Peste

Dizionario di Medicina (2010)

peste


Malattia infettiva e contagiosa dovuta a un microrganismo specifico, Yersinia pestis o cocco-bacillo di A. Yersin e S. Kitasato, dal nome dei ricercatori che lo scoprirono nel 1894.

peste

Contagio

La p., oltre all’uomo e ad alcuni animali carnivori (come la volpe), colpisce i roditori selvatici (topo, ratto, marmotta, scoiattolo, coniglio, lepre) che costituiscono il serbatoio biologico dell’agente pestoso. La diffusione della p. (fra i ratti e dai ratti all’uomo) ha luogo di solito per mezzo delle pulci, che pungono l’uomo solo in mancanza del loro ospite preferito, ossia soltanto dopo una moria di ratti. La p. è praticamente scomparsa dai paesi evoluti, pur rimanendo endemica in alcune regioni dell’Asia meridionale, dell’Africa e dell’America Meridionale.

Sintomatologia

Dopo una breve incubazione di 2÷5 giorni, la p. ha inizio con febbre alta, dolori di capo e alla colonna vertebrale, vertigini, delirio e altri disturbi poco tipici. Nella seconda o terza giornata si delinea la forma clinica della malattia, che nella maggioranza dei casi è rappresentata dalla cosiddetta p. bubbonica, caratterizzata da tumefazione di uno o più gangli linfatici. Questi presentano segni di infiammazione acuta emorragica e suppurativa e prendono il nome di bubboni pestosi.

Terapia e profilassi

La prognosi della p., una volta estremamente grave, è notevolmente migliorata con l’avvento dei chemioterapici e degli antibiotici (streptomicina, kanamicina, tetraciclina). La profilassi richiede l’isolamento degli ammalati e dei portatori di bacilli pestosi, la derattizzazione, la lotta con-tro le pulci, il ricorso alla vaccinazione antipestosa.

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