CENTRO, Partiti del

Enciclopedia Italiana (1931)

CENTRO, Partiti del

Uniberto Nani

Aggruppamenti politici così denominati dal fatto che nelle adunanze parlamentari sedettero nel centro dell'emiciclo fra la Destra (v.) e la Sinistra (v.).

Un vero partito del centro in Italia non è mai esistito. Ci furono tuttavia degli uomini politici che sedettero al Centro, come, ad es., il Sonnino col suo gruppo, e, prima ancora, nel parlamento subalpino, il Cavour. Con l'avvento (1919) nella vita politica del Partito popolare (v.), si costituisce in Italia un vero e proprio partito del Centro. Con l'affermarsi del Fascismo il Partito popolare o del Centro, in cui si erano già manifestate le due tendenze di sinistra (Miglioli) e di destra (Mattei-Gentili), si dissolve mentre una parte della tendenza di destra aderisce al Fascismo.

In Francia, nel periodo della Restaurazione e del regno di Luigi Filippo, sotto il nome di Centro s'intendeva la parte della Camera dei deputati, di fronte al presidente, dove sedevano i deputati che appoggiavano il governo.

Come partito di Centro, nella vecchia e nella nuova Austria, si può considerare il partito cristiano-sociale (v.). In Germania sotto il nome di Zentrumpartei (partito del Centro) s'intende quella frazione politica che tutela gl'interessi della popolazione cattolica. L'origine di questa frazione risale al 1848, anno in cui i cattolici della Baviera e dell'Assia e il Piusverein si rivolgono al parlamento di Francoforte, formulando richieste di carattere confessionale e i cattolici prussiani (aprile 1848) pubblicano un programma del comitato elettorale. Nel 1852, sotto la guida di A. e P. Reichensperger, si costituisce nel parlamento prussiano una "frazione cattolica", che nel 1860 si denomina Centro. Appena nel 1870 (programma del 28 ottobre 1870) si forma un vero e proprio partito politico denominato Centro, il quale, guidato dal Windshorst, agisce compatto nelle elezioni prussiane del 16 novembre 1870 e poi in quelle del Reich del 3 marzo 1871.

Il Centro non volle essere un partito confessionale, ma un partito politico: accolse perciò nelle sue file anche non cattolici. Ebbe tuttavia quale caposaldo l'indipendenza della chiesa cattolica e avversò perciò la politica religiosa di Bismarck (Kulturkampf). Non desisté dall'opposizione al vecchio cancelliere neanche quando questi, col mutamento dell'indirizzo della politica economica (1879), tentò di accattivarselo. Fu il più forte partito politico tedesco (1881-1887 e 1890-1906) ed ebbe alla testa uomini di valore come il Lieber, il Roeren, il conte Hertling, lo Spahn e il Gröber. Si denominarono Centro anche i partiti politici del Württenberg, del Baden e della Baviera (1887). Con la politica del blocco (1907) il Centro perdette la sua posizione preminente, ma la riprese nel 1912. Fra il 1909 e il 1912, si manifestarono due tendenze: la berlinese, rappresentata dal Roeren, e quella di Colonia, rappresentata dal Bachem: la prima voleva accentuare la caratteristica confessionale, la seconda la caratteristica politica. Perciò la prima considerò quale organizzazione di lavoratori del Centro i Katnolische Arbeitsvereine, la seconda le interconfessionali Christliche Gewerkschaften.

Durante la guerra alcune personalità del Centro ebbero grande importanza politica: il Fehrenbach, presidente della commissione del Reichstag, e l'Erzberger esercitarono grande influenza sul governo tedesco. Il conte Hertling fu cancelliere del Reich (1917) e presidente dei ministri prussiano. La sconfitta della Germania, pur lasciando intatto il Centro, lo costrinse a mutare il suo nome in Christliche Volkspartei; i cattolici bavaresi, cioè la Bayerische Volkspartei divenne indipendente, pur agendo nell'Assemblea nazionale (nel 1920 e poi nel 1927) in pieno accordo col Centro. Di spiccate tendenze repubblicane, il Centro fu, dal 1919, rappresentato in tutti i Gabinetti del Reich e della Prussia, e diede al paese quattro cancellieri: Fehrenbach, Wirth, Marx e Brüning.

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