INGRAO, Pietro

Enciclopedia Italiana - V Appendice (1992)

INGRAO, Pietro

Carmelo Ursino

Uomo politico, nato a Lenola (Latina) il 30 marzo 1915. Proveniente da una famiglia di oppositori al regime fascista, compì gli studi nel liceo di Formia, dove grande peso per la sua formazione ebbero i suoi rapporti con i professori antifascisti P. Albertelli e G. Gesmundo. Per I., come per un'intera generazione cresciuta nel ventennio fascista, un'occasione di apertura al mondo e al confronto culturale fu rappresentata dai ''Littoriali'', cui partecipò nel 1934 e 1935. In quegli anni frequentò anche il corso per allievo regista del Centro sperimentale di cinematografia (collaborando con L. Visconti per il soggetto di Ossessione, La dama delle camelie e Jeli il pastore). Alla fine degli anni Trenta si laureò in Giurisprudenza e in Lettere e Filosofia all'universit'a di Roma, dove ebbe modo di frequentare assiduamente i gruppi studenteschi antifascisti.

Chiamato alle armi nella primavera 1940, durante il corso allievi ufficiali e il successivo addestramento a Civita Castellana prese contatto con l'organizzazione del PCI, impegnandosi nella militanza a tempo pieno dalla fine del 1942; ricercato dall'OVRA (Opera Vigilanza Repressione Antifascismo) fu costretto a passare nella clandestinità, dapprima in Calabria (marzo 1943), poi a Milano (giugno 1943). Dopo il 25 luglio, lavorò all'edizione clandestina dell'Unità e dopo la Liberazione ne divenne capocronista a Roma. Nel 1947 P. Togliatti gli affidò la direzione del giornale (mantenuta fino al 1957).

Entrato nel marzo 1944 nel Comitato federale clandestino della Federazione romana del PCI, nel 1948 (al vi Congresso) venne eletto ''membro candidato'' del Comitato centrale, facendone poi parte a pieno titolo tre anni più tardi. All'viii Congresso, nel dicembre 1956, fu eletto nella Direzione del partito (ne era ''membro candidato'' già da un anno) e subito dopo entrò nella Segreteria. Nel 1966 fu chiamato al nuovo Ufficio politico. Della Direzione ha fatto parte ininterrottamente fino al xviii Congresso (1988), e dal 1990, come leader della componente interna di opposizione alla ''svolta'' di A. Occhetto. Nel 1991 ha aderito al Partito democratico della sinistra.

Eletto per la prima volta alla Camera dei deputati nel 1948, è stato confermato per dieci legislature consecutive (per i collegi di Roma e di Perugia). Presidente del Gruppo parlamentare comunista nella v legislatura (1968-72), nel 1976 fu eletto presidente della Camera dei deputati, carica mantenuta fino al giugno 1979. Non si è presentato candidato alle elezioni politiche dell'aprile 1992. Attualmente notevole è il suo impegno come presidente del Centro di studi e di iniziative per la riforma dello Stato (CRS).

L'impegno politico di I. è stato caratterizzato nel corso degli anni del secondo dopoguerra da una posizione ''di sinistra'' all'interno del PCI, posizione che egli ha espresso più volte come ''critica del modello di sviluppo'' italiano, cioè mediante l'analisi delle successive ristrutturazioni del sistema capitalistico, con particolare attenzione ai nuovi soggetti e movimenti delle società avanzate.

Oltre a numerosi saggi, I. ha pubblicato: Masse e potere (1977); Crisi e terza via (1979); Tradizione e progetto (1982); Il dubbio dei vincitori (1986); Interventi sul campo (1990); Le cose impossibili. Un'autobiografia raccontata e discussa con Nicola Tranfaglia (1990).

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