PARESTESIE

Enciclopedia Italiana (1935)

PARESTESIE (dal gr. παρά "presso" e αἴσϑησις "sensazione")

Giovanni Mingazzini

Sensazioni patologiche non dolorose, spontanee, cioè senza stimolo corrispondente. Appaiono per lo più sotto forma di formicolio, d'intorpidimento, di punzecchiature, di solletico, di vibrazione, ecc. Presenti per lo più al viso e agli arti, possono essere isolate o accompagnate da dolori localizzati nella stessa regione. Sono talvolta conseguenze di modificazioni temporanee della circolazione sanguigna: si riscontrano perciò spesso nell'eritromelalgia, nell'acroparestesia e nella malattia di Raynaud. Talvolta, invece, sono causate da lesioni fisiche o chimiche dei tronchi nervosi (compressione prolungata di questi, nevriti traumatiche o tossiche, radicoliti, ecc.).

Possono essere conseguenze di svariatissime affezioni del midollo spinale (tumori, meningiti, mieliti). Hanno carattere speciale nella tabe dorsale. Finalmente diverse affezioni cerebrali possono essere la causa di parestesie. In genere si tratta di lesioni irritative della zona sensitiva della corteccia cerebrale (schematicamente: la regione postrolandica). Queste lesioni possono essere: tumori, meningiti, disturbi della circolazione (sono frequenti le parestesie negli arteriosclerotici cerebrali: spesso precorritrici di un'emiplegia). Le parestesie possono inoltre far parte del complesso morboso che va sotto il nome di "aura epilettica". Il malato avverte agli arti dei formicolii, dei punzecchiamenti, dei raffreddamenti: tutte queste sensazioni preludono spesso, negli epilettici, allo scatenarsi di una crisi. Le parestesie possono inoltre figurare fra i sintomi d'intossicazioni generali. Un esempio è la sensazione del dito morto nella malattia renale che va col nome di "rene grinzo genuino".