KANDLER, Pietro Paolo

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 62 (2004)

KANDLER, Pietro Paolo

Gianluca Schingo

Nacque a Trieste il 23 maggio 1804 da Paolo, insegnante di disegno, e da Giovanna Ceruti.

Iscritto al ginnasio di Capodistria, fu da uno dei suoi professori, don L. Bencich, incoraggiato agli studi umanistici che lasciò temporaneamente per frequentare i corsi di legge all'Università di Padova; passato poi all'Università di Vienna per perfezionarsi negli studi, scoprì nella Biblioteca Palatina il poemetto Histria di A. Rapicio (Vienna 1556), su cui si laureò a Pavia nel 1826 e di cui curò l'edizione (Pavia 1826, con traduzione del nonno materno M. Ceruti). Intanto compiva molte visite ai luoghi storici dell'Istria ed esplorava a piedi la Lombardia, il Trentino e il Veneto.

Tornato a Trieste nel 1826, iniziò a lavorare come praticante legale nello studio di D. Rossetti, di cui divenne allievo per le scienze storiche cimentandosi nello studio degli statuti cittadini depositati proprio presso il Rossetti e collaborando sin dal primo numero alla rivista da lui fondata, l'Archeografo triestino, con un articolo sul Duomo di Trieste, con appendice delle sue iscrizioni (I [1829], pp. 131-208); contemporaneamente iniziò il lavoro di geografo, che procedette parallelamente al suo impegno di storico, con il disegno di una carta a sussidio di un articolo di J. Kohen.

Mentre accumulava altre esperienze di lavoro (come praticante al tribunale criminale di Trieste e poi al Fisco, quindi, dal 1840, come assessore al Civico Magistrato politico economico), la collaborazione al giornale letterario La Favilla e all'Osservatore triestino - con lo pseudonimo di Giusto Traiber - lo mise in buona luce negli ambienti cittadini, tanto che nel 1841 il Comune di Trieste gli affidò la cura del Museo tergestino di antichità.

In tale compito ebbe al suo fianco l'ing. G. Sforzi, con il quale iniziò la ricognizione da Trieste a Lubiana per studiare i territori di confine dell'Italia romana; l'anno seguente i due si dedicarono alla perlustrazione dell'antico agro di Trieste, eseguendo anche scavi archeologici, tra i quali quelli all'interno del campanile di S. Giusto. Ne scaturirono le Esplorazioni di antichità nella città ed agro tergestino, edite nell'Osservatore triestino tra il maggio 1842 e il maggio 1843.

Alla morte di Rossetti nel 1842 il K. gli succedette nella carica di avvocato del Comune e cercò di portarne avanti le iniziative culturali, cosa che gli riuscì con l'inaugurazione del Museo lapidario (1843), ma non con la continuazione dell'Archeografo, che, sempre nel '43, tentò di sostituire con gli Atti istriani e, quindi, con il settimanale L'Istria, edito per quasi sette anni (3 genn. 1846 - 25 dic. 1852) e compilato in pratica quasi tutto dal K., il quale vi pubblicò più di 560 articoli di storia civile, militare, artistica ed economica della regione e dei territori circostanti.

Il K. fece a lungo parte dell'amministrazione comunale: nel 1848, nella veste di presidente, orientò tutto il Consiglio a dichiarare lealtà al governatore R. von Salm-Reifferscheidt e si recò con P. Revoltella a Innsbruck per perorare davanti all'imperatore la causa dell'autonomia di Trieste. Eletto il 10 maggio 1848 rappresentante della Contea d'Istria alla Dieta di Francoforte, rifiutò l'incarico nel timore che le pretese germaniche compromettessero l'autonomia della regione. Il ritorno dell'assolutismo lo deluse nelle sue aspirazioni riformatrici, bloccando, per esempio, il progetto di fondazione dell'Università triestina, già approvato dalla Commissione municipale provvisoria il 6 nov. 1848.

Si rituffò allora nello studio, pubblicando gli Statuti municipali di Trieste che portano in fronte l'anno 1150 (Trieste 1849), preceduti da un'ampia introduzione storica; negli anni precedenti erano usciti gli statuti di Parenzo (1846) e di Cittanova (1847), seguiti poi da quelli di Buie (1850) e di Rovigno (1851). Un suo ritorno alla vita pubblica come membro del Consiglio decennale istituito in applicazione del nuovo statuto cittadino (12 apr. 1850) non durò più di tre anni.

