Piètro di Bruys

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Eretico (m. Saint-Gilles tra il 1130 e il 1140); sacerdote, espulso dalla Chiesa per ragioni ignote, si diede a predicare contro i sacerdoti, i sacramenti, il culto. La sua azione si svolse prima nel Delfinato e nella Provenza, poi in Guascogna, a Narbonne, Tolosa e Arles. Secondo le testimonianze di Pietro il Venerabile, che è fonte principale e pressoché unica per ricostruire l'eresia petrobrusiana, P. avrebbe sostenuto la non validità del battesimo dei bambini, l'inutilità delle chiese e del culto pubblico, la necessità di distruggere la croce che, simbolo della passione di Cristo, non può essere venerata; avrebbe negato il sacrificio della messa avendo Cristo compiuto il sacrificio del suo corpo una volta per tutte al termine della sua vita; avrebbe rifiutato le pratiche per i defunti come inefficaci, rigettato la Bibbia, accettando solo i Vangeli e forse l'epistolario paolino, disprezzato la tradizione ecclesiastica. Da queste caratteristiche l'eresia petrobrusiana, che non può dirsi catara per l'assenza di elementi come il dualismo, la repulsa del matrimonio, ecc., risulta rientrare tra quei movimenti ereticali che, rifiutando l'autorità della Chiesa, sostenevano una religiosità più vicina a una personale interpretazione dei Vangeli.

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