ANFIARAO, Pittore di. - 2

Enciclopedia dell' Arte Antica (1958)

ANFIARAO, Pittore di

P. Bocci

2°. - Ceramografo etrusco che prende il nome dall'anfora etrusca a figure nere n; 838 del museo di Monaco, con la raffigurazione della partenza di Anfiarao. L'anfora, stilisticamente non superiore alla media, appartenente al cosiddetto gruppo pontico (v. Pontici vasi), è interessante per il fatto che, insieme al mito di Anfiarao, è trattata la gara di carri in onore di Pelia; rappresentazioni che, secondo la descrizione di Pausania, si trovavano unite già nell'Arca di Cipselo ad Olimpia. Il Dohrn unisce a questa anfora l'oinochòe 2588 di Karlsruhe e la brocca B 55 del British Museum, che hanno solo raffigurazioni di animali. Il Beazley invece attribuisce al Pittore di A. un piatto del Museo Vaticano ed il vaso n. 1673 di Berlino, considerate opere del Pittore di Tityos dal Dohrn, molto simili tra di loro nel trattamento minuzioso dell'ornato a palmette e fiori di loto. Il Dohrn, basandosi sull'apparente arcaicità dello stile, data l'anfora di Monaco alla metà del VI sec. a. C., mentre sembra più giusto non allontanarla tanto dal Pittore di Tityos.

Bibl: T. Dohrn, Schwarzfigurige etruskische Vasen aus der zweiten Häfte des sechsten Jahrhunderts, p. 49; A. Akerström, Opuscula Romana, I, 1954, p. 954, appendice; J. Sieveking- R. Hackl, Die königliche Vasensammlung zu München, I, tav. XXXIII, pp. 100-107.