PARMENIDE

Enciclopedia dell' Arte Antica (1996)

PARMENIDE (Παρμενίδης, Parmenides)

M. G. Picozzi

Filosofo greco figlio di Pyres, nato a Elea (Velia) intorno al 520 a.C. Del suo poema Περί φύσεως restano frammenti che ci hanno tramandato la sua dottrina; principale esponente della scuola eleatica, è considerato il fondatore dell'ontologia. Morì verso la metà del V sec. a.C., non molto tempo dopo aver visitato Atene. È anche indicato da fonti tarde greche e arabe come rappresentante principale di una scuola medica a Velia (Pugliese Carratelli, 1985 e 1986).

Negli scavi dell’Insula II di Velia, nell'edificio interpretato come sede della scuola-collegio degli Ούλιάδαι, antico γένος medico eleate (Fabbri, Trotta, 1989), si è rinvenuta nel 1962 un'erma acefala con l'iscrizione Πα[ρ]μενείδης Πύρητος Οόλιάδης φυσικός attestante la presenza di un ritratto del filosofo nella sua città natale, che lo ricordava anche come capo della scuola medica. Pochi anni più tardi nella stessa zona veniva alla luce una testa-ritratto barbata, con la base del collo destinata all'inserimento in un'erma, considerata pertinente appunto a quella iscritta precedentemente ritrovata.

L'ipotesi dell'appartenenza della testa all'erma, e quindi la sua identificazione con il ritratto di P. (Jucker, 1968), è stata generalmente accolta (qualche dubbio fu avanzato solo da De Franciscis, 1970, ripreso da Kruse-Berdoldt, 1975): la scultura, assegnata anche in base al contesto del ritrovamento, a età tardo augustea-tiberiana, riproduce però quasi perfettamente - come fu subito osservato - il tipo ritrattistico di Metrodoro, dall'originale della prima metà del III sec. a.C., conosciuto da numerose repliche romane, la cui identificazione è certa grazie all'iscrizione sull'erma doppia del Museo Capitolino.

Se si accetta la pertinenza della testa all'erma, non resta che ipotizzare, con la maggioranza degli studiosi, che la necessità di erigere un ritratto di P. all'inizio del I sec. d.C. abbia indotto, in un'officina di copisti romana o campana, uno scultore di scarsa creatività a utilizzare un tipo di ritratto barbato - pur in realtà abbastanza diffuso come quello di Metrodoro - per proporre una plausibile iconografia del filosofo eleate.

Bibl.: H. Jucker, Zur Bildnisherme des Parmenides, in MusHelv, XXV, 1968, p. 181 ss.; A. De Franciscis, Sculture connesse con la scuola medica di Elea, in PP, XXV, 1970, p. 267 s.; G. M. A. Richter, The Portraits of the Greeks, Supplement, Londra 1972, p. 5, figg. 455 a-b.; V. Kruse-Berdoldt, Kopienkritische Untersuchungen zu dem Porträts des Epikur, Metrodor und Hermarch (diss.), Gottinga 1975, p. 73 ss., M21; J. Frei, Greek Portraits in thej. Paul Getty Museum, Malibu 1981, p. 33 s.; G. Μ. A. Richter, The Portraits of the Greeks. Abridged and Revised by R. R. R. Smith, Oxford 1984, p. 171 s.; L. A. Scatozza Höricht, Il volto dei filosofi antichi (Archaia, 2), Napoli 1986, p. 75 s.; M. Fabbri, A. Trotta, Una scuola-collegio di età augustea. L'insula lidi Velia, Roma 1989, pp. 97, 102 ss., n. 15, tavv. LVII-LVIII; A. Stähli, Omamentum Academiae: Kopien griechischer Bildnisse in Hermenform, ία Ancient Portraiture: Image and Message (Acta Hyperborea, IV), Copenaghen 1992, p. 158 s., fig. 9; J. Frei, Studia varia, Roma 1994, p. 113. - Per la scuola medica eleate in particolare: G. Pugliese Carratelli, Ancora di Parmenide e della scuola medica di Velia, in PP, XL, 1985, p. 34 ss. (con bibl. prec.); id., Nuove note sulla scuola medica di Parmenide a Velia, ibid., XLI, 1986, p. 108 ss.