PIACENZA

Enciclopedia Italiana - I Appendice (1938)

PIACENZA (XXVII, p. 92)


La città di Piacenza sorge a 66,37 m. s. m., a 13 km. in media dalla collina e a meno di uno dalla sponda destra del Po. La sua forma oblunga ne porta i vertici a est e a ovest. Essa è tuttora in parte circondata da mura cinquecentesche la cui circonferenza misura km. 6,5. La città ha una superficie di 300 ettari circa. Il comune si estende nella zona forese per oltre 12.000 ha. ed ha, secondo il censimento 1936, un'estensione di km. 118,46.

Il 21 aprile 1936 furono censiti 64.210 abitanti, dei quali 56.216 residenti nei centri e 7994 nelle case sparse: 49.527 residenti nel centro abitato di Piacenza, ripartito tra le frazioni di Piacenza, S. Antonio a Trebbia, S. Lazzaro Alberoni.

La mortalità generale nella popolazione residente è stata nel 1936 del 10,9 per mille abitanti, con una media dell'11‰ nell'ultimo decennio. La mortalità per tubercolosi è dell'1 per mille.

Il piano regolatore della città è in corso di approvazione da parte del Ministero e ha già avuto l'inizio di attuazione con l'erezione, nel centro, di un grandioso palazzo occupante l'area di mq. 1640. È stata inoltre costruita una nuova sede per il R. Liceo Ginnasio che occupa una superficie di mq. 2000 circa. In questi ultimi anni Piacenza ha completamente rinnovato e incrementato i suoi istituti sanitarî, l'ospedale civile e l'ospedale psichiatrico. Sono state altresì costruite una nuova stazione ferroviaria con sistemazione del piazzale d'accesso, diverse case dell'Istituto case popolari, la Casa della G. I. L. e la Casa della Giovane Italiana, diversi grandiosi fabbricati destinati a scopi industriali (cementi, conserve alimentari, ecc.), molte case private specialmente in quartieri posti alla periferia.

L'approvvigionamento idrico della città è fatto da un acquedotto costruito nel 1893 e che utilizza l'acqua del subalveo del Nure, e delle falde laterali alla sponda del torrente; tali impianti sono stati, in periodi più recenti (1926-1936), integrati da pozzi artesiani. Il territorio del comune di Piacenza è ricchissimo di falde acquifere profonde, utilizzate sia per uso potabile, sia per irrigazione.

Sono stati compiuti notevoli restauri nel Palazzo del Comune (con l'abbattimento del balcone e l'apertura di un'arcata) e nella chiesa di S. Antonino.

Istituti di cultura. - Oltre a tutti i tipi di scuole medie e a una scuola serale di commercio, Piacenza è sede di -una scuola d'arte Felice Gazzola e di un liceo pareggiato musicale. Ha una sezione dell'Istituto nazionale di cultura fascista e del R. Istituto per la storia del Risorgimento che ha promosso l'istituzione di un museo del Risorgimento: fa parte della sezione parmense della R. Deputazione di storia patria per l'Emilia e la Romagna.

La città antica. - Con qualche probabilità il perimetro della città romana deve restringersi alquanto, poiché la murazione di cinta ad ovest dovrebbe collocarsi sull'asse delle vie Mentana-Mandelli e forse anche sull'asse delle vie Cavour-Risorgimento. In conseguenza di ciò, il cardo maximus dovrebbe fissarsi nelle vie S. Francesco-S. Pietro-X giugno, oppure nelle vie Frasi-Carducci-Genocchi. Anche recentemente si è addivenuti alla scoperta di molto importante materiale archeologico: anfore, cippi figurati, iscrizioni, musaici, ora conservati al Museo civico.

La provincia (p. 96). - È in costruzione il tronco stradale che allaccerà la strada della Valtrebbia (Piacenza-Genova) attraverso la Valle dell'Aveto, con Chiavari, unendo quindi rapidamente la pianura piacentina con la Riviera di Levante attraverso un'importante zona montana. Questa strada si collegherà con un'altra che rimonterà la più alta valle del Nure (Ferriere-S. Stefano).

Sono in costruzione anche altre strade che collegheranno le vallate del Tidone con la Val Trebbia e altri importanti raccordi stradali specialmente nella zona collinare e montana.

Importantissimi i lavori di bonifica, specie attorno alla città con la costruzione di collettori e forti arginature sulle sponde del Po per evitarne le gravi inondazioni, frequenti nel passato.

Piacenza forma una diocesi, immediatarnente soggetta alla Santa Sede, che comprende 355 parrocchie. La diocesi è dotata di tre seminarî (Collegio Alberoni, seminario vescovile di Piacenza, seminario di Bedonia) e conta molti collegi e istituti affidati a ordini religiosi. La diocesi si estende anche in una parte della provincia di Parma, comprendendo le alte valli del Taro e del Ceno. Nel territorio della provincia di Piacenza, è poi compresa anche la diocesi di Bobbio (che si estende altresì nella provincia di Genova e di Pavia) e parte della diocesi di Fidenza.

Sono numerosi gli enti benefici e le opere di carattere assistenziale per l'infanzia, gli indigenti e i vecchi.

Il parco provinciale di Piacenza.

Il territorio dichiarato parco provinciale è ubicato nella provincia di Piacenza, si estende fra l'alta valle del Chero e dell'Arda ed è situato per la maggior parte nel comune di Morfasso, mentre i fianchi selvosi del Monte Rovinazzo con gli abitati di Rustigazzo, Velleia e Villa del Monte, fanno parte del comune di Lugagnano. Il parco, nella sua parte alta a boschi e ad un'altitudine media di 1000 m. s. m., comprende una zona di circa 10 kmq. Ricca di risorse naturali di grande interesse turistico e archeologico (per la presenza, nei limiti del parco, delle rovine di Velleia; v. XXXV, p. 28), la zona ha interesse anche industriale per la presenza di pozzi di petrolio - a Montechino e Velleia - e scientifico, per i molti fossili e resti di animali preistorici (fra l'altro lo scheletro di un grande cetaceo ora nel museo di Milano) rinvenuti nel suo territorio.

L'altipiano del parco, prossimo alla Via Emilia e alla Pianura Padana verso la quale si protende, dista km. 45 da Piacenza, 38 da Salsomaggiore e 54 da Cremona.

Un Consorzio del Parco, costituito dal Comitato di difesa dei monumenti e paesaggi e passato nel 1931 in gestione all'amministrazione provinciale, si propone la valorizzazione turistica della zona.

Bibl.: F. Güterbock, Piacenzas Beziehungen zu Barbarossa, in Quellen u. Forschungen a. d. italienischen Archiven, 1933; id., Il dispotismo dei vicari imperiali a Piacenza, in Archivio storico italiano, 1937; T. Zerbi, La Banca nell'ordinamento finanziario visconteo. Dai Mastri del Gestore della Tesoreria di Piacenza, Como 1935; L'ospedale di Piacenza, Piacenza 1934; E. Nasalli Rocca, Piacenza nel Risorgimento. Saggio bibliografico, ivi 1937; id., Per la topografia di Piacenza romana. Il rinvenimento di una tomba romano-barbarica in Via Roma, in Bollettino storico piacentino, 1937, p. 40.

Periodici: Rivista di Piacenza, 1937 segg.

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