Concentrato nel suo lavoro di ricercatore, dopo aver pubblicato nel 1851 con lo pseudonimo di Giovannina Bandelli, tratto dal nome della figlia e dal casato della moglie, le accurate e complete Notizie storiche di Trieste e guida per la città, a partire da quello stesso anno si dedicò all'edizione del Codice diplomatico istriano, che stampò a sue spese per 15 anni (dal 1851 come supplemento all'Istria, quindi in edizione indipendente) su fogli staccati e non numerati per facilitare aggiunte posteriori e che - nella seconda e definitiva edizione - constava di 1552 fra documenti e diplomi, datati tra il 50 d.C. e il 1530.

Costruita in modo che ogni documento fosse preceduto da un breve regesto e seguito da note illustrative, l'opera costituisce, malgrado i suoi limiti (soprattutto la mancanza di indici), la massima espressione della storiografia medievistica giuliana.

Nel novembre 1857 il K. vinse il premio Rossetti con La storia di Trieste nel primo periodo austriaco (1382-1493), in due volumi di cui il secondo costituito da fonti. Il lavoro fu poi continuato fino al 1809, e dai tempi antichi fino al 1382; nel 1863 il K. vendette il manoscritto al Municipio triestino. Tale studio confluì nella Storia di Trieste, di cui la prima parte (fino a Carlo Magno) fu pubblicata nel 1919. Frattanto, nel 1858, usciva l'opera più nota e apprezzata del K.: La storia del Consiglio dei patrizi di Trieste dal 1382 al 1809 (2ª ed., con aggiunte manoscritte del K., a cura di G. Cervani, Trieste 1972), scritta con "commossa foscoliana ardenza" (Quarantotto, p. 20) per rievocare, attraverso le vicende del patriziato, la storia del Comune triestino.

Solo in minima parte edito fu invece il Codice delle epigrafi romane d'Istria, di cui apparvero le Indicazioni per riconoscere le cose storiche del Litorale (Trieste 1855; un'aggiunta nel 1862), raccolta di annali, serie di autorità ed ecclesiastici. Esperto latinista ed efficace raccoglitore di epigrafi, il K. vide i suoi lavori e le sue schede consultati anche da Th. Mommsen che li utilizzò nella compilazione del Corpus inscriptionum Latinarum.

In politica, dopo aver guardato con simpatia alla formazione del Regno d'Italia, il K. si spostò gradualmente su posizioni conservatrici. D'altra parte, la sua dichiarata "italianità" culturale non lo rendeva amato dai conservatori. Era forte in lui il convincimento che la floridezza di Trieste dipendesse dall'Austria, come retroterra imperiale per il suo porto, ma ciò non gli impediva di tutelare l'autonomia e l'italianità delle sue contrade. Vagheggiava perciò uno Stato giuridicamente e politicamente unitario ma fondato su una larga autonomia amministrativa dei Comuni e capace di tutelare le proprie peculiarità etniche, storiche e linguistiche. Anche per questo divenne oggetto di feroci critiche di stampo irredentistico, cui si associavano accuse alla metodologia di studio e alla ricostruzione storica, giudicata di parte e insufficiente.

Nel 1861 il Consiglio comunale gli commissionò la Raccolta delle leggi, ordinanze e regolamenti speciali per Trieste (la cosiddetta Raccolta Conti, Trieste 1861-62); l'opera, uscita in fascicoli, fu interrotta dalle dimissioni del podestà S. Conti che l'aveva promossa, ma ebbe una ripresa nel 1864 con il fascicolo Emporio e portofranco di Trieste. Insoddisfatto dei risultati dello studio, che non suffragava l'indipendenza di Trieste dall'Austria, il Consiglio comunale esonerò il K. dall'incarico e lo escluse dagli archivi.

Proprio nel 1864, l'anno in cui usciva il suo Discorso sul Timavo e, nell'Osservatore triestino, la serie delle Epistole del conservatore, il K. fu insignito della cittadinanza onoraria di Trieste. Nel 1871 presentò all'Esposizione di Trieste, insieme con uno studio geografico, la Carta plastica d'Istria e di Carsia, sintesi di quasi un cinquantennio di lavoro cartografico che vide solo in parte la pubblicazione postuma. Socio di molte accademie, fu decorato dall'imperatore con la medaglia d'oro "pro virtute et merito" e creato cavaliere dell'Ordine della Corona ferrea.

Il K. morì a Trieste il 18 genn. 1872 dopo una lunga e dolorosa malattia.

