Aretino, Pietro. - Letterato (
VitaFiglio di un Luca calzolaio, si trasferì ancora adolescente a
OpereL'A. è ben rappresentato dai sei libri delle sue Lettere (1537-57); con vigore senza dubbio più coerente ma su trama forse più grossolana, dai Ragionamenti (1534 e 1536) e dai Ragionamenti delle corti (1538, seguiti dal dialogo delle Carte parlanti, 1543), dove l'esperienza della vita cittadina e di corte si contrae e si deforma in quella della prostituzione e della malavita. Le cinque Commedie (La Cortigiana, 1525, rifatta nel 1534; Il Marescalco, 1527, ma pubblicata nel 1533; L'Ipocrito, 1542; La Talanta, 1542; Il filosofo, 1546) stanno nel solco di una già rigorosa tradizione letteraria che anche all'A. gradualmente s'impone, ma senza che venga meno la vivacità dialogica e caricaturale che gli era propria. In questa direzione il tentativo più ambizioso dell'A., sostanzialmente non riuscito, è la tragedia Orazia (1546), in versi sciolti. Sono appena da ricordare le sue sparse Rime amorose ed encomiastiche, e i suoi poemetti cavallereschi (La Marfisa, 1535; Le lagrime di Angelica, 1538 e l'Astolfeida); migliore l'Orlandino (1540), parodia cavalleresca. Riprendendo la tematica sacra, già affrontata (1534) con I sette Salmi de la penitenzia di David, l'A. si compiacque di affrontare nuovamente argomenti religiosi (L'umanità di Cristo, 1535; Il Genesi, 1538; la Vita di