PIGNATELLI, Francesco, principe di Strongoli

Enciclopedia Italiana (1935)

PIGNATELLI, Francesco, principe di Strongoli

Ruggero Moscati

Generale, patriota e storico napoletano, nato il 6 febbraio 1775, morto il 27 aprile 1853. Giovanetto, prestò servizio nell'esercito austriaco e, tenente nel reggimento Lobkowitz, fu ferito nello scontro di Gronday. Negli anni dal 1795 al'98 si convertì al giacobinismo, e a Roma collaborò attivamente al Monitore repubblicano, distinguendosi altresì come capitano della legione romana, nella repressione di disordini antigiacobini. Nel novembre 1798-gennaio 1799, il P. prese parte alla campagna franco-napoletana; promosso capobattaglione dallo Championnet, raggiunse in pochi mesi il grado di generale di brigata. Al rítorno dei Borboni, mentre due suoi fratelli ebbero mozzo il capo, egli fu condannato al bando dal regno e, come suo fratelloVineenzo, andò esule in Francia e nell'Italia settentrionale, sino all'ottobre 1802. Addetto alla divisione Pino, partecipò tra l'altro alla battaglia di Siena. Ritornato in patria, il P. fu tra i generali più in vista del "Decennio": Giuseppe Napoleone e Gioacchino Murat gli affidarono comandi di provincia, incarichi dedicati, missioni speciali all'estero. Nel 1808, egli partecipò alla presa di Capri; nel 1810-11, comandò la divisione napoletana in Spagna; nel 1814, fu in Germania; nel 1815, si distinse valorosamente nella campagna contro l'Austria per l'indipendenza d'Italia. Con la restaurazione, il P. chiese e ottenne il ritiro; ma, scoppiata la rivoluzione del'20, egli volle essere riassunto in servizio, per poter ancora combattere contro gli Austriaci. Di nuovo in disparte dopo il marzo 1821, si dedicò completamente ai suoi studî preferiti: in quegli anni, oltre a numerose memorie di carattere tecnico e a scritti polemici contro la storia del Colletta, compose un libro d'importanza notevole per la storia del Mezzogiorno: Le memorie del regno di Napoli dal I790 al 1815. Il 1848 richiamò per breve tempo sulla scena politica il valoroso generale, che ancora una volta "levò alta la voce in difesa delle istituzioni liberali e dell'unità italiana, che erano state il sogno e lo scopo di tutta la sua vita".

Bibl.: Sui fratelli P.-S. v., per tutti, N. Cortese, Memorie di un generale della Repubblica e dell'Impero, Bari 1927, voll. 2; G. Ceci, Un generale napoletano del decennio, Napoli 1923; N. Cortese, L'esercito napoletano e le guerre napoleoniche, ivi 1928; B. Croce, La rivol. napolet. del 1799, 3ª ed., Bari 1912.

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