Pietismo

Dizionario di filosofia (2009)

pietismo


Movimento religioso interno alle Chiese protestanti. Affermatosi dapprima nel puritanesimo inglese a opera di William Perkins (1558-1602) e nel calvinismo olandese mediante Willem Teelinck (1579-1629), il p. ebbe sviluppo in partic. in ambiente luterano tedesco nel 17° e 18° sec.: centri di diffusione furono il Braunschweig con Johann Arndt (1555-1621), autore dei Vier Bücher vom Wahren Christentum (1605-10), Francoforte con Philipp Jacob Spener (1635-1705), promotore della formazione di gruppi di laici dediti a opere di carità (collegia pietatis), Halle con August Hermann Francke (1663-1727), attivo presso la facoltà di Teologia e fondatore di istituzioni educative. Elementi comuni del p., nella diversità delle sue correnti, sono il primato assegnato alla prassi e l’enfasi sulla religiosità interiore, sulla lettura della Bibbia al di là di ogni mediazione storico-critica, sul sentimento come strumento di contatto tra uomo e Dio, sull’espiazione e sulla redenzione per grazia del singolo e dell’umanità. Specialmente con Nikolaus Ludwig von Zinzendorf (1700-60) il p. si diffuse dalla Germania in Svizzera, Danimarca, Scandinavia, verso il Baltico, e nel Nuovo Mondo. Con l’Illuminismo il p. entrò in polemica, sebbene nella condivisione della difesa della libertà di coscienza e della partecipazione egualitaria di ogni individuo alla comunità. Nel 19° e 20° sec. si collegano al p. i movimenti di risveglio religioso presenti in Germania e nell’America Settentrionale, soprattutto nella Chiesa metodista.

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