POGONOFORI

Enciclopedia Italiana - III Appendice (1961)

POGONOFORI (lat. scient. Pogonophora)

Pasquale Pasquini

Invertebrati marini di discussa affinità sistematica, avvicinati ora agli Anellidi Policheti, ora ai Foronidei, e costituenti una nuova classe di Metazoi Deuterostomi, da qualche autore (V. Beklémischev, 1944) fatti di recente assurgere addirittura al rango di "Tipo". Sono Bilaterî sedentarî dal corpo vermiforme o filiforme, trisegmentato, distinto in un protosoma, che si prolunga in un lobo cefalico dorsale, mediano, circondato da una corona di numerosissimi e lunghissimi tentacoli o "braccia"; un mesosoma più o meno compresso dorso-ventralmente ed un metasoma posteriore, che rappresenta la parte più lunga del corpo. Sono di dimensioni estremamente variabili da un minimo di 5,5 cm a un massimo di 25-36 cm di lunghezza; di larghezza o di calibro estremamente ridotti, da 0,1 mm nelle piccole specie, a 2,5 cm, nelle specie di media e di maggior taglia.

Ai tre segmenti, distinguibili dall'esterno, corrispondono le tre divisioni del vasto celoma: una impari, il protocele nel primo segmento, con diramazioni ai tentacoli; due pari, il mesocele, nel secondo segmento; e due, anche pari, il metacele, nel terzo segmento. Protocele e metacele comunicano con l'esterno mediante celomodotti pari, funzionanti, quelli del III segmento, da gonodotti; il mesocele è invece chiuso. La parete del corpo consta di un'epidermide monostratificata ricoperta di una sottile cuticula elastica ed estensibile da cui sporgono setole denticolate, che sono state paragonate agli uncini dei Policheti sedentarî; sottostante all'epidermide è un duplice strato muscolare: di fibre circolari, quello esterno; di fibre longitudinali quello interno, tappezzato a sua volta dall'epitelio peritoneale. Nell'epidermide è compreso il sistema nervoso, di tipo assai primitivo, rappresentato da un plesso nervoso continuo, con addensamenti di cellule gangliari, che si concentra, nel protosoma, dorsalmente, in una massa cerebrale nervosa da cui si partono nervi che vanno ai tentacoli e un cordone nervoso dorsale che decorre medialmente lungo tutio il corpo. Peculiare di questi animali è l'assenza completa dell'apparato digerente: l'assunzione degli alimenti, la digestione e l'assorbimento sono esplicate esclusivamente dai tentacoli, la cui complessa struttura, molto varia nelle diverse specie, permette, oltre all'adempimento della funzione respiratoria, la digestione esterna delle particelle alimentari e detritiche sospese nell'acqua, che vengono convogliate e filtrate di continuo, passivamente, attraverso le pinnule, delicate appendici ricoprenti la faccia interna ciliata dei tentacoli. Hanno un sistema circolatorio chiuso, bene sviluppato, rappresentato da un vaso dorsale e da un vaso ventrale che percorrono tutta la lunghezza del corpo e comunicano fra loro, anteriormente, attraverso la rete vasale dei tentacoli, e, caudalmente, per il tramite di vasi commissurali laterali. Un cosiddetto "corpo cardiaco", costituito di grosse cellule vacuolizzate, situato lungo la parete dorsale del vaso ventrale, eccetto che nel mesosoma, sembra adempiere a funzioni di accumulo di materiali di riserva. Il sangue, colorato in rosso (è dubbio che si tratti di emoglobina), contiene dei corpuscoli anucleati e dei piccoli linfociti.

Sono a sessi separati, senza alcun cenno a dimorfismo sessuale: la gonade maschile è rappresentata da due sacchi spermatici di origine celomatica in cui si formano le spermatofore, e che mediante due dotti spermatici comunicano con l'esterno con due pori genitali che si aprono ventralmente tra il mesosoma e il metasoma. L'apparato riproduttore femminile consta di un paio di ovarî, situati nel metasoma nella parte anteriore del celoma, le estremità posteriori dei quali, allungate, penetrano nella porzione terminale slargata ad imbuto dei due ovidutti, che sboccano in due orifici genitali latero-ventrali. Si sviluppano direttamente, senza attraversare una forma larvale libera, da uova ricche di tuorlo, a segmentazione totale, ineguale, che vengono incubate all'interno dei tubi da essi secreti.

I Pogonofori sono infatti caratterizzati dal vivere, a somiglianza dei Policheti tubicoli e sedentarî, entro tubi cilindrici di vario spessore, più o meno flessibili, molli o duri o di consistenza pergamenacea, di struttura ora omogenea ora ad anelli, di composizione chimica riferibile alla chitina. In essi si spostano potendosi ritirare al fondo del tubo, o estendersi a occuparlo per tutta la sua lunghezza, sporgendo anche da esso con i tentacoli. Sono animali decisamente bentonici e tipicamente abissali, sebbene alcune specie si rinvengano abbondantissime sui fondi fangosi a piccola o media profondità fra i 20 e i 200 m. Hanno una distribuzione geografica molto estesa. La maggior parte delle specie sono state raccolte nei mari dell'Estremo Oriente e nella regione nord-occidentale dell'Oceano Pacifico, soprattutto ad opera delle spedizioni oceanografiche sovietiche (nave "Vitiaz") degli ultimi anni (1949-1955). Ne sono state descritte fino ad oggi 43 specie, comprese in 11 generi, riunite nei due ordini: Athecanephria e Thecanephria, ma è da supporsi che molte altre specie siano ancora ignote.

Bibl.: G. de Beer, The Pogonophora, in Nature, CLXXVI (1955), p. 888; R. Dajaz, Une nouvelle classe d'Invertébrès: Les Pogonophores, in Année biol., 3ª serie, XXIV (1958), p. 225; G. G. Abrikosov, Su un tipo nuovo di Invertebrati, i Pogonofori (in russo), in Progressi della biologia contemporanea, XLIV (1957), p. 232.

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