QUINAULT, Philippe

Enciclopedia Italiana (1935)

QUINAULT, Philippe

Mario Bonfantini

Scrittore francese, nato a Parigi il 3 giugno 1635, morto il 26 nommbre 1688. Di umile condizione (figlio di un fornaio di Rue de Grenelle), entrò come servitorello in casa del vecchio poeta Tristan l'Hermite, il quale, colpito dalla vivacità del suo ingegno, si prese cura d'istruirlo alle lettere insieme col suo stesso figliolo. Precocemente portato al teatro, la sua prima commedia, Les rivales, fu presentata dal suo maestro al Théâtre Français, e data nel 1653 con buon successo. Bel giovane, di facile e tenera musa, fu presto introdotto nella società "preziosa" da M.me d'Oradour, e ne divenne adulatissimo ornamento, sotto il nome di "Quirinus". Scrisse così, dal 1653 al 1666, sedici tragedie, tragicommedie e commedie, riboccanti di tenerezze, di dissertazioni galanti, di madrigali e di massime ingegnose, con complicati imbrogli, nei quali s'invischiavano facilmente gli animi di spettatori avidi di romanzesco: creava sulle scene l'equivalente dei famosi romanzi di Mademoiselle de Scudéri, dai quali trasse anche ispirazione.

In quegli anni però l'astuto idillico non trascurava i suoi interessi. Entrò presso un avvocato e fece pratica di leggi. Difese il patrimonio del suo vecchio maestro, cui era morto l'unico figliolo, in un penoso processo; e ne guadagnò alla sua morte una buona eredità. Sposò poco dopo la giovane e ben dotata vedova di un ricco mercante, del quale aveva egli stesso riordinato gli affari. Acquistò la carica di "Valet de chambre du Roi" e, nel '71, quella di auditore alla Corte dei conti. Nel '70 era entrato all'Académie. Già da qualche anno del resto non scriveva più, si dice scoraggiato dalla trionfale rivalità del Racine, e forse vagamente conscio di sé: un dilettante precocemente invecchiato e guastato dalle troppe lodi. Ma il Molière si rivolse anche a lui per gl'intermezzi di Psyche (1671); e il Lulli, ottenuto il privilegio dall'Accademia di musica, lo legò a sé con un contratto che li unirà per tre lustri nella creazione di una prestigiosa serie di opere e balletti. Scrisse così non meno di quattordici libretti, acclamatissimi, creandosi la fama di principe del genere. Ebbe dal re, dopo il primo di tali successi, duemila lire di pensione e il cordone di S. Michele; dal Lulli prendeva quattromila lire per ogni libretto. Dopo il trionfo dell'Armida (1685) non scrisse più quasi nulla, e si ritirò dichiarando di voler vivere in religione e penitenza.

La sua opera di teatro, un tempo famosa, oggi completamente dimenticata, non è senza pregio. Egli portò nelle sue tragedie, oltre alle grazie d'una armoniosa e vivace versificazione, gl'inevitabili difetti di un liricheggiante e di un prezioso, così acremente messi in rilievo dal Boileau: eccessiva complicazione d'intrighi, psicologia leggermente gratuita con aridi sviluppi. Del resto in commedie e tragedie attinse largamente dai predecessori, secondo l'uso, e soprattutto dagli Spagnoli. La tragedia più celebrata fu Astrate, roi de Tyr: la sua cosa migliore è la commedia La mère Coquette, ou Les amants brouillés (1665). Il suo pregio è una pittura, un po' smancerosa ma fine e vivace, delle passioni d'amore: intrighi, dispetti, urti con l'amor proprio o con l'interesse sociale, in una forma che precorre il Marivaux. Lo stesso Racine gli deve certamente qualcosa; e ne è indizio il fatto che il Quinault tragedo, quasi del tutto indipendente dal Corneille, si ricollega piuttosto a Rotrou.

Opere: Tragedie e commedie: Les rivales (1653, commedia, dalle Deux Pucelles di Rotrou); La Généreuse Ingratitude (tragicommedia pastorale); L'Amant Indiscret (1654); La Comédie sans Comédie (1655, curiosa "farsa" composta di cinque atti ciascuno di diverso "genere"); Les Coups de l'Amour et de la Fortune; La mort de Cyrus; Le mariage de Cambyse; Amalasonte (dal Bélisaire di Rotrou); Le Feint Alcibiade; Le Fantôme amoureux; Les Amours de Lysis et d'Hespérie; Stratonice; Agrippa, roi d'Albe; Astrate; La mère Coquette; Pausanias; Bellérophon. - Libretti d'opera: Fîtes de l'Amour et de Bacchus; Cadmus et Hermione; Alceste; Thésée; Atys; Isis; Proserpine; Le triomphe de l'Amour; Persée; Phaéton; Amadis de Gaule; Roland; Armide; Le Temple de la Paix. Sue liriche sparse si trovano in raccolte del tempo. Nel 1813 si pubblicò un suo Poème de Sceaux, letto all'Accademia nell'84 all'entrata del La Fontaine e un Éloge de Colbert. In prosa non si conosce di lui che il suo discorso di recezione all'Accademia e brevi "complimenti" a Luigi XIV (v. Recueil des Harangues prononcées par MM. les Académiciens, Parigi 1614). Il Théâtre de Quinault si pubblicò a Parigi (voll. 5) nel 1739.

Bibl.: Pellisson e d'Olivet, Histoire de l'Académie française, II; Frères Parfaits, Histoire du Théâtre français, VII; V. Fournel, Les contemporains de Molière, Parigi 1863-75; R. Rolland, Histoire de l'Opéra en Europe avant Lulli et Scarlatti, ivi 1895; F. Lindermann, Die Operntexte Quinault's vom literarischen Standpunkte aus betrachtet, Lipsia 1903; H. Prunière, L'opéra italien en France avant Lulli, Parigi 1914.

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