La giunta provinciale dell'Istria e il Comune di Trieste provvidero al sostentamento della vedova. Le carte e i libri inediti furono acquistati in parte dal Comune di Trieste, in parte dalla giunta provinciale per l'Istria.

Fonti e Bibl.: Trieste, Biblioteca civica, Carte Kandler; Pola, Biblioteca universitaria, Donazione Kandler;Almanach der Kaiserlichen Akademie der Wissenschaften, Wien 1872, pp. 225 ss. Tra i necrologi: J. Cavalli, in La Provincia d'Istria, 1° febbr. 1872; G.J. Merlato, Cenni biografici su P. K., triestino giureconsulto, archeologo storico, morto il XVIII genn. MDCCCLXXII, Trieste 1872; T. Luciani, P. K., in Archivio veneto, II (1872), pp. 186-208; E. Pavani, Una circolare inedita del dott. P. K., in Archeografo triestino, n.s., XVIII (1892), pp. 249 ss.; N. Cobol, Di P. K.: appunti e memorie, in Pagine istriane, I (1903), pp. 151-161; A. Gentille, Un corrispondente di P. K., in Misc. di studi in onore di Attilio Hortis, II, Trieste 1910, pp. 595-602; A. Hortis, P. K. e la facoltà italiana di giurisprudenza a Trieste, in Il Piccolo, 2 giugno 1912; Inaugurandosi su la casa ove nacque P. K. la lapide decretata dal Comune…, s.l. [ma Capodistria] 1912; G. Quarantotto, P. K. commemorato nel XL anniv. della morte, Trieste 1921; B. Benussi, P. K. nella sua vita e nelle sue opere, in Scritti storici in onore di Camillo Manfroni nel XL anno di insegnamento, Padova 1925, pp. 34-44; B. Benussi, In difesa della memoria di P. K., Trieste 1926; A. Tamaro, P. K. storico di Trieste, Parenzo 1933; M. Mirabella Roberti, P. K. archeologo, in Pagine istriane, s. 3, I (1950), 4, pp. 201 s.; G. Negrelli, Il liberalismo giuridico di P. K. nel '48 triestino, in Comune e Impero negli storici della Trieste asburgica, Milano 1968, pp. 117-159; Id., Il volto "cosmopolitico" del nuovo autonomismo nel giudizio di P. K., ibid., pp. 163-238; G. Borri, Ricognizione del Codice diplomatico istriano e progetti di aggiornamento, in Atti e memorie della Società istriana di archeologia e storia patria, XVII (1969), pp. 207-218; G. Negrelli, Dall'autonomismo all'irredentismo. Appunti per una storia dell'idea autonomistica a Trieste, in Rass. storica del Risorgimento, LVII (1970), pp. 374, 385 ss.; G. Cervani, Introduzione a P. Kandler, Storia del Consiglio dei patrizi di Trieste…, cit., pp. IX-LVI; C. Pagnini, P. K., in La Porta orientale, n.s., VIII (1972), 3-4, pp. 49-58; S. Pesante, Mostra commemorativa di P. K., in Atti e mem. della Soc. istriana di archeologia e storia patria, XX-XXI (1972-73), pp. 401-404; G. Cervani, Nazionalità e Stato di diritto per Trieste nel pensiero di P. K., Trieste 1973; B. Lonza, La dedizione di Trieste all'Austria, II, Trieste 1973, pp. 63 ss., 91-94; G. Cervani, P. K. storico di Trieste e dell'Istria, in Atti e mem. della Soc. istriana di archeologia e storia patria, n.s., XXII (1974), pp. 3-16; Id., Saggio introduttivo, in Cartolare di piani e carte dal quale fu tratto l'albo presentato allo imperatore nell'autunno 1850, Trieste 1975; F. Crosara, L'importanza di P. K., in Studi kandleriani, Trieste 1975, pp. 9-62; B.M. Favetta, Famiglie triestine nella vita della città, in Atti dei Civici Musei di storia ed arte di Trieste, quaderno IV, 1975, pp. 92-103; F. Colombo - R. Arcon, Introduzione alla ristampa del Codice diplomatico istriano, Trieste 1986; C. von Wurzbach, Biographisches Lexikon des Kaiserthums Oesterreich, III, pp. 427 ss.; G. Casati, Diz. degli scrittori d'Italia, II, Milano s.d., s.v.; Enc. Italiana, XX, p. 101.

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