Curie, Pierre e Marie

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Fisici francesi, furono tra gli scopritori della radioattività. Pierre (Parigi 1859 - ivi 1906) esordì nel 1880 con ricerche, condotte insieme al fratello Paul-Jacques, sui fenomeni piezoelettrici, dalle quali fu condotto a originali vedute sulla simmetria cristallina; studiò poi gli effetti delle variazioni di temperatura sulle proprietà magnetiche dei corpi; quindi si dedicò a ricerche, cui deve la fama, sul comportamento di sostanze radioattive. In queste ebbe, sin dal 1897, la collaborazione della moglie, Maria Sklodowska (Varsavia 1867 - Sancellemoz, Alta Savoia, 1934). Alla scoperta, dovuta ad H. Becquerel (1896), della proprietà dei sali di uranio di emettere radiazioni, seguì subito dopo (1897) la scoperta, dovuta a M. Curie e A. Schmidt, di proprietà analoghe nei sali di torio. Nell'anno 1898, dopo un biennio di paziente lavoro, i coniugi C. riuscirono a isolare dalla pechblenda alcuni composti di bismuto aventi una radioattività circa 400 volte maggiore dell'uranio, che venne attribuita a un elemento chiamato polonio, in onore della patria di M. Curie, e isolato poi da M. Curie medesima e A.-L. Debierne. Nello stesso 1898 i C. insieme a G. Bémont ottennero, sempre dalla pechblenda, cloruro di bario fortemente radioattivo: l'elemento sconosciuto che, presente in minime tracce in questa sostanza, produceva tale radioattività fu chiamato radio. Tra il 1899 e il 1903 i C. riuscirono a isolare il bromuro di radio, ottenendo da circa 7 t di minerale circa 1 g del sale, quantità tuttavia sufficiente per studiare a fondo le proprietà del radio. I C., che già in precedenza avevano studiato la natura delle radiazioni emesse e il fenomeno della radioattività indotta (spiegata poi da E. Rutherford in seguito alla scoperta dell'emanazione), osservarono, insieme ad A. Laborde, che un campione puro di un sale di radio sviluppa calore in modo continuo e costante senza sensibile variazione alcuna (ciò che, apparentemente in contraddizione con il principio della conservazione dell'energia, fu poi spiegato da Rutherford e F. Soddy in base alle nuove conoscenze sulla disintegrazione atomica). Ai C. si devono anche le prime osservazioni sugli effetti fisiologici delle sostanze radioattive. Nel 1903 essi ebbero, insieme a H. Becquerel, il premio Nobel per la fisica, per le loro ricerche sulla radioattività; la facoltà di scienze di Parigi creò per P. Curie una cattedra di fisica destinata agli studî sulla radioattività. Dopo la morte del marito, investito da una carrozza, insegnamento e ricerche furono proseguiti da M. Curie, che nel 1910 riusciva a isolare il radio metallico e nel 1911 riceveva il premio Nobel anche per la chimica. Durante la guerra mondiale M. Curie si dedicò all'organizzazione del servizio radiologico dell'esercito. Successivamente fece parte della Commissione internazionale di cooperazione intellettuale della Società delle Nazioni, della quale divenne vicepresidente. La sua morte, avvenuta nel sanatorio di Sancellemoz, fu forse dovuta a una diminuita resistenza dell'organismo conseguente al lungo assorbimento di radiazioni da corpi radioattivi. ▭ Bilancia di C.: magnetometro per misurazioni relative di suscettività magnetiche, realizzato da P. Curie e dal suo collaboratore J.-G.-Ch. Chéneveau e perciò anche detto bilancia di C. - Chéneveau. Si tratta di una bilancia di torsione (v. fig.: a è il filo di torsione, d un contrappeso), dal cui giogo, c, pende, tra le espansioni di un potente magnete, f, un campioncino, e, della sostanza in esame; il magnete, le cui espansioni sono foggiate in modo che il campo tra esse sia ad elevato gradiente, può rotare intorno all'asse della bilancia; la posizione angolare del giogo viene rilevata inviando un fascetto di luce su uno specchietto, b, solidale con il giogo, secondo il metodo di J. Ch. Poggendorff. Rotando il magnete, il campione, e con esso il giogo, viene sollecitato a seguirne la rotazione; confrontando le deviazioni ottenute con due campioni, di uno dei quali sia nota la suscettività magnetica, si ottiene la suscettività dell'altro. ▭ Costante di C.: costante caratteristica di ogni sostanza paramagnetica, che compare nella legge di C. (v. magnetismo). ▭ Elettrometro piezoelettrico di C.: v. elettrometro. ▭ Legge di C.; legge di C.-Wyeiss: relazioni che governano l'andamento delle suscettività di una sostanza paramagnetica al variare della temperatura (v. magnetismo). ▭ Punto di C.: temperatura alla quale una sostanza ferromagnetica prende a comportarsi come paramagnetica (v. magnetismo). ▭ Scala termometrica di C.: v. termometro.

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