PEGMATITI

Enciclopedia Italiana (1935)

PEGMATITI

Piero Aloisi

. Il nome pegmatite (dal gr. πῆγμα "cosa conficcata") fu dato da R.-J. Haüy alle rocce quarzoso-feldspatiche, a grana grossa, mostranti il particolare concrescimento feldspatoquarzo, detto appunto pegmatitico, rocce direttamente connesse con graniti e gneiss. In seguito il significato della parola si è alquanto allargato, giacché oggi si chiamano pegmatiti anche rocce, quasi costantemente filoniane, nelle quali il concrescimento pegmatitico non c'è, ma che hanno grana grossa o grossissima, e acidità maggiore di quella media del magma dal quale derivano; inoltre, secondo il Rosenbusch, ogni gruppo di rocce abissali ha i suoi filoni pegmatitici. In realtà però, mentre le pegmatiti granitiche sono comunissime, quelle sienitiche lo sono assai meno, quelle dioritiche e gabbriche si possono considerare addirittura rare. Le pegmatiti granitiche sono formate essenzialmente da feldspato potassico (ortose o microclino) e da quarzo, ai quali si associano spesso muscovite o lepidolite, più di rado biotite, tormalina, ecc.; anche altri feldspati sono talora presenti, in particolare plagioclasî acidi; i minerali accessorî sono gli stessi di quelli dei graniti, ma ciò che caratterizza spesso le pegmatiti è la comparsa, in quantità talora notevole, di minerali, speciali o rari, come il topazio, il berillo, il crisoberillo, il corindone, la cassiterite, ecc., talora splendidamente cristallizzati nelle geodi della roccia. Sulla presenza dell'uno o dell'altro di questi minerali è stata fondata una classificazione delle pegmatiti. Il particolare concrescimento feldspato-quarzo, al quale è stato accennato, risulta da fasci d'individui quarzosi, paralleli, allungati, con contorni di solito irregolari, i quali attraversano grandi individui di feldspato; sulle superficie di frattura o su quelle di sfaldatura di quest'ultimo, si hanno così dei particolari disegni, che simulano la forma dei caratteri ebraici (granito grafico, granito ebraico). Questa singolare struttura è ravvicinata da alcuni a quella di un miscuglio eutectico, nelle proporzioni di 72,5% di feldspato potassico e 27,5% di quarzo.

Le pegmatiti sono spesso direttamente connesse con le apliti; così le ben note pegmatiti del M. Capanne, all'isola d'Elba, passano lateralmente a tipiche apliti. Di frequente, anche, esse si trasformano in filoni e vene di quarzo. I legami ora ricordati, la composizione chimica e mineralogica, la struttura delle pegmatiti indicano che esse debbono avere avuto origine per un fenomeno particolare, pneumatolitico; si ritiene infatti, dai più, che si siano formate dai residui della differenziazione delle rocce abissali, ricchi di acqua e di mineralizzatori, e che la cristallizzazione sia avvenuta a temperatura relativamente bassa, al di sotto di 600°. Per la formazione delle pegmatiti della regione di Oslo, sono stati distinti quattro periodi, uno ancora di tipo magmatico, uno veramente pneumatolitico, uno idrotermale, e uno di decomposizione dei minerali prodottisi anteriormente. È probabile che, in parte almeno, una serie simile si sia verificata anche in altri casi.

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