BETTOLI, Parmenio

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 9 (1967)

BETTOLI, Parmenio

Sisto Sallusti

Nacque a Parma il 13 genn. 1835 da Carlo, impiegato, e da Clementina Dall'Argine. Fece studi disordinati, ma venne ben presto attratto dal teatro e dal giornalismo. Esordì il 4 dic. 1852 con Il falsario e il traditore,ovvero Le cambiali e il carteggio,dramma in tre atti (Parma, Teatro Regio: rappresentato da C. Caracciolo); il 10 marzo 1865 gli riuscì di far rappresentare da E. Rossi, al Teatro Gerbino di Torino, Il Boccaccio a Napoli,cinque atti in versi, presto abbandonato, nonostante costituisca un discreto studio d'ambiente. Il 15 marzo 1869 C. Vitaliani recitò al vecchio Teatro Re di Milano L'emancipazione della donna,ambientata nell'Alabama, interessante satira del femminismo e della moda progressista.

Da questa commedia s'intravede quella che sarà una costante del teatro bettoliano: un moralismo sano, ma un po' ristretto, che trae sapore da un appassionato attaccamento ai valori della tradizione e volge in burla, spesso gustosa, tutto ciò che a esso contrasta.

Al Teatro delle Logge di Firenze il 22 marzo successivo andò in scena la commedia in tre atti Un gerinte responsabile,satira della retorica giornalistica, felicemente interpretata dalla compagnia di L. Bellotti-Bon e che ebbe fortuna per le discussioni suscitate intorno all'opportunità di una revisione dell'editto albertino sulla stampa. Il 2 novembre dello stesso anno, sempre al Teatro delle Logge e con la medesima compagnia, andarono in scena i quattro atti delle Idee della signora Aubray,con cui il B. volle dare un seguito alla commedia omonima di A. Dumas figlio. Nel 1870 la commedia Un pregiudizio,in quattro atti, fu giudicata una delle due migliori concorrenti al premio bandito dalla Società filodrammatìca bresciana di beneficenza e d'incoraggiamento agli scrittori italiani. Erano quelli per il B. anni d'intensa attività letteraria e giornalistica. Fu redattore e più tardi direttore della Gazzetta di Parma;nel 1870 fondò, nella sua città natale, Ilnuovo patriota,che durò poco più di un anno, e nel 1874 L'elettore politico.Stimolato dai successi del Nerone di P. Cossa, scrisse rapidamente il dramma Catilina,cinque atti in versi, riboccante di note illustrative, rappresentato al Gerbino dalla Compagnia del Bellotti-Bon il 9 ott. 1872.

Nel 1874 giocò un'ardita burla ai danni di un capocomico e di un bibliotecario. L'episodio è raccontato parzialmente mi un opuscolo del B. stesso, Storia della commedia "Vegoista per progetto" e di P. T. Barti, Milano 1875: irritato con il Bellotti-Bon che non gli rapprésentava più le conunedie, il B., preso il manoscritto di una sua conunedia in tre atti, Il signor Prosdocimo, lo tradusse in linguaggio goldoniano: sotto il falso nome di Pier Taddeo Barti, lo fece esaminare da un bibliotecario della Marciana di Venezìa il quale non escluse che il manoscritto fosse di epoca goldoniana; il B. quindi lo vendette al Bellotti-Bon e la sera del A genn. 1874 L'egoista per progetto fu rappresentato dalle sue tre compagnie, al Teatro Valle di Roma, al Gerbino di Torino e al Niccolini di Firenze: nei primi due piacque e fu replicato, nel terzo gli spettatori fiorentini, subodorando l'inganno, ne accusarono il capocomico come autore. Critici e letterati si divisero: per la mistificazione si schierò, insieme con Yorick [L. Sterne], F. Martini, per l'autenticità si pronunciò, con V. Bersezio e G. Giacosa, P. Ferrari, il quale amn-úse, peraltro, che poteva anche trattarsi di un'opera dei comici goldoniani. Vegoista per progetto. nonostante gli editori Treves ne avessero acquistati i diritti, non fu mai pubblicato.

Fra il 1874 e il 1875 il B. pubblicò a Milano i suoi più importanti saggi come narratore: Il processo Duranti (finta relazione di L. T. Monti, notaio in Torino), dopo essere apparso in appendice al Corriere di Milano,ben congegnato e assai vivo nei particolari (anche stavolta ci fu chi credette ad un processo vero), il racconto Giacomo Locampo, i romanzi storici La favorita dei duca di Parma e La gobba della pesa del fieno,ispirati da cronache parmensi, e quella Carmelita,ambientata nel Tavoliere di Puglia, che è il suo racconto più fresco e che a Croce piacque ricordare come documento di vita regionale della seconda metà del sec. XIX.

