie al distacco di 25 amminoacidi, in proormone. Dopo il passaggio all’interno del reticolo endoplasmatico, il proormone è a sua volta idrolizzato e, attraverso il distacco di 6 amminoacidi, convertito in paratormone che viene incorporato nei granuli di secrezione. Il paratormone regola il metabolismo del calcio attraverso la mobilitazione delle riserve scheletriche di questo elemento; tale mobilitazione si realizza mediante esaltazione dell’attività osteoclastica. Influenza inoltre il metabolismo minerale, specie quello del fosforo inorganico, del magnesio e del potassio, regolando l’equilibrio ionico dell’organismo. I deficit di paratormone per ablazione o ipofunzione delle p. sono caratterizzati da ipocalcemia e quindi, data l’azione sedatrice sull’eccitabilità neuromuscolare degli ioni calcio, da quadri clinici di spasmofili più o meno gravi. L’iperfunzione paratiroidea e la somministrazione parenterale di elevate dosi di paratormone in animali sani provocano, invece, una marcata demineralizzazione dello scheletro. Nella regolazione del metabolismo del calcio assume un ruolo significativo la calcitonina, ormone prodotto dalle cellule parafollicolari della tiroide e antagonista del paratormone.

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