PLANTAGENETI

Enciclopedia Italiana (1935)

PLANTAGENETI (Plantagenets)

Reginald Francis Treharne

Dinastia inglese, il cui nome deriva dal nomignolo di Goffredo il Bello, conte d'Angiò, che aveva per stemma un ramo di ginestra (fr. genêt). L'estensione di questo soprannome personale all'intera famiglia è però esclusivamente moderna. Enrico II, figlio di Goffredo e di Matilde, la quale era figlia ed erede di Enrico I d'Inghilterra, salì sul trono inglese nel 1134 e fino al 1399 la corona passò senza opposizioni alla sua discendenza maschile diretta, di padre in figlio (o in nipote), salvo quando, morto senza eredi Riccardo I ("Cuor di leone"), gli succedette il fratello Giovanni ("Senzaterra") in luogo di Arturo di Bretagna, nato dal loro fratello Goffredo, terzo dei figli di Enrico II. La discendenza maschile diretta venne a mancare nel 1399, quando Riccardo II fu deposto e ucciso dal cugino Henry Bolingbroke, figlio di Giovanni di Gaunt, duca di Lancaster, il quale era figlio di Edoardo III, nonno di Riccardo. Divenuto re col nome di Enrico IV, il Bolingbroke iniziò il ramo Lancastriano dei Plantageneti; ma suo nipote Enrico VI venne deposto nel 1461 da Edoardo di York, capo del ramo Yorkista dei Plantageneti stessi, il quale discendeva dal secondo e dal quarto figlio di Edoardo III. Fra i due rami della famiglia scoppiò quella famosa guerra delle Due Rose (v. inghilterra: Storia) che preparò l'avvento al trono dei Tudor. Quando infatti il fratello di Edoardo, Riccardo III, fu ucciso a Bosworth da Enrico Tudor, conte di Richmond, costui, discendente per linea femminile da Edoardo III, divenne re col nome di Enrico VII e, tolti di mezzo gli ultimi P. che potevano disputargli la corona, fondò la nuova dinastia.

I P. stabilirono le linee fondamentali dello sviluppo politico inglese. I loro vasti possedimenti in Francia, ereditati in parte da Guglielmo I, in parte da Goffredo d'Angiò e in parte dalla moglie di Enrico II, Eleonora d'Aquitania, costituirono nel Medioevo il perno principale delle relazioni estere dell'Inghilterra, che si esplicarono essenzialmente nelle guerre con la Francia. Quei possessi costituirono anche la via attraverso la quale gl'influssi della Francia e di altri paesi europei s'introdussero facilmente in Inghilterra, alterandone in modo fondamentale la civiltà durante il Medioevo. Furono i P. che consolidarono l'unione delle Isole Britanniche, conquistando il Galles e una parte dell'Irlanda e affermando con varia fortuna i loro diritti di sovranità sulla Scozia. Essi svilupparono enormemente il sistema politico e amministrativo anglo-normanno, creando una burocrazia numerosa e molto frazionata, dalla quale è derivato l'intero sistema politico e amministrativo dell'Inghilterra moderna, compreso il parlamento. I P. fusero le embrionali istituzioni inglesi di governo locale con una potente amministrazione centrale, creando un efficace sistema di governo, di leggi e di ordine, che non fu superato da nessun altro stato medievale. Lottarono incessantemente contro l'anarchia feudale e diedero incremento, sebbene così facendo mirassero al proprio tornaconto, alle classi medie nelle campagne e nelle città, cercando d'incoraggiare il commercio e l'industria. Sebbene non assumessero mai posizioni eretiche o scismatiche, di rado si mostrarono completamente ligi alla Chiesa e anche quando favorirono il clero, non fecero, per solito, che seguire fini dinastici o nazionali. Pochi membri della famiglia furono protettori delle lettere e delle arti, nondimeno incoraggiarono spesso la scienza e costruirono alcuni dei più nobili monumenti dell'Inghilterra, fra i quali l'abbazia di Westminster e il castello di Windsor. I P. furono i maggiori artefici dell'Inghilterra medievale.

Bibl.: F. M. Powicke, Medieval England, Londra 1931; The Cambridge Medieval History, Cambridge 1911-32; A History of Medieval England, a cura di C. Oman, II e III, Londra 1905-10.