Nel 1875 il B. pubblicò a Parma un dizionario biografico, I nostri fasti musicali.Appena fondato (marzo 1876) il Corriere della Sera,E.Torelli-Viollier chiamò da Parma il B. con l'incarico di "sbizzarrirsi in tutte le rubriche"; ma, per un incidente avuto con il Torelli-Viollier, la sua collaborazione fu ridotta alla rubrica musicale e dopo qualche mese egli lasciò Milano per riprendere la direzione della Gazzetta di Parma,dove scrisse, a getto continuo e con grande fecondità, sui più svariati argomenti, ma soprattutto su aneddoti teatrali. Il 16 marzo 1881 al Teatro Goldoni di Tripoli la compagnia di G. Angeloni gli rappresentò La regina Ester ossia Il trionfo di Mardocheo,in cinque atti in versi: fu l'ultimo successo teatrale del B., allora corrispondente dalla Libia, che si lasciò prendere dal gusto per un facile esotismo con le esili farse in un atto Un gorgonzolese a Tripoli e Un pizzicagnolo in Africa (tra le cose più serie di questa esperienza rimase la monografia Tripoli artistica e commerciale, Milano 1912, interessante documento del pionierismo italiano in Libia); il 7 ott. 1883 fondò a Roma, con Telesforo Sarti, la Gazzetta teatrale, finita però il 23 marzo 1884, e, pure a Roma, nel 1885 pubblicò un Dizionario comico, contenente duecentosettantasette voci dei gergo teatrale italiano; nel 1886 scrisse, in collaborazione con E. Novelli, Sogno di un deputato, "una bizzarria in tre parti", arieggiante la Niobe di Harry Paulton. Nel 1890 fu chiamato a dirigere la Gazzetta provinciale di Bergamo, dalla quale uscì per contrasti con i proprietari, e fondò la Nuova gazzetta, che visse stentatamente e terminò prima della sua morte.

Nonostante fossero gli anni dei declino, il B. continuò instancabilmente a lavorare: scrisse il libretto per l'opera-ballo in quattro atti Fausta,musicata da P. Bandini (Milano 1886), che ebbe un discreto successo, e due opere diversissime per contenuto e finalità, pubblicate a Bergamo nel 1901; L'educazione dei frenastenici in Italia e l'opera dei coniugi Gonnelli-Cioni e una Storia del teatro drammatico italiano - Dal principio dei sec. XVI alla fine del sec. XIX,miniera di date, titoli, personaggi e ruoli, opera schematica e senza divagazioni, interrotta al terzo libro. Tra il 1906 e il 1907 furono stampati a Roma, a Bergamo e a Torino numerosi drammi educativi, d'argomento edificante, come Satana (quattro atti), Berta dal piede grosso (cinque atti in versi), La madre dei poveri (tre atti in versi), Il patriarca di Pitcairn (un prologo e due atti), Fra Gian Fedele (tre atti), Gonzalo (tre atti in versi) e altri, che rivelano come il bisogno di guadagnare lo avesse condotto molto lontano dalla spregiudicatezza della sua produzione migliore.

Il B. morì a Bergamo il 16 marzo 1907.

Nel 1951 A. Scotti pubblicò alcuni estratti di due filastrocche del B., scritte in toscano "dialettizzato", e un sonetto, Al matrimoni,dal piglio sciolto e garbato, pur nelle combinazioni degli aspri fonemi del dialetto parmense.

Fonti e Bibl.: P. B., Teatro contemporaneo: E. Novelli,in Emporium,IX,(1899). p. 353; R. Barbiera, P. B.,in L'illustrazione ital.,24 marzo 1907, pp. 286-287; E. Bocchia, L'ultimo dei commediografi parmensi…, P. B.,in Aurea Parma,XX (1936), I, pp. 25-29; A. Scotti, P. B. dialettale…, ibid.,XXXV(1951), 3, pp. 143-148; P. B., Teatro,I,Milano 1884, p. 6; II, ibid. 1869, p. 6; III, ibid. 1875, p. 8;. IV, ibid. 1870, pp. 5-16, 18; VI, ibid. 1872, p. 6; XI, ibid. 1881, p. 6; B. Croce. La letteratura della nuova Italia,VI,Bari 1945, pp. 171-172; T. Rovito, Letterati e giornalisti italiani contemporanei,Napoli 1922, pp. 46-47; Encicl. Ital.,VI, p. 836 (voce di M. Ferrigni); Encicl. d. Spettacolo,II,Roma 1954, coll. 446-447.

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