LACLOS, Pierre-Ambroise-François Choderlos de

Enciclopedia Italiana (1933)

LACLOS, Pierre-Ambroise-François Choderlos de

Pietro Paolo Trompeo

Scrittore francese, nato ad Amiens il 18 ottobre 1741, morto a Taranto il 5 settembre 1803. Di famiglia recentemente nobilitata, si diede alla carriera militare e divenne un eccellente ufficiale d'artiglieria; ma il successo scandalistico d'un suo romanzo, Les liaisons dangereuses (1782), lo mise in cattiva luce presso i superiori. Ammogliatosi nel 1786, nel 1788 chiese d'essere esonerato dal servizio attivo e divenne segretario di Filippo d'Orléans, alla cui tenebrosa politica contro il ramo primogenito dei Borboni collaborò efficacemente. Membro del club dei giacobini, difese la monarchia costituzionale nel Journal des Amis de la Constitution; ma i tempi gli consigliarono di passare alla causa repubblicana, e con Brissot egli preparò quella petizione a favore della repubblica che condusse alla cruenta repressione della dimostrazione giacobina allo Champ-de-Mars (17 luglio 1791). Nell'ottobre del 1792 ottenne di rientrare nell'esercito col grado di generale di brigata di fanteria. Coinvolto nella rovina di Filippo d'Orléans, fu due volte imprigionato. Nel 1799 gli fu restituito il grado di generale e nel 1800 Napoleone gli concesse di rientrare nell'artiglieria. Questa reintegrazione permise a L. di partecipare alle campagne del Reno e d'Italia.

Come scrittore militare e politico, come saggista e come autore di poesie d'occasione sarebbe oggi dimenticato se non avesse scritto Les liaisons dangereuses, romanzo epistolare che pretende essere un quadro di costumi della nobiltà e dell'alta borghesia francese alla vigilia della Rivoluzione. Le fila dell'azione si raccolgono intorno a due personaggi principali: il visconte di Valmont, che con la sua perfetta tecnica di seduttore vince le lunghe resistenze di un'anima pura e ardente di pietà (madame de Tourvel), e deprava una ragazza ingenua appena uscita di collegio (Cécile de Volanges); e la marchesa di Merteuil che, per spirito di vendetta e per la voluttà di calpestare la virtù altrui, si fa l'instancabile istigatrice di Valmont nelle due opere di seduzione condotte parallelamente, e poi, compiuto il duplice misfatto, gli nega il prezzo pattuito, la dedizione di sé. La triste vicenda si chiude con la esemplare punizione dei due colpevoli; ma è una conclusione posticcia, o almeno non artisticamente condotta ed elaborata. Se per alcuni aspetti Les liaisons dangereuses rientrano nella letteratura libertina del Settecento francese, per altri invece si ricollegano alla grande tradizione psicologica del secolo precedente, e più d'un critico, a cominciare da Baudelaire, ha potuto nominare, e non invano, Racine, ma L. è un Racine spregiudicato, al di là o al di qua dalla morale cristiana, e in questo appartiene di pieno diritto al suo secolo. Les liaisons dangereuses non sono peraltro un breviario di machiavellismo erotico, anche se la lucida ebbrezza del seduttore vi esalti sé stessa, ma una potente analisi di passioni crudeli entro il quadro d'un giuoco serrato, la cui posta, anche se non tutti i personaggi se ne rendano conto, è la vita. Questo libro ebbe notevole efficacia su alcuni scrittori dell'Ottocento: basti ricordare Stendhal, che ne umanizzò e romantizzò il machiavellismo, e Baudelaire, che ne lumeggiò l'aspetto, com'egli diceva, satanico.

Opere: Les liaisons dangereuses, Parigi 1782. Altre venti edizioni si susseguono fino al 1796; dieci nel sec. XIX, dal 1811 al 1894; diciassette nel nostro secolo, di cui una a Spoleto nel 1926, conforme all'edizione originale; due a Parigi nel 1932 (quella critica di M. Allem e quella con prefaz. di J. Giraudoux). De l'éducation des femmes, Parigi 1903; Lettres inédites, Parigi 1904; Essai sur l'éducation des femmes, nella Revue bleue, 23 maggio 1908.

Bibl.: É. Dard, Le gén. Ch. de L., Parigi 1905; F. Caussy, Ch. de L., in appendice al trattato di L., De la guerre et de la paix, Parigi 1905; Ch. Baudelaire, Œuvres posthumes, Parigi 1908, p. 176 segg.; A. Monglond, Le préromantisme français, I, Parigi 1930, pp. 3-11.

© Istituto della Enciclopedia Italiana - Riproduzione riservata