PARTIA

Enciclopedia Italiana - V Appendice (1994)

PARTIA

Antonio Invernizzi

La P. è una regione storica non vasta ma di grande importanza, che divenne il nucleo originario dello stato degli Arsacidi, e dalla quale i Romani trassero la denominazione dell'impero e della dinastia. La P. si estende a est del Mar Caspio tra l'Hircania e la Margiana, da cui la separa l'Apavartikene, a cavallo dei confini degli stati moderni dell'Iran e del Turkmenistan. È nettamente divisa in due dalla catena montuosa del Köpet Daġ, che limita a nord-est l'altopiano iranico. Comprende pertanto le scoscese valli montane del Köpet Daġ, le terre adiacenti dell'altopiano, in particolare l'alta valle del fiume Atrek, l'Astauene e, a nord, la fascia pedemontana stretta dalla vasta distesa del deserto Qara Qum.

È un territorio arido a ogni altitudine, dove fin da età calcolitica sorsero villaggi agricoli la cui cultura, denominata da Namazga depe, ebbe un notevole sviluppo, fecondato dallo stimolo di ampie relazioni internazionali, in particolare con la civiltà mesopotamica e quella dell'Indo, come appare chiaro in siti quali Altyn depe. Se infatti i caratteri ambientali non sono propizi allo sviluppo di una grande civiltà agricola paragonabile a quelle delle grandi pianure alluvionali, la dislocazione geografica conferisce alla regione un ruolo chiave nel sistema di comunicazioni da un lato tra le terre di civiltà complesse dell'Iran e dell'Asia centrale, dall'altro tra le grandi pianure e steppe settentrionali percorse dai nomadi e le terre dei sedentari.

Fondamentale fu dunque il possesso di questo territorio per gli Achemenidi, che inclusero la Parthava nel proprio impero. Dopo la conquista di Alessandro, la Parthyene passò alla corona seleucide, e partecipò ai movimenti autonomistici che portarono all'indipendenza le regioni centrasiatiche. Artefici della sua grande fortuna furono però quelli che denominiamo Parti per antonomasia (v. XXVI, p. 418; persia: Storia, XXVI, p. 827), cioè quelle tribù nomadi di stirpe iranica, Parni e Dahi, che qui giunsero a stanziarsi e, mescolatisi alla popolazione partica locale, conquistarono verso la metà del 3° secolo a.C. il governo della regione, assumendone il nome. La dinastia degli Arsacidi celebrò poi l'evento con una nuova era di computo degli anni, fissandone l'inizio al 248 a.C., probabile data dell'ascesa al trono di Arsace. In P. gli Arsacidi fondarono un piccolo regno con Nisa per capitale. Riuscirono a conservarlo malgrado i tentativi seleucidi di recupero, anzi lo ingrandirono progressivamente fino a trasformarlo in un grande impero grazie all'opera di grandi sovrani, quali Mitridate i (171-139/38 a.C. circa) e Mitridate ii (124/23-88/87 a.C. circa). Con l'avanzata verso Iran, Mesopotamia e Armenia, gli Arsacidi fondarono altre capitali, finché Ctesifonte, sulla sinistra del Tigri di fronte a Seleucia, divenne la residenza principale; ma la dinastia mantenne stretti legami con la reggia di Nisa, che godette di costante manutenzione. Degli avvenimenti orientali dell'impero, però, quasi nulla è noto, per l'origine quasi esclusivamente occidentale delle nostre fonti.

Le ricerche archeologiche, invece, provano ampiamente la fondamentale importanza della P., e di Nisa in particolare, per la cultura dell'impero e dell'Asia contemporanea. La capitale si compone di due distinti complessi dislocati a breve distanza e protetti ognuno da poderose mura, ai piedi delle ultime propaggini del Köpet Daġ, in posizione dominante sulla piana. Nisa Nuova è la città di origine prearsacide, divisa in un'acropoli e in un settore riservato all'abitato, che continua a prosperare fino in piena età medievale islamica. Nisa Vecchia è invece fondazione arsacide, opera forse di Mitridate i, come suggerisce il nome antico, Mitridatocerta. Ospitava le fabbriche reali, raccolte in diversi complessi destinati a svolgere molteplici funzioni di rappresentanza, di amministrazione, di servizio.

La cultura partica dei secoli a.C. e dell'inizio dell'era volgare qual è documentata dalla reggia di Nisa ha, nel complesso, aspetto diverso da quello riconoscibile nei documenti dei centri occidentali dell'impero. L'arte e l'architettura di Nisa infatti sono permeate profondamente da un lato dalla cultura ellenistica, rapidamente diffusasi in tutta l'Asia conquistata da Alessandro, dall'altro da forti persistenze di diverse tradizioni centrasiatiche, fatte proprie o rielaborate dai Parti arsacidi alla luce di proprie tendenze di gusto e di requisiti propri. Da poco sedentari, i Parti rielaborano i tratti più rappresentativi della loro tradizione di nomadi iranici alla luce della complessa situazione dell'epoca, accogliendo tutti quegli spunti e quegli stimoli che pone loro la nuova condizione di sovrani di uno stato ricco di tradizioni diverse. Per dare espressione adeguata alla cultura della loro corte, dispongono di artisti e architetti di prim'ordine grazie ai quali il tentativo di creare una nuova cultura, debitrice a molti ma originale, riesce perfettamente. Gli schemi dell'architettura sono originali anche quando se ne riconoscono le fonti centrasiatiche e achemenidi, rivestiti come sono del festoso abito cerimoniale rappresentato dalla decorazione architettonica ellenistica, rimodellata in forme originali e realizzata con tecniche appropriate all'architettura in crudo. Le fabbriche monumentali sono poi abbellite dalle opere dei migliori scultori ellenistici d'Asia o di formazione ellenistica, i quali plasmano in argilla cruda figure di dimensioni sopra il vero con uno stile virtuosistico di squisito gusto ellenistico. Anche le suppellettili usate nelle cerimonie ufficiali, in particolare i grandi rhyta d'avorio istoriati, usciti dalle migliori botteghe ellenistiche dell'Asia centrale, mostrano quanto sia meritato l'appellativo di Filelleni che i sovrani Arsacidi scrissero sulle loro monete. Della storia e della cultura della P. dopo il declino dell'impero arsacide e la conquista sasanide pochissimo è noto, ma certo le ragioni della sua importanza, tra cui in particolare il passaggio della grande strada di comunicazione est-ovest, la via della seta, non vennero meno e i vigneti reali arsacidi sui quali c'informano gli ostraka di Nisa è possibile abbiano continuato a prosperare con altri proprietari. Infine nel 7° secolo, con la conquista araba, la regione seguì le sorti del H̱urāsān, godendo delle condizioni favorevoli per una nuova, diversa fioritura culturale. Vedi tav. f.t.

Bibl.: N.C. Debevoise, A political history of Parthia, Chicago 1938; Trudy JuTAKE (Južno-Turkmenistanskoj Archeologičeskoj Kompleskoj Ekspedicij), 1-2, Ashkhabad 1949-53; I.M. e M.M. D'jakonov, V.A. Livšic, Dokumenty iz drevnej Nisy, in Materialy JuTAKE, 2, Mosca-Leningrado 1951; G.A. Pugačenkova, Xram i nekropol' v parfjanskoj Nise, in Vestnik drevnej istorii, 3 (1953); I.M. e M.M. D'jakonov, V.A. Livšic, Parfjanskij arxiv iz drevnej Nisy, ibid., 4 (1953); M.E. Masson, G.A. Pugačenkova, Ottiski parfjanskix pečatej iz Nisy, ibid., 4 (1954), pp. 159-69; M.E. Masson, Narody i oblasti južnoj časti Turkmenistana v sostave parfjanskogo gosudarstva, in Trudy JuTAKE, 5, Ashkhabad 1955; M.E. Masson, G.A. Pugačenkova, Mramornye statui parfjanskogo vremeni iz Staroj Nisy, in Ežegodnik Instituta Istorii Iskusstva, 7 (1956);J. Wolski, The decay of the Iranian empire of the Seleucids and the chronology of the Parthian beginnings, in Berytus, 12 (1956-58), pp. 35-52; M.E. Masson, G.A. Pugačenkova, Parfjanskie ritony Nisy, Mosca-Ashkhabad 1956-59 (The Parthian rhytons of Nisa, Firenze 1982); G.A. Pugačenkova, Puti razvitija arxitektury Južnogo Turkmenistana pory rabovladenija i feodalizma, in Trudy JuTAKE, 6, Mosca 1958; B. Ph. Lozinski, The original homeland of the Parthians, L'Aia 1959; M.E. Masson, Nekotorye novye dannye po istorii Parfii, in Vestnik drevnej istorii, 3 (1960); J. Wolski, Aufbau und Entwicklung des parthischen Staates, in Neue Beiträge zur Geschichte der Alten Welt, a cura di E. Weiskopf, i, Berlino 1964, pp. 379-88; N.I. Krašeninnikova, G.A. Pugačenkova, Kruglyj xram parfjanskoj Nisy, in Soveckaja arxeologija, 4 (1964); G.A. Košelenko, Kul'tura Parfii, Mosca 1966; G.A. Pugačenkova, Iskusstvo Turkmenistana, ivi 1967; M. Oppermann, Beiträge zur parthischen Sakral- und Festungsarchitektur am Beispiel der Grabungsergebnisse in Nisa, in Wiss. Zeitschrift der Universität Halle, 17, 68, G, Heft 6 (1968), pp. 43-110; A. Gubaev, G.A. Košelenko, Issledovanie parfjanskogo svjatilišča Mansurdepe i rannesrednevekovogo zamka Ak-depe, in Karakumskie drevnosti, 3 (1970), pp. 89-104; G. Frumkin, Archaeology in Soviet Central Asia, Leida-Colonia 1970; F. Altheim, R. Stiehl, Geschichte Mittelasiens, Berlino 1970; M.-L. Chaumont, Documents royaux à Nisa, in Syria, 48 (1971), pp. 143-64; V.M. Masson, V.I. Sarianidi, Central Asia. Turkmenia before the Achaemenids, Londra 1972; J. Wolski, Arsace Ier, fondateur de l'état parthe, in Acta Iranica, 1, s. 3, Lüttich-Teheran 1974, pp. 159-99; T.N. Zadneprovskaja, Bibliographie des travaux soviétiques sur les Parthes, in Studia Iranica, 4 (1975), pp. 243-60; V.N. Pilipko, Parfjanskoe sel'skoe poselenie Garry-Kjariz, Ashkhabad 1975; G.A. Košelenko, Rodina Parfjan, Mosca 1977; K. Schippmann, Grundzüge der parthischen Geschichte, Darmstadt 1980; R. Ricciardi Venco, Survey in the Upper Atrek valley, in Mesopotamia, 15 (1980), pp. 51-72; V.M. Masson, Altyn-depe, in Trudy JuTAKE, Leningrado 1981; R. Venco Ricciardi, Ricognizioni e ricerche nell'Iran orientale dall'età preistorica ad oggi. Periodo partico e sasanide, in Memorie dell'Accademia delle Scienze di Torino, 1981, pp. 127-36; G.A. Košelenko, La genealogia dei primi Arsacidi (ancora sull'ostrakon di Nisa n. 1760), in Mesopotamia, 17 (1982), pp. 133-46; I.N. Xlopin Istoričeskaja geografija južnyx oblastej Srednej Azii, Ashkhabad 1983; Drevnejšie gosudarstva Kavkaza i Srednej Azii, a cura di G.A. Košelenko, Mosca 1985; G.A. Košelenko, A. Lapšin, S. Novikov, Mansur-depe excavations, in Bulletin of the Asia Institute, 3 (1989), pp. 45-52; V.N. Pilipko, Golova v šleme iz Staroj Nisy, in Vestnik drevnej istorii, 3 (1989) pp. 171-77 (trad. it. in Mesopotamia, 26, 1991); A. Invernizzi, G.A. Košelenko, Soviet-Italian excavations in Old Nisa (season 1990), in Mesopotamia, 25 (1990) pp. 47-50; A. Invernizzi, Die hellenistischen Grundlagen der frühpartischen Kunst, in Archäologische Mitteilungen aus Iran, in corso di pubblicazione.

TAG

Accademia delle scienze di torino

Impero arsacide

Via della seta

Grandi pianure

Asia centrale