Partito dei comunisti italiani

Dizionario di Storia (2011)

Partito dei comunisti italiani (PdCI)


Partito dei comunisti italiani

(PDCI) Formazione politica italiana sorta nell’ottobre 1998 per iniziativa di un gruppo di esponenti del Partito della rifondazione comunista, guidato da A. Cossutta, in opposizione alla decisione di bocciare la manovra finanziaria e di ritirare la fiducia al governo Prodi. La linea politica definita al 1° Congresso, svoltosi nel maggio 1999, pur ribadendo i legami con la tradizione comunista e la centralità del rapporto con i lavoratori salariati, riconfermava la necessità di un’alleanza strategica col centrosinistra. Garantito il suo appoggio al governo D’Alema (ott. 1998-apr. 2000), il PDCI sostenne anche il successivo governo Amato (apr. 2000-giugno 2001). Nell’apr. 2000 Diliberto fu eletto segretario, con Cossutta presidente. Presentatosi nello schieramento di centrosinistra nelle elezioni del maggio 2001, il partito conquistò l’1,7% dei voti, eleggendo 9 deputati e 2 senatori. Alle politiche del 2006 il partito, che sostenne la candidatura a presidente del Consiglio di R. Prodi, ottenne il 2,3% alla Camera, raggiungendo al Senato il 4,2% assieme a Verdi e Consumatori uniti. Nel giugno 2006 Cossutta si dimise da presidente del partito, per poi uscirne nell’aprile 2007. Al 4° Congresso (apr. 2007), il PDCI si riavvicinò al PRC, avviando un percorso che portò alla nascita della lista La Sinistra/L’Arcobaleno, comprendente anche i Verdi, per le elezioni del 2008. Nel dic. 2009 il PDCI è stato tra i fondatori della Federazione della sinistra, assieme al PRC, a Socialismo 2000 e alla componente sindacale Lavoro e solidarietà.

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