PESCENNIO NIGRO

Enciclopedia dell' Arte Antica (1965)

PESCENNIO NIGRO (Pescennius Niger)

F. Panvini Rosati

Imperatore romano.

Di origine italica (Cass. Dio, lxxiv, 6, 1), si ignora la data precisa della sua nascita, ma le monete da lui coniate ce lo presentano come un vecchio sui sessant'anni. Era governatore della Siria quando nel 193 fu acclamato imperatore dai soldati. Fu presto riconosciuto in tutto l'Oriente e in Grecia ma, battuto più volte da Settimio Severo, eletto dalle legioni danubiane, fu sconfitto definitivamente ad Isso e poco dopo ucciso (194 d. C.). Gli autori antichi non ci informano molto esattamente circa il suo aspetto fisico. L'Historia Augusta (Pesc. Nigr., 6) lo dice di alta statura, con i capelli ricci, di bello aspetto e piuttosto pingue. Secondo Erodiano (ii, 7) al momento della sua elezione era in età avanzata. Ciò contraddice con un altro passo dell'Historia Augusta (Albinus, 7) in cui è detto che Clodio Albino era più vecchio di Pescennio. Le monete sembrano confermare però l'indicazione di Erodiano.

La sua monetazione coniata tutta in Oriente, ci mostra un ritratto dal viso piuttosto allungato, con tratti grossolani e un po' volgari, lunga barba terminante in tante ciocche separate, fronte erta e rugosa, occhio rotondo con sopracciglia ben marcate, naso grosso e prominente; in complesso un aspetto più giovanile di quello di Pertinace, anche se di persona piuttosto anziana.

Nessun ritratto si può attribuire con sicurezza a P.; il busto del Museo Capitolino, Sala degli Imperatori (Cat. of Ancient Sculptures, Museo Capitolino, p. 201, n. 48, tav. 46), da alcuni attribuito a P. (Bernoulli, Helbig), è da riferire a Macrino (cfr. L'Orange, Studien, p. 93).

Bibl.: W. Reusch, in Pauly-Wissowa, XIX, 1937, s. v. Pescennius; n. 2; A. Calderini, I Severi. La crisi dell'Impero nel III secolo, Bologna 1949, pp. 38 ss.; J. J. Bernoulli, Röm. Ik., II, 3, pp. 15 ss. Monete: H. Cohen, Monn. Emp., III, pp. 404 ss.; H. Mattingly, Coins of the Roman Empire in the British Museum, V, pp. CX, 71 ss., tav. 13 e 14, 1-8.

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