Delbono, Pippo

Lessico del XXI Secolo (2012)

Delbono, Pippo


Delbòno, Pippo. – Autore, attore e regista teatrale (n. Varazze 1959). Formatosi con esperienze di creazione collettiva (il Teatro Libre argentino), l’avanguardia (Odin Teater) e lo studio del teatro orientale, l’incontro con Pina Bausch è stato fondamentale per il suo percorso artistico. Nel 1990 debuttò con Il muro, unendo sul palco attori e danzatori. Nel 2009 ha ottenuto il premio Europa per le nuove realtà teatrali. Sfiorando temi politici e sociali, come il terremoto di Gibellina (Il silenzio, 2000), il regista ha puntato sulle potenzialità emozionali dei racconti poetici oppure ha unito generi musicali diversi per contrapporre follia e disperazione (Gente di plastica, 2002). Da un suo spettacolo del 1998, Guerra, è nato un film documentario (2004) premiato con il David di Donatello; sono seguiti i lungometraggi Grido (2006), derivato dallo spettacolo teatrale Questo buio feroce, ispirato alla morte per AIDS dello scrittore Harold Brodkey, e Paura (2009), girato con un cellulare, una fotografia-denuncia sulle condizioni degli immigrati ma anche un ritratto desolante del nostro Paese. Raccontando ancora l’attualità con le immagini, D. ha firmato il cortometraggio Blue sofa (2009). Dolore esistenziale e ribellione sono i temi affrontati in Urlo (2004), ispirato alla poesia di Allen Ginsberg, spettacolo musicale con microstorie raccontate in cui si registra ancora la presenza di Bobò (interprete di vari spettacoli, sordomuto e analfabeta, incontrato nel manicomio di Aversa), che simbolicamente rappresenta la vita e la purezza. Racconti di giugno (2005), nato come conferenza e diventato monologo e poi libro (2008), è un viaggio autobiografico, un collage di sensazioni a volte dure ed energiche, fatte di riflessioni sull’essere e fare teatro. Con Menzogna (2008) D. è passato dalla tragedia delle vittime sul lavoro (caso Thyssen, 7 operai morti) al grido di dolore di un artista che vuole liberarsi dalla prigione della rassegnazione. Con le parole di Artaud, Pasolini, Kafka, Whitman, le suggestive note musicali e i passi danzanti di Marie-Agnès Gillot, è nato Dopo la battaglia (2011, premio Ubu per il migliore spettacolo), su cui aleggia una voglia di bellezza che affonda nell’universo femminile, simbolo della speranza. Nel 2012 ha diretto attori tedeschi in Erpressung/Ricatto.

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