Stein, Peter

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Regista (n. Monaco di Baviera 1937). Allievo di F. Körtner e seguace delle teorie brechtiane, debuttò nel 1967 mettendo in scena Saved di E. Bond, e si segnalò col Torquato Tasso di Goethe (1969), di cui offriva una lettura fortemente ideologizzata. Per la Schaubühne am Halleschen di Berlino Ovest, di cui dal 1970 fu direttore, ha realizzato alcuni dei suoi spettacoli più riusciti per qualità di invenzione registica (Die Mütter di Brecht, da Gorkij, 1970; Peer Gynt di Ibsen, 1971; Prinz Friedrich von Homburg di Kleist, 1972; As you like it di Shakespeare, 1977). Particolare attenzione ha riservato alla drammaturgia contemporanea di lingua tedesca (P. Weiss, H. M. Enzensberger, M. Fleisser, P. Handke, B. Strauss) e non (Roberto Zucco di B.-M. Koltès, 1990), mettendone in luce gli aspetti più dichiaratamente politici. Dopo la discussa versione dell'Orestea di Eschilo (1980) e le emozionanti edizioni di Tre sorelle (1984) e Il giardino dei ciliegi (1989) di Čechov, ha lasciato la Schaubühne e nel 1992 è stato nominato direttore della sezione teatrale del festival di Salisburgo, carica che ha mantenuto fino al 1997. In Italia ha diretto Tito Andronico (1990) di Shakespeare e Zio Vanja (1996) di Čechov. È attivo anche nel teatro d'opera. Tra le produzioni più recenti sono da ricordare: il Faust integrale di J. W. Goethe, messo in scena in sette giornate in occasione dell'Expo 2000 di Hannover; Il gabbiano (2003) di A. Čechov; Troilo e Cressida (2006) di W. Shakespeare; Elettra (2007) di Sofocle.

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