Pepe

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fig.

Nome di alcune specie di piante del genere Piper e del loro frutto, nonché di altre piante con frutti o altre parti piccanti o aromatiche. Le piante del genere Piper sono per lo più arbusti rampicanti, con foglie ampie, trinervate, e fiori minutissimi, aclamidi, diclini, in spighe; il frutto è una drupa con endocarpo sottile, racchiudente un solo seme, provvisto di perisperma e di endosperma e di un piccolo embrione. Il genere Piper, della famiglia Piperacee, comprende circa 700 specie tropicali, di cui le più importanti sono: Piper cubeba, o cubebe o p. a coda, di Giava, coltivato per i frutti medicinali; Piper methysticum della Polinesia fornisce col rizoma la kava, alimentare e medicinale; Piper longum e Piper officinarum dell’arcipelago indomalese danno il p. lungo; Piper nigrum (v. fig.) della medesima regione, molto coltivato nei tropici, con i frutti immaturi disseccati dà il p. nero, con i semi dei frutti maturi e decorticati dà il p. bianco.

Il p. è una delle spezie più comunemente usate ed è noto sin dall’antichità greco-romana. Il p. nero è il p. comune, che si presenta in granelli di 3-6 mm di diametro, con superficie rugoso-reticolata, bruna, con sapore e odore acre caratteristico. I granelli di p. nero e ancora più la polvere del p. macinato sono spesso sofisticati con le sostanze più varie, come frutti e semi di altre piante, sostanze inorganiche ecc. Il p. bianco è formato da granelli rotondi di color bianco grigiastro, lisci, con odore e sapore meno piccante del p. nero; quest’ultimo contiene un olio essenziale (1,5-2%), una resina acre, amido, grassi, 4-9% di piperina alla quale deve il suo sapore piccante; il p. bianco ha circa gli stessi costituenti, ma in proporzione diversa (maggiore quantità di amido e di resina, minore di piperina ecc.). Il p. lungo è dato dalle spighe fruttifere di Piper officinarum e di Piper longum, raccolte prima della maturazione, lunghe 3-6 cm nel primo, 2-3 cm nel secondo, di color grigio o grigio bruno, con sapore aromatico e bruciante e di composizione chimica simile a quella del p. nero; il p. lungo si usa per condimento nei paesi d’origine, ma è meno apprezzato del nero.

Dalla distillazione dei grani, opportunamente sminuzzati, si ottiene un olio essenziale di p. da incolore a giallo-verde pallido, dal caratteristico odore di p. e dal sapore gradevole. Il rendimento della distillazione può variare (dall’1% fino al 3%) in rapporto all’età dei frutti e al tempo che intercorre tra la raccolta e il trattamento. È utilizzato nell’industria alimentare per aromatizzare carni (specialmente quelle insaccate e in scatola), salse e condimenti da tavola, dadi per minestre; si aggiunge anche a bibite e liquori. Trova impiego in farmacia (preparazione di pomate) e in profumeria